LA DINASTIA DEI FARAONI NERI

lug 13, 2016 0 comments
Di Cristina Martin
Uno degli episodi meno noti nella storia dell’antico Egitto è l’invasione dei Kushiti, un popolo proveniente dalla regione di Kush, situata nel nord Africa, tra il sud dell’Egitto moderno e la parte settentrionale del Sudan, che governarono il Paese per quasi un secolo. Il regno della venticinquesima dinastia (747 – 656 a.C.), anche conosciuta come dinastia nubiana (dato che i kushiti provenivano dalla Nubia), costituisce un periodo ancora piuttosto oscuro per gli storici: la maggior parte dei monumenti infatti non è stata documentata scientificamente e questo impedisce ai ricercatori di ottenere datazioni accurate.
Quello che sappiamo dei Kushiti è che, nonostante non raggiunsero mai lo splendore e la potenza dell’Egitto dei faraoni, furono una delle prime civiltà a svilupparsi lungo il corso del Nilo. Tuttavia è solo dall’VIII secolo a.C. che la regione di Kush iniziò a godere di una certa indipendenza e ad espandersi a danno dei vicini, arrivando addirittura a controllarli e governarli.
Un episodio quindi che non merita affatto di essere trascurato e che finalmente, grazie ad un nuovo progetto dell’università polacca di Adam Mickiewicz, sta ricevendo le giuste attenzioni.
“L’obiettivo della mia ricerca” ha annunciato Marta Kaczanowicz, direttrice della missione archeologica, “è quello di esaminare e organizzare la conoscenza delle attività che i Kushiti condussero a Tebe, ovvero il principale centro culturale durante la loro dominazione”.
Il regno dei sovrani della XXV dinastia appartiene cronologicamente al Terzo Periodo Intermedio dell’Antico Egitto. Esso, come già precisato, durò circa 100 anni, al termine dei quali i faraoni neri subirono una pesante sconfitta dagli Assiri e furono costretti a ritornare in Nubia, dove continuarono a prosperare per altri dieci secoli.
Gli archeologi polacchi si stanno al momento concentrando sullo studio delle tombe degli ufficiali della cerchia della “Sposa del dio Amon”, ovvero delle grandi sacerdotesse di Karnak, che proprio in questo periodo svolsero un ruolo di estrema importanza nella società egizia, forse dovuto al fatto che la donna kushita rivestiva una posizione di prestigio a corte.
“Purtroppo le tombe kushite sono piuttosto simili a quelle egizie e distinguerle non è cosa facile.”, precisa la giovane studiosa polacca. “I Kushiti del resto assunsero nomi egizi e fecero propri molti dei loro usi e costumi funerari.”
E questo è un aspetto assai importante per capire come avvenne l’accettazione di un popolo straniero in una società tanto tradizionalista e radicata come quella faraonica. E’ infatti opportuno supporre che una mescolanza tra le due civiltà fosse già avvenuta e che la cultura egizia– la più forte tra le due – fosse stata già assimilata dai Nubiani. Del resto non va dimenticata una cosa: siamo nel 950 a.C. quando i sacerdoti di Amon fuggono da Tebe perché scacciati dalla dinastia libica e si rifugiano a Napata (città della Nubia), portando con sè i saperi e le conoscenze di una vita.

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto