Il dio ebraico Adonai (altro nome di Yahvè) come divinità del Sole:un'interessante ipotesi storico-mitologica

giu 9, 2015 0 comments

Di Andrea Di Lenardo

Ma la creazione del concetto teologico del Dio ebraico è da collocarsi in un contesto complesso e variegato di dèi e culti, onde per cui limitarsi ad un’identificazione del Dio ebraico con la divinità semitica della Luna sarebbe quanto mai semplicistico. A mio avviso infatti, quello che diverrà poi l’Unico Dio ebraico racchiude in sé gli archetipi ancestrali dell’umana adorazione per gli astri maggiormente visibili dalla Terra. Mi riferisco alla Luna, come abbiamo già visto, e al Sole, tanto adorato nell’Egitto antico, o Khemit, proprio quell’Egitto di cui ebrei e Hyksoi adottarono i costumi1 (e i nomi2), e quindi ragionevolmente anche il radicato culto del Sole. I due dèi-principii della Luna e del Sole potranno quindi convenzionalmente corrispondere ai nomi di Yahweh e di Adonai.
Analizzeremo prima i riferimenti ad Adonai come Sole, per poi soffermarci sui nomi ebraici dedicati al dio-Sole, come Salomone, Sh’lomo, Solomon, che contiene la parola “Sole” in tre lingue diverse, vale a dire Sol (in latino), Om (in sanscrito) e On (in egizio).
Lo studioso Ralph Ellis ritiene che il teonimo ebraico Eli contenga la radice indicante l’“ascensione” o “salita”, che allude al Sole che sorge3. Si ipotizza come il nome Israele, Ysiraal in Egitto e Is-ra-ilu a Ebla, sia composto dai teonimi Is/Ys, Râ e El/Ilu. Is starebbe per Iside, dea egizia del Sole4, ma anche della Luna (come secondo Plutarco5)6; Râ è la divinità egizia del Sole7; mentre di El sopra si è detto. La variante “Ilu” è l’“antenato” accadico dell’ebraico El8.
Secondo la già esaminata tradizione mandanea sul patriarca Abramo, «Bahram [Abramo] iniziò ad adorare Yurba, uno spirito del sole identificabile con l’ebraico Adonai9»10. Dopo essersi convertito al culto solare di Yurba/Adonai, Bahram/Abramo «[…] combatté contro i Mandanei, che catturava e circoncideva con la forza […]»11. È necessario sottolineare che la «[…] circoncisione era un’usanza egizia»12, al pari dell’adorazione del Sole. «Giunti all’età pubere i maschi venivano circoncisi; esistono due bassorilievi con scene che illustrano le fasi dell’operazione […]; dalle pitture tombali si rileva che la circoncisione era di uso comune, perché appare ben evidenziata negli uomini nudi che lavorano i campi»13.
Ritornando alla tradizione mandanea, si narra poi che in seguito alle circoncisioni forzate operate da Abramo, questi «[…] decise di pentirsi e il pianeta Saturno gli ordinò di sacrificare suo figlio (Isacco), ma, essendo stato il suo pentimento autentico, gli fu concesso di lasciarlo andare e di sacrificare al suo posto un ariete14»15.
In questa tradizione si affermerebbe dunque che Yurba/Adoani, dio del Sole, e il dio che chiede ad Bahram/Abramo di sacrificare Isacco sono due divinità distinte, indicate entrambe nella Torah come Elohim/il Dio ebraico. L’introduzione nella narrazione mandanea di una nuova divinità, Saturno, sostituito nella Genesi dal più indefinito “Dio” si spiega col fatto che nell’originale ebraico non compariva il termine “Dio” (ElAdon), bensì elohim, vale a dire “dèi”, “potenze divine”, al plurale. Saturno era una di queste, così come Yahweh e Adonai, poi fuse teocrasicamente nell’Unico quanto indefinito Dio giudaico-cristiano e poi islamico.
Il riferimento al sacrificio di un ariete diviene significativo se si considera che lo studioso Ralph Ellis ritiene che gli hyksoi, intesi come popolo, fossero dediti al culto della pecora a Heliopolis, la biblica On.
