IL MINISTRO DEGLI ESTERI DELL'ARABIA SAUDITA: 'NOI NON FINANZIAMO IL TERRORISMO'

lug 24, 2016 0 comments
Intervista di Olaf Bruns a Adel al-Jubeir
Di Olaf Bruns
: “In Siria non cessa la atroce guerra in corso, la Turchia è in bilico, si combatte anche nello Yemen e il Medio Oriente è sempre in subbuglio. Discuteremo di tutto questo con il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita Adel al-Jubeir. Benvenuto su euronews.
*Una politica estera più incisiva per l’Arabia Saudita *
euronews: ‘Ministro: la politica estera saudita è stata molto cauta per decenni. Ora invece è diventata molto più diretta, siete intervenuti direttamente nello Yemen, avete preso una netta posizione su Iran e Siria, sulla lotta contro l’autoproclamato Stato islamico, ma anche contro Al-Qaeda, e il presidente Bashar al-Assad. Questa è la nuova Arabia Saudita a cui il mondo ora deve adeguarsi?”
Adel al-Jubeir: “Abbiamo visto che c’era un vuoto da riempire. Abbiamo visto che mancava una leadership che era necessaria e così abbiamo lavorato con i nostri alleati al fine di proteggere anche i nostri interessi. Abbiamo avuto un milizia armata, radicale, alleata con l’Iran e gli Hezbollah, in possesso di missili balistici e di una forza aerea che era diventata una minaccia diretta per noi e per i paesi del Golfo. Qualcuno doveva fare qualcosa, così abbiamo fatto un passo avanti. Non si poteva continuare così. 35 anni di aggressioni da parte dell’Iran verso il nostro Regno e i suoi alleati è troppo, non possiamo più tollerarlo. Per quanto riguarda la Siria il nostro obiettivo è quello di sostenere l’opposizione moderata e portare un cambiamento.”
euronews: Quando lei parla di ‘vuoto’ si riferisce a una debolezza della presenza degli Stati Uniti nella regione?”
Adel al-Jubeir: “Non necessariamente; abbiamo visto gli Houthi occupare lo Yemen gradualmente negli ultimi 7,8,9 anni. Nessuno ha voluto farvi fronte, quindi abbiamo dovuto farlo noi. Abbiamo visto il massacro di innocenti per anni in Siria e nessuno faceva niente, quindi abbiamo dovuto fare qualcosa noi”.
Quale futuro per la Turchia?
euronews: “Un tentato colpo di stato in Turchia ha portato un’ulteriore instabilità nella regione. Quale sarà il ruolo di questo Paese in politica estera dopo il fallito golpe?”
Adel al-Jubeir: “Il tentato colpo di stato in Turchia – che non è riuscito – non credo avrà un impatto duraturo per la reputazione o il benessere del Paese stesso.”
euronews: ‘In occidente cresce la preoccupazione che la Turchia possa prendere una deriva autoritaria. Il Segretario di Stato americano ha anche accennato al fatto che ora l’adesione alla NATO potrebbe essere messa in discussione. Pensate che questo possa indebolire la lotta contro l’ISIL?”
Adel al-Jubeir: “Non credo. La Turchia è una democrazia, sarà fatta la volontà del popolo turco. La Turchia deve poter prendere le misure necessarie per incrementare la sua sicurezza. Nessuno ha detto nulla quando gli Stati Uniti hanno deportato migliaia di persone a Guantanamo a Cuba. Nessuno!”
Siria e lotta al terrorismo
euronews: ‘Lei ha detto, più volte che il presidente al-Assad finirà con il dimettersi. E’ sempre così fiducioso vista la debolezza di alcuni protagonisti regionali e vista la situazione sul terreno: ‘Aleppo è sul punto di cadere nelle mani dell’esercito siriano.”
Adel al-Jubeir: “Alla fine ci sarà una nuova Siria senza Bashar al-Assad, è solo questione di tempo. Il tutto potrà avvenire attraverso un processo politico che potrà anche essere veloce e diretto o attraverso un’azione militare che sarà più lunga e costerà di più, in termini di morte, distruzione e di sangue.”
euronews: “Il processo politico ora sembra bloccato quindi resta la soluzione militare. Cosa è più realistico?”
Adel al-Jubeir: “Noi sosterremo l’opposizione siriana moderata se non ci dovesse essere alcun processo politico e sosterremo quest’ultimo se non ci sarà invece un’azione militare.”
euronews: “Fino a che punto siete disposti a spingervi in termini di supporto militare?”
Adel al-Jubeir: “Con noi ci sono un gruppo di paesi che possono dare sostegno militare all’opposizione moderata, siamo d’accordo sulle modalità del sostegno e stiamo lavorando per fornire loro mezzi più adeguati, in modo che possano riuscire a far cadere il regime di al -Assad.”
euronews: “L’Arabia Saudita manderà truppe di terra?”
Adel al-Jubeir: “Siamo pronti a inviare forze speciali in Siria come parte della coalizione internazionale per combattere Daesh.”
euronews: “Quando parla dell’autoproclamato Stato islamico usa l’acronimo arabo “Daesh”. Cosa è Daesh per voi? Fa parte dell’Islam? E’ uno stato?”
Adel al-Jubeir: “Non c’entra con l’Islam e non è uno stato. E’ solo un’organizzazione di criminali, psicopatici e pervertiti. Non ha nulla a che fare vedere con l’Islam. Daesh sta all’Islam come il KKK (Ku Klux Klan) in America sta al cristianesimo. In ogni religione ci sono dei gruppi di fanatici. Ma non hanno nulla a che vedere con la religione stessa. E’ un oltraggio pensare che Daesh sia parte di una religione.”
euronews: “Se si tratta solo di un gruppo di psicopatici come possono fare quello che fanno. Non è uno Stato, ma da troppo tempo ormai sono un problema enorme in una parte del mondo molto estesa.”
Adel al-Jubeir: “Ci sono molti esempi nella storia di psicopatici che hanno fatto cose terribili: Adolf Hitler era uno psicopatico”.

