UNA BUONA PARTE DELLA SINISTRA DI GOVERNO EUROPEA È PASSATA DALLA MITIZZAZIONE DEL PROLETARIATO AL SUO DISPREZZO

lug 2, 2016 0 comments


Di Salvatore Santoru

Non molto tempo fa non era raro sentire slogan sulla "coscienza proletaria", sulla borghesia "sfruttatrice" e "classista", sull'odio di classe e discorsi simili promossi dalla sinistra europea, estrema ma a volte anche "riformista".
Tali discorsi si basavano sulla mitizzazione del proletariato e sul disprezzo verso la classe borghese e i suoi modi che il militante di sinistra considerava "ipocriti" e frutto di "privilegio" in confronto alla ruvidità e alla demagogia del proletario medio e dei suoi rappresentanti ideologici.
Ebbene, caduta l'URSS e archiviato il marxismo/leninismo storico oggi una discreta parte della stessa sinistra europea si trova dall'altra parte della barricata, del "padronato" e del signor Capitale si potrebbe dire utilizzando gli stessi suoi metodi ideologici.
Per inciso, non si tratta di una "nuova sinistra" ma del proseguimento di quella storica, ad esempio in Italia si è passati dal proletario PCI al PD.
Orbene, tale sinistra oggi disprezza il proletariato e guarda con ardore a quei paesi che dell'anticomunismo più forte hanno fatto la loro bandiera, come gli USA e l'Occidente "borghese" più avanzato.
Comunque sia, l'emblema del sempre meno latente  "disprezzo del proletariato" la sinistra di governo europea l'ha dimostrato con il risultato del Brexit, Brexit che è stato voluto dal proletariato e dalla piccola borghesia a scapito del Remain sperato dall'alta e dalla medio/alta borghesia.
Su questo punto, è interessante che la stessa sinistra postcomunista e postmarxista ha ripreso in auge la vecchia idea della destra liberale sulla necessità di limitare il suffragio universale agli ignoranti e alle persone meno intelligenti(o ritenute tali), con la differenza che tale idea veniva attaccata come "odio classista antidemocratico" mentre oggi passa come "riforma progressista".

Sarà che la sinistra si è resa conto che il proletariato che per anni e anni ha idealizzato e mitizzato è tutt'altro che quella classe "progressista" immaginata ma è alquanto "reazionario" e che la classe progressista e internazionalista per eccellenza è semmai sempre stata più la borghesia, sopratutto quella alta e medio/alta.
Non sarà un caso che la stessa sinistra egemone considera peggiore la base (perlopiù) proletaria della Lega Nord o del Front National dei dirigenti delle multinazionali che un tempo attaccava e demonizzava come "padroni sfruttatori" e che oggi stanno,in stragrande maggioranza, dalla sua parte.

Sembra proprio un contrappasso: quella parte politica che ha invocato per anni e anni la "lotta di classe" ora si trova combattuta proprio da chi vuole fare la "lotta di classe", sarà forse che alla fine tale concetto di "lotta di classe" è meglio archiviare e sostenere l'avvio di una società basata sul suo ripensamento e sull'armonia di classe, dove ognuno abbia il suo ruolo rispettando l'altro, senza "odio classista" da una parte e dall'altra.

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