Adonai in ebraico significa “mio Signore”16, proprio come “Eli”, onde El significa “Dio”, “Signore”. El «[…] è soprannominato […] “toro” […]»17 ed il toro è associato al Sole, nella figura della divinità semitica Marduk, Merodakh in ebraico, il cui nome sumerico, Amarutuk, significa «vitellone del dio del sole [corsivo mantenuto dall’originale]»18. Marduk «[…] aveva anche tratti di […] portatore di luce (dio del sole primaverile) […]»19. Il Dio ebraico viene addirittura chiamato nell’Antico Testamento Šamaš. «Questa parola semitica [Šamaš], che significa “sole”, divenne il nome del dio babilonese del sole [Si ricordi come gli Hyksoi avevano origini babilonesi], che durante il giorno vede tutto, e quindi è anche dio del diritto e degli oracoli [Adonai ha il suo oracolo sul Monte Horeb]. Il suo simbolo è il disco solare unito a una stella [Cfr. con la Stella di David; si veda il capitolo Gli Hyksoi a Gerusalemme] […]; in Assiria è il disco solare […]. Altrimenti il dio è raffigurato con un re seduto sul trono [come Adonai che è re e Signore]. Shamash è “giudice del cielo e della terra” [come Adonai]; il diritto e la giustizia […] lo accompagnano costantemente […]. […] Shamash tiene in mano un bastone [come il faraone] e un anello, simboli della giustizia, e dalle sue spalle spuntano raggi (o fiamme)»20. La variante araba pre-islamica di Šamaš è Šams, «[…] il cui nome significa in arabo “sole”; […] era di sesso maschile (come il paleo-mesopotamico Shamash) […]»21. Šams veniva adorato «[…] nell’Arabia settentrionale […]»22, confinante con la terra di hyksoi ed ebrei, ammesso che a questo punto siano ancora da citare come due popoli distinti.
Il «[…] dio fenicio-siriano [Adon, da cui l’ebraico Adonai] (la parola semitica adon significa “Signore” [proprio come El]), […] incarna la vegetazione bruciata dal sole estivo, e nei culti misterici veniva adorato come dio che muore e risuscita»23, proprio come il Sole, che al crepuscolo “muore”, secondo la simbologia degli antichi Semiti ed Egizi, per poi “resuscitare” al mattino seguente. Tutto ciò si collega anche alla simbologia cristiana.
È mia convinzione che il personaggio veterotestamentario del giudice Sansone (Šimšown in ebraico) non sia che l’ennesimo nome per il dio del Sole, dal momento che Šimšown significa proprio «una rappresentazione del sole»24. Sansone nacque miracolosamente (come tutte le divinità solari) a Beth-Šemeš, ossia nella “Dimora del Sole” (Šemeš significa “Sole”25), e la sua forza era contenuta nei capelli così come quella del Sole lo è nei raggi, i “capelli del Sole”. Il Sole è una stella: si veda il capitolo Gli Hyksoi a Gerusalemme per il collegamento per la regalità giudaica (voluta da Dio) e il simbolo della Stella di Davide (il Sole di David?).
Parlando del dio solare egizio, come non citare Aton? «Il nome Aton era l’equivalente dell’ebraico Adon – ereditato dalla lingua fenicia col significato di “signore” – e dell’altrettanto comune Adonai, che stava per “mio signore”26»27. Aton, o Jati28, «Nell’antico Egitto fu dapprima il nome del visibile disco solare, considerato una manifestazione del dio Re [Râ]; nel Nuovo Regno esso fu personificato e trasformato, in modo sincretistico, nella figura dalla testa di falco di Re-Harachte-Aton. Sotto re Amenofi IV [Amenhotep IV], che prese il nome di Echnaton [Akhenaton] (“che piace ad Aton”), Aton fu dichiarato l’unica divinità [come Adonai]; nel celebre inno al sole del periodo di Amarna è lodato come “sole vivente” e “madre e padre per quelli che hai creato”. Le raffigurazioni di quell’epoca mostrano il disco solare con raggi-braccia terminanti in mani, che portano il laccio della vita (il segno Anch). In Aton si rivela Re, ed egli porta il soprannome Uanre, cioè “l’Unico [come Adonai] in Re”: entrambi i nomi divini caratterizzano l’unico dio [così come per Adonai, descritto con più teonimi]»29.
Generalmente si ritiene in modo erroneo che il culto di «[…] Aton scomparve dopo la morte di Echnaton»30, o al massimo di Tuthankamon31, ma le cose non stanno affatto così, come dimostra la scoperta dell’archeologo inglese sir W.M. Flinders Petrie e del suo team32. Infatti nella «[…] grotta della dea Hathor […] ricavata nella viva roccia [nel tempio di Serâbit el Khâdim33, ossia “la prominenza del Khâdim”34, nella penisola montuosa del Sinai] […] Petrie aveva rinvenuto anche una stele in calcare di Ramesse I, sulla quale (contrariamente a quanto gli archeologi erano soliti affermare, ritenendolo un fiero oppositore del culto monoteistico del dio Aton voluto da Akhenaton) il faraone era sorprendentemente descritto come “il signore di tutti abbracciato da Aton”35. C’era anche la testa della madre di Akhenaton, la regina Tiy, con il suo cartiglio regale in mezzo alla corona»36.