Biografia: Adel al-Jubeir

  • Adel al-Jubeir è il Ministro degli Affari Esteri dell’Arabia Saudita dal 2015
  • Si tratta del primo ministro degli Esteri saudita che non appartiene alla famiglia reale
  • Adel al-Jubeir ha studiato in diversi paesi e parla correttamente Arabo, Inglese e Tedesco
  • Nel 2011 è scampato a un attentato da parte di alcuni membri dei “Quds Force”, truppe speciali iraniani che esportano la rivoluzione islamica.

Iran e accordo sul nucleare
euronews: Sull’accordo nucleare firmato dall’Iran l’Arabia Saudita era molto scettica. A distanza di un anno come valuta ora la situazione?
Adel al-Jubeir: “Abbiamo sempre sostenuto di essere favoreli a un accordo che impedisse all’Iran di acquisire armi nucleari, che permettesse ispezioni delle centrali e che contenesse disposizioni per il ripristino di sanzioni nel caso Teheran dovesse violare i patti. Le nostre preoccupazioni hanno a che fare con quei fondi ai quali l’Iran avrebbe avuto accesso. Vediamo che l’Iran non ha smesso ad esempio di sostenere gli Hezbollah in Libano o di fornire armi agli Houthi nello Yemen. Quindi penso che non è ancora in atto un vero cambiamento nel comportamento dell’Iran, non so se ci sarà o meno, ma non per ora.”
euronews: “Se lei avessi un sospetto fondato che l’Iran non stia rispettando i patti, l’Arabia Saudita potrebbe reagire acquisendo armi nucleari?”
Adel al-Jubeir: “L’Arabia Saudita farà tutto il necessario per proteggere il suo popolo e il suo paese. Come lo faremo, con quali mezzi, non lo faremo certamente presente. Almeno non in televisione.”
euronews: “Come sono le relazioni con Israele dopo l’accordo sul nucleare?’
Adel al-Jubeir: “Non abbiamo rapporti con Israele.”
euronews: “Nessun contatto, nulla?”
Adel al-Jubeir: “No.”
euronews: “L’Arabia Saudita è spesso accusata di essere responsabile della diffusione del terrorismo islamico. Questi i motivi: Il paese finanzia le moschee di tutto il mondo, la formazione degli imam che poi predicano una versione conservatrice dell’Islam, terreno fertile per il terrorismo. Qual è la sua risposta in merito a quest’accusa?”
Adel al-Jubeir: “Perché dovremmo sostenere un’ideologia che ha come obiettivo ucciderci tuti? Siamo noi il bersaglio degli estremisti. Vogliono l’accesso alla Mecca e a Medina, e noi paghiamo con attacchi terroristici, abbiamo sofferto molto per le perdita dei nostri agenti che cercano di difendere gli innocenti, siamo in prima linea della lotta contro il terrorismo nella regione e nel mondo! Dire che i sauditi stanno finanziando l’estremismo è assurdo! Ci stiamo battendo contro questi uomini e questa mentalità. Non tolleriamo l’estremismo. Se c‘è un problema in una città del vostro paese: chiudete il centro islamico! Ma non incolpate gli altri! Se accade nel vostro paese è colpa vostra.”

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