Ue replica a Trump: “Noi non discriminiamo” E l’Onu protesta: “Bando illegale e malvagio”

gen 30, 2017 0 comments
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Trump, Onu: “Il suo è un atto illegale e malvagio”. L’Ue: “Noi non discriminiamo per la nazionalità, la razza o la religione”


Un atto “illegale“, “meschino” e “malvagio“. Ma anche uno spreco di risorse nella lotta al terrorismo. È la durissima definizione utilizzata dall’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Zeid Ràad Al Husein per definire l’ordine esecutivo con cui Donald Trump ha bloccato ingresso negli Stati Uniti di rifugiati e cittadini di 7 Paesi a maggioranza islamica. Una dichiarazione netta che arriva a tre giorni dalla decisione presidenziale di bloccare le frontiere statunitensi per i cittadini di Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.
“La discriminazione basata sulla nazionalità è proibita dal diritto umanitario“, ha commentato Zeid con un messaggio su Twitter. Sulla questione sono intervenuti anche l’Agenzia Onu per i rifugiati  e l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, che hanno chiesto agli Usa di mantenere la loro “lunga tradizione” di protezione di chi fugge dai conflitti. Secondo le Nazioni unite, da ottobre scorso le autorità Usa hanno ammesso 25.600 rifugiati, mentre nell’anno precedente i profughi accolti erano quasi 85 mila.
protesters and the tears of Senator Schumer. Secretary Kelly said that all is going well with very few problems. MAKE AMERICA SAFE AGAIN!

E nel giorno in cui la decisione di Trump raccoglie le durissime critiche da parte dell’Onu, anche Bruxelles prende posizione.  “Questa è l’Unione europea e noi non discriminiamo sulla base della nazionalità, della razza o della religione, non solo per l’asilo ma per qualsiasi altra nostra politica. La Commissione ed il presidente Juncker hanno costantemente ribadito il nostro attaccamento a questi principi”, ha detto portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas. che cita quanto scritto da Jean Claude Junker sul quotidiano tedesco Die Welt. “Dobbiamo fare scelte sul mondo in cui vogliamo vivere. Dobbiamo scegliere tra isolazionismo, disuguaglianza ed egoismo nazionale da una parte e apertura, uguaglianza sociale e forte solidarietà dall’altra. Scegliere tra la regressione ed il futuro. È difendendo l’apertura, l’uguaglianza sociale e la solidarietà che l’Europa può agire credibilmente sul palcoscenico mondiale”, è il passaggio ricordato da Schinas.
Appena ieri il presidente statunitense aveva tirato in ballo direttamente l’Europa per replicare all’ondata di polemiche scatenata dal suo ordine esecutivo.  “Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e di controlli rigidi, adesso Guardate a quello che sta succedendo in Europa e, anzi, in tutto il mondo – un caos orribile!”, ha scritto su twitter il neo inquilino della Casa bianca.
Parole che hanno provocato inevitabilmente la netta presa di posizione da parte di Bruxelles. Ma non solo. Perché  il portavoce della Commissione ha anche annunciato che l’Unione europea sta analizzando il divieto di ingresso negli Stati Uniti per valutare se riguardi o meno gli europei. Schinas, infatti, ha spiegato che l’Ue sta ricevendo “input contrastanti” sull’eventualità che il divieto riguardi i cittadini europei con doppia nazionalità.
There is nothing nice about searching for terrorists before they can enter our country. This was a big part of my campaign. Study the world!
In realtà la posizione di alcune ambasciate americane in Europa sembra abbastanza netta. Come nel caso di Berlino, dove l’ambasciata Usa ha annunciato che anche i cittadini che abbiano la doppia nazionalità – con un passaporto rilasciato da uno dei sette Paesi colpiti dallo stop all’entrata su suolo americano – sono pregati di “non chiedere visti” per gli Stati Uniti. A riferirlo è il portavoce del ministro degli Esteri tedesco a Berlino, in conferenza stampa, leggendo il messaggio pubblicato su twitter dall’ambasciata.
Intanto continua il caos negli aeroporti. “Secondo le nostre informazioni ci sono almeno 100 persone intrappolate negli aeroporti ma potrebbero essere molte di più, non tutti sono riusciti a comunicare con l’esterno. E c’è chi è stato rispedito indietro, perché alle guardie di frontiera resta il diritto di agire con discrezionalità”, ha detto al quotidiano Repubblica Nicholas Espiritu del National Immigration Law Center, uno degli avvocati che sabato mattina ha firmato il documento dove si chiede la revoca del decreto di Trump. Lo stesso presidente è intervenuto su twitter, scrivendo che “i problemi agli aeroporti sono stati causati dal blocco dei computer Delta, dai manifestanti e dalle lacrime del senatore Schumer. Il segretario Kelly dice che tutto sta andando bene con pochissimi problemi. Rendiamo l’America sicura di nuovo”. Il presidente ha sostenuto che “solo 109 persone su 325.000 sono state fermate”, per poi commentare: “Non c’è niente di bello nel cercare terroristi prima che possano entrare nel nostro Paese. Questo era una grossa parte della mia campagna, studiate il mondo!”.

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