La manipolazione ideologica dominante

set 20, 2014 0 comments


Di Salvatore Santoru

Tutto il Novecento è stato basato sullo scontro tra delle diverse visioni ideologiche, e in nome di esse milioni e milioni di persone sono state brutalmente uccise, perseguitate o manipolate e illuse.

Le ideologie dominanti e che ancora tutt'ora godono di un certo peso nella società, sono state quella liberale, base del sistema capitalista, e quella marxista, base del comunismo.

Entrambe tali visioni ideologiche erano e sono basate su una concezione iper-materialista di origine positivista, basata sulla riduzione dell'essere umano ad un mero ingranaggio sociale.




Già Tiziano Terzani denunciò l'apparente contrapposizione tra esse, con queste parole :

« Nonostante la loro apparente contraddizione e la lotta mortale nella quale erano impegnate, tutte e due le ideologie erano fondate sulla stessa fiducia nella scienza e nella ragione: tutte e due erano impegnate nella dominazione del mondo esteriore senza alcun riguardo per quello interiore della gente » .


Entrambe le ideologie erano e sono fondate sulla credenza che ogni aspetto non puramente materiale  e/o legato a questioni economiche, sia una "sovrastruttura", e ciò vale per l'etica, così per l'arte, la cultura, la spiritualità e molti altri ambiti.

Ciò che le accomuna più profondamente è il ruolo attributo all'essere umano, visto come una merce nel capitalismo, e come un mero numero nel comunismo.


Per queste ideologie, l'essere umano non conta nella sua interezza, non conta cos'è veramente, ma solo ciò che deve essere o deve diventare.

La diffusione di tali ideologie ha inculcato negli esseri umani convinzioni limitanti e disfunzionali, le quali sono causa di molti problemi della società contemporanea.

Grazie al capitalismo liberale ci si è abituati a considerare gli individui non come sono in Sé, ma per come appaiono e per cosa posseggono, con la promozione dell'avere al posto dell'essere.


Quindi, non valgono niente le qualità e i valori dell'individuo in sé, ma solo la sua immagine o l'identificazione con aspetti esteriori, come il lavoro, il prestigio sociale o economico e così via.

Ma, parafrasando una celebre citazione presa dal film "Fight Club", si dovrebbe ricordare che l'individuo non è il suo lavoro,la quantità di soldi depositati in banca, l'automobile che guida o i vestiti che indossa, ma molto di più.


Anche per il comunismo l'individuo in sé non ha nessun valore, ma è visto solo come un numero, e ciò a cui dovrebbe aspirare è la sua "negazione" nella massa e/o nella società collettivizzata, per rendersi eternamente uguale.

Difatti, il comunismo nega qualunque naturale e positiva differenza e diversità per omologare e standardizzare la società e gli individui che la compongono.


Una società comunista quindi sarà essenzialmente piatta, fredda e apatica nel suo profondo, in quanto la normale tendenza alla differenza ( base di ogni cambiamento e crescita ) verrebbe repressa e eliminata, al posto dell'imposizione del dogma dell'egualitarismo, che terrebbe schiavizzati gli stessi individui, e in cui naturalmente ci sarà sempre qualcuno che, citando la "La Fattoria degli Animali" di Orwell, "sarà più uguale degli altri".


Quella a cui dovremmo aspirare non può essere una società fondata su un'impossibile "uguaglianza totale", un'idea fortemente totalitaria e distruttiva nel nome della quale milioni di persone sono state uccise nel corso della storia.


Non esiste, non è mai esistita e mai esisterà un'uguaglianza totale, perché tutti siamo per fortuna diversi e differenti, e dobbiamo valorizzare, non distruggere, le nostre diversità.

Cioè che ci vorrebbe semmai è una società giusta, dove ognuno possa avere le stesse opportunità, non dove ognuno sia costretto ad essere uguale all'Altro, idea che contiene in sé quell'impulso violento e distruttore che ha caratterizzato il comunismo ( o i suoi derivati moderni ) durante la sua storia.



Le versioni moderne e aggiornate di tali ideologie sono da rintracciarsi nel neoliberismo, base del sistema consumista dominante e nel cosiddetto radical/progressismo, ritenuto come "opposizione" ad esso, ma in fin dei conti rappresentante l'altra faccia della medaglia del primo.


Oggi come ieri, entrambi i propagandisti e seguaci di queste credenze, del tutto dominanti a livello "culturale",  pretendono di voler imporre i loro dogmi, screditando e attaccando chiunque non la pensi come loro.

Difatti è tipico dei neoliberisti etichettare chiunque non condivida la loro fede cieca nella "mano del Mercato" di "socialismo" o di "comunismo", mentre i progressisti attaccano chiunque non condivida tutto ciò che vogliono imporre, etichettandolo come "borghese", "fascista", "retrogrado", e in modo paradossale "autoritario" ( forse come atteggiamento proiettivo ), insomma le solite vecchie terminologie usate dagli stalinisti negli anni 30 in URSS, con qualche aggiornamento qua e là e la certezza che almeno per ora, non mandano i loro oppositori nei gulag.


Si spera che la gente prenda sempre più consapevolezza delle illusioni e della manipolazione ideologica, le quali servono solo al Potere per la solita strategia del "divide et impera", e per meglio perpetuarsi.

In tal modo, sarà più facile andare oltre i soliti dogmi ideologici che ci hanno inculcato, e preparare la strada per la costruzione di una società più libera, giusta e migliore.


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