In ogni qual modo, sicuramente il culto di Aton continuò presso gli ebrei, col nome di giudaismo.
Altro collegamento fra Hyksoi, ebrei e culto solare di Adonai è costituito dall’antico centro religioso hyksos del culto solare di Râ ad «[…] Eliopoli, termine greco che stava ad indicare “città del sole”. Nella Bibbia vi si fa riferimento come ad On, variazione dell’originale egizioAunu‘Ounû o Iwnw, la città a colonne, e in arabo fu conosciuta come ‘Ain-Shams, letteralmente “occhio del sole” [cfr. con l’“occhio di Horus”, dio del Sole, il cui altro occhio era la Luna; la Luna abbiamo visto essere l’“altra faccia” del Dio ebraico, cioè il dio degli Hyksoi, i cui antenati regnarono sulla II dinastia d’Assiria, dedita al culto di Assur, avente la stessa radice di Asar/Osiride/Wsjr37, padre proprio di Horus!] o “nascita del sole” [o “rinascita”; cfr. con la resurrezione di Osiride e di molte divinità solari come Mitra, il Sol Invictus, il Sole Invitto, invincibile, indomito dei romani e dell’imperatore Costantino I il Grande]. Adesso il suo abbagliante splendore è andato perduto e ‘Ain Shams non è altro che un’affollata periferia a nord-est del Cairo, vicina all’aeroporto internazionale»38. Anche Mosè, come Manetone dopo di lui, fu un sacerdote eliopolitano, dedito pertanto al culto del Sole (si veda il capitolo Mosè).
Dio è dunque ragionevolmente l’Unico Signore del Cielo, proprio come il Sole che domina solo, di giorno, fra le volte celesti.
Passiamo ora ad esaminare i nomi ebraici legati in qualche modo al culto del “pagano” solare.
Si ritiene «[…] che il nome Merari, figlio minore di Levi39, che divenne il capostipite eponimo dei Merariti40, uno dei tre rami del clero levitico41 […] provenga […] dall’egiziano mrry/mrrì, che significa “amare”, o “amato”42. Curiosamente, esisteva un certo Mery-ra II, alto sacerdote dell’Aton, vissuto durante il regno di Akhenaton, e la cui tomba vuota scavata nella roccia è situata sui picchi oltre il sito della città del sovrano [Akhenaton] di Tell el Amarna nel Medio Egitto43»44. Avendo già sottolineato i legami fra il culto di Adonai e quello di Aton, entrambi para-monoteistici (almeno in epoca antica), è ragionevole pensare che, dato vi fu un sacerdote chiamato Mery-Râ II nel XIV secolo a.C. (al tempo del faraone Akhenaton), dovette esistere anche un sacerdote chiamato Mery-Râ I, in epoca precedente, e io ritengo che questo Mery-Râ I altri non fosse che il levita Merari, di stirpe sacerdotale, vissuto fra XVII e XVI secolo a.C., secondo la cronologia sinora presa in considerazione. Mery-Râ/Merari significa pertanto “amato da Râ”, dio egizio del Sole. Perché mai un levita del Dio ebraico avrebbe dovuto chiamarsi “amato dal Sole”, se non fosse proprio il Sole quel dio i cui riti officiava?
E ancora una volta il parallelismo fra la cultura ebraica e quella hyksos si fa evidente, anche semplicemente osservando il numero di nomi hyksoi che si riferiscono a Râ, dio del Sole. Nomi quali Ma-yeb-, Se-user-en-, Mer-user-, Au-ser-, Aqun-en-, Nofer-ka-, Nub-ka-, Kheper-, Ka, Aa-neb-, Sam-ka-, Noferui-uah-, Neferui-uah-, Maa-ab-, Kha-user-, Se-khan-, Aa-hotep-, Maa- e Er-du-45.
