2017, l’anno cruciale di Atene

gen 10, 2017 0 comments
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Di Dimitri Deliolanes
Il 2017 sarà un anno cruciale nel lungo confronto tra il governo di Alexis Tsipras e le autorità europee che, proprio sul caso greco, dovranno prendere decisioni importanti anche per gli equilibri di tutta l’eurozona.
Un primo assaggio delle intenzioni della Commissione si avrà a metà gennaio, quando il “quartetto” (ex troika) tornerà ad Atene per concludere la seconda valutazione. Si tratta di una scadenza importante perché dalle loro conclusioni dipenderà l’ingresso della Grecia nel programma di quantitative easing della BCE e anche l’inizio di un primo tentativo di tornare ai mercati finanziari internazionali.
Se i creditori metteranno al primo posto delle loro richieste questioni che riguardano il nuovo diritto del lavoro, allora sarà evidente che si cerca una mediazione ragionevole. Il governo di Alexis Tsipras ha già manifestato la sua disponibilità ad andare incontro alle richieste europee, mantenendo in vigore il diritto del lavoro europeo. In pratica, si tratta di abbandonare le richieste radicali, espresse dal FMI l’anno scorso, di legalizzare le serrate e i licenziamenti in massa ma di mettere ordine nel diffuso lavoro nero, ridurre i casi di falso lavoro autonomo, disciplinare i permessi sindacali e altre questioni del genere.
Se invece i creditori adotteranno le richieste del FMI di imporre già da ora nuovi tagli di bilancio per 4,2 miliardi di euro per gli anni 2019- 2020, allora è evidente che sarà difficile trovare una mediazione.
Per evitare spiacevoli sorprese, ma anche per acutizzare i contrasti tra la Commissione Europea e il FMI, prima della fine dell’anno, il ministro delle Finanze greco Euclide Tsakalotos ha accettato di inviare una lettera ai creditori in cui dichiarava che il sostegno di 630 milioni dato a fine anno a circa un milione e mezzo di pensionati (solo a quelli con la pensione più bassa), è una misura “una tantum” che non sarà ripetuta senza previa consultazione con la troika. Per neutralizzare le richieste del FMI di nuovi tagli “preventivi”, Tsakalotos si è anche dichiarato pronto ad estendere nel tempo la validità del meccanismo automatico di taglio della spesa pubblica adottato agli inizi del 2016. Tale meccanismo è stato imposto dai creditori per prevenire un ritorno alla vecchia politica di “spese allegre” per ragioni elettorali e la sua validità avrebbe dovuto terminare con la fine del programma greco, nell’estate del 2018.

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