"Inaugurazione flop di Trump", ma i numeri dicono altro e bisogna tenere presente il contesto

gen 25, 2017 0 comments

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Le inaugurazioni di Trump e Obama

Di Daniele Scalea

La stampa Usa si è scatenata nella stima delle persone presenti alla cerimonia inaugurale di Trump, proponendo paragoni ingenerosi con l’apertura della presidenza Obama. Se i media mainstream hanno dunque potuto cullarsi nella presunta scarsa affluenza alla cerimonia del neo-Presidente, alcune considerazioni preliminari e contestuali non possono essere evitate.
Va innanzi tutto considerato che non esistono stime ufficiali sulle dimensioni delle manifestazioni negli Usa. Fino al 1995 vi provvedeva il National Park Service, ma fu sommerso di critiche (e anche minacce legali da parte della Nazione Islamica) quando stimò in 400.000 i partecipanti della Million Man March afro-americana. Da allora esistono solo stime non ufficiali, in genere proposte da organizzatori e giornalisti. I media americani, che non simpatizzano per Trump, si sono scontrati col portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, il quale si è permesso di avanzare una stima differente.
Probabilmente, stando alle foto pubblicate dai media, Spicer ha torto – ma non hanno meno torto i commentatori mainstream quando considerano “fatti” (vedi polemica contro Kellyanne Conway) delle semplici stime. Ad esempio, tutti i media liberal (che sono la grande maggioranza negli Usa) presentano come un fatto che la prima inaugurazione di Obama abbia raccolto 1,8 milioni di persone. Tale stima è però contestata: ad esempio il professore Steve Doig (Arizona State University), specializzato nel misurare le dimensioni delle manifestazioni, ritiene che la cifra reale sia di 800.000; anche altri specialisti ritengono la stima “giornalistica” della mega-affluenza per Obama non solo falsa, ma persino inverosimile. Adottando il metro di giudizio che i giornalisti applicano agli altri, si dovrebbe concluderne che stanno spacciando imperterriti, da otto anni, una fake news.
Assumiamo pure, tuttavia, che l’irrealistica stima di 1,8 milioni di persone all’Obama I sia vera. Quando i media comparano l’inaugurazione di Trump proprio con quest’ultima, compiono un primo atto di selezione delle informazioni pro domo loro. Infatti scelgono quella che si ritiene essere l’inaugurazione con più pubblico di sempre: un’inaugurazione storica poiché del primo presidente nero. Inoltre all’epoca il tempo era più sereno e, questione per nulla secondaria, gli oppositori di Obama non inscenarono manifestazioni violente come invece hanno fatto quelli di Trump, con l’esplicito disegno di impedire l’accesso all’inaugurazione. Duecento manifestanti violenti sono stati arrestati quel giorno a Washington, sei poliziotti feriti, numerosi danni cagionati alla città. Sullo sfondo, un’ondata di violenze che in tutto il Paese hanno colpito sostenitori veri o presunti di Trump.
All’inaugurazione di Trump hanno partecipato tra 250mila (la stima giornalistica più bassa) e 900mila (stima degli organizzatori) persone. Cifre che non sfigurano, talvolta superano, quelle dei presidenti che hanno preceduto Obama. Ad esempio George W. Bush è accreditato di una presenza tra le 300.000 e le 400.000 persone alle sue inaugurazioni. Inoltre secondo la società Nielsen, l’inaugurazione di Trump è stata seguita in tv da 30,6 milioni di spettatori – dieci milioni in più anche dell’Obama II.
Infine, va considerato che le inaugurazioni di presidenti democratici hanno storicamente un’affluenza maggiore. Prima che la dubbia stima di cui sopra catapultasse Obama nell’Olimpo, si ritene che il maggior successo di pubblico fosse stato ottenuto da Lyndon Johnson nel 1965, con 1,2 milioni di presenti (stima ufficiale in questo caso). Per fare un raffronto, nel 1981 Ronald Reagan, destinato a diventare uno dei Presidenti più popolari di sempre, raccolse appena 10mila persone.
Ciò si può spiegare, oltre che con una probabile maggiore propensione dei democratici alla militanza, anche col fatto che le cerimonie d’insediamento si tengono a Washington. Parliamo di una città in cui Trump ha raccolto appena il 4,6% dei voti, stretta tra due roccaforti democratiche come Maryland e Virginia, e relativamente vicina al New England, che assieme alla California è il maggiore bacino elettorale del Partito Democratico.
Insomma: questo dato, dubbio e impreciso tra l’altro, non ha alcun concreto valore politico, così come non ce l’ha il fatto che la “marcia delle donne” abbia coinvolto più persone di quella dei “motociclisti per Trump”: le istituzioni democratiche americane funzionano in base ai risultati delle elezioni, non delle manifestazioni di piazza. Donald Trump quelle elezioni le ha vinte, e ciò gli dà piena legittimità a governare.

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