Ulteriore parallelismo fra clero ebraico, levita e hyksos è offerto dal fatto che «Zadik Zadok[Tsaduq, Sommo sacerdote biblico, il cui nome significa letteralmente “[uomo] giusto”, dall’ebraico tsaddiq, corrispondente all’aramaico antico tsakkai; secondo le genealogie levitiche post-esiliche, la casa di Tsaduq sarebbe discesa da Aronne, fratello di Mosè] è anagramma di Sod-Hyk (un Re Segreto) [cfr. il tema dell’“Adamo Nascosto” e della regalità dei suoi discendenti, oltre che l’etimologia di Caino, dall’accadico gon o kin, “re”, “capo”, come nel mongolo khan, nell’inglese king (re) e queen (regina) e nel goidelico, o gaelico, irlandese, da cui deriva forse il cognome di “Kennedy”], equivalente di Sed-Hyk (un Re Cacciatore) [cfr. il tema del re Nimrod, o Nemrod, il Potente Cacciatore, figlio di Cush, secondo la Genesi]. Hyk, termine cananita [gli ebrei parlavano cananita, chiamato anche fenicio o antico ebraico] che significa “un sovrano”, è diminutivo di Hyksos. La propagazione degli Zadik o Sed-Hyk avvenne attraverso gli antenati dei sadducei, derivati dal clero sodalista di Mosè».
1 R. ELLIS, Tempest and Exodus, Edfu Books, Cheshire 2000, p. 5.
2 Ibid., p. 5.
3 Ibid., p. 115.
4 M. Lurker, Dizionario di angeli, demoni e dèi, Piemme Edizioni, Alessandria 2004, alla voce “Iside”.
5 Ibid., alla voce “Iside”.
6 Ibid., alla voce “Iside”.
7 Ibid., alla voce “Re”.
8 F. BARBIERO, La Bibbia senza segreti, Profondo Rosso, Roma 2010, p. 265.
9 Cfr. E.S. DROWER, The Mandeans of Iraq and Iran, Oxford University Press, Oxford 1937, pp. 265-269.
10 A. COLLINS, C. OGILVIE-HERALD, La cospirazione di Tutankhamen, Newton Compton Editori, Roma 2005, pp. 252, 253.
11 Ibid., p. 253.
12 F. BARBIERO, La Bibbia senza segreti, Profondo Rosso, Roma 2010, p. 72.
13 F. CIMMINO, Vita quotidiana degli Egizi, Rusconi, Milano 1985, p. 232.
14 S. Gündüz, The Knowledge of Life, Oxford University Press, «Journal of Semitic Studies», Oxford 1994, p. 225.
15 A. COLLINS, C. OGILVIE-HERALD, La cospirazione di Tutankhamen, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 253.
16 M. LURKER, Dizionario di angeli, demoni e dèi, Piemme Edizioni, Alessandria 2004, alla voce “Adonai”.
17 Ibid., alla voce “El”.
18 Ibid., alla voce “Marduk”.
19 Ibid., alla voce “Marduk”.
20 Ibid., alla voce “Shamash”.
21 Ibid., alla voce “Shams”.
22 Ibid., alla voce “Shams”.
23 Ibid., alla voce “Adone”.
24 R. ELLIS, Tempest and Exodus, Edfu Books, Cheshire 2000, p. 192.
25 Ibid., p. 7.
26 A. OSMAN, Moses: Pharaoh of Egypt, Grafton Books, Londra 1990, p. 165.
27 L. GARDNER, I segreti dell’Arca perduta, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 58.
28 M. LURKER, Dizionario di angeli, demoni e dèi, Piemme Edizioni, Alessandria 2004, alla voce “Aton”.
29 Ibid., alla voce “Aton”.
30 Ibid., alla voce “Aton”.
31 L. GARDNER, I segreti dell’Arca perduta, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 60.
32 Ibid., p. 11.
33 Ibid., p. 12.
34 Ibid., p. 12.
35 K.A. KITCHEN, Ramesside Inscriptions, B.H. Blackwell, Oxford 1975, p. 1.
36 L. GARDNER, I segreti dell’Arca perduta, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 16.
37 M. LURKER, Dizionario di angeli, demoni e dèi, Piemme Edizioni, Alessandria 2004, alla voce “Osiride”.
38 A. COLLINS, C. OGILVIE-HERALD, La cospirazione di Tutankhamen, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 201.
39 Esodo 6: 16.
40 Numeri 3: 33, 35; 26: 57.
41 Numeri 3: 17; I Cronache 5: 27, 6: 1.
42 A. OSMAN, Moses: Pharaoh of Egypt, Grafton Books, Londra 1990, p. 185.
43 Ibid., p. 185.
44 A. COLLINS, C. OGILVIE-HERALD, La cospirazione di Tutankhamen, Newton Compton Editori, Roma 2005, p. 369.
45 L. GARDNER, Le misteriose origini dei re del Graal, Newton Compton Editori, Roma 2000, p. 258.
FONTE:http://andreadilenardo.myblog.it/2015/02/18/17-adonai-dio-del-sole/

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