“I giovani hanno bisogno di questi esempi, i giovani hanno bisogno di queste emozioni e se noi non riusciamo ad emozionare i giovani, a coinvolgerli, è chiaro che loro entrano in una fase, quella terribile, quella pericolosa che è la fase della rassegnazione”
Giovanni Impastato
Era la notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 quando a Cinisi il giovane trentenne Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino, fu ucciso dalla mafia con del tritolo posto sotto il corpo disteso sui binari della ferrovia. Accadeva a pochi giorni dalle elezioni comunali alle quali Peppino si era candidato nelle liste della Democrazia Proletaria e che lo videro tra gli eletti nonostante la sua vigliacca uccisione.
Quella di Peppino è stata una vita che gli è costata la vita. È stata una vita pensata e costruita per perseguire dei sogni da realizzare e per vivere la libertà . Un vivere condotto e guidato dall’attivismo, dall’impegno civile, da ideali differenti, dalla passione, dal coraggio, dalla creatività , dalle sfide, dalla musica, dal divertimento, dall’amore dell’onestà , dalla legalità , dalla giustizia, dalla Bellezza, dalla verità , dalla voglia di affermare il bene comune ed il rispetto degli altri e dell’ambiente. È stata una vita contro la rassegnazione, contro il sopruso, contro la sopraffazione, contro la violenza, contro lo status quo e l’immobilismo, contro la mafia e contro la cultura mafiosa, contro la prigionia dei pensieri e delle aspirazioni.
"Quella di Peppino è stata una vita che gli è costata la vita. È stata una vita pensata e costruita per perseguire dei sogni da realizzare e per vivere la libertà "
Peppino vive attraverso la sua capacità di avere trasmesso e sviluppato la cultura del rispetto e della legalità tra i giovani e tra chiunque lo abbia incrociato sul proprio cammino o chiunque ne abbia ascoltato la voce da Radio Aut o chiunque lo abbia vissuto e conosciuto attraverso i racconti, i filmati o i film.
Giuseppe Impastato, essere libero, attivista, giornalista e uomo politico, rimane una figura moderna, progettista di un mondo che ancora con grandi difficoltà stenta a materializzarsi e che, oggi, continuerebbe a contrariarlo e a deluderlo, dopo il suo sacrificio e quello di tantissime altre vittime delle mafie. Peppino è la storia del nostro paese. Una storia che non è passato da archiviare, ma, anzi, è ancora presente vivo, risorsa capace di marcare e mostrare inoltre il percorso per il futuro.
Peppino è uno di noi diverso da noi. Peppino è una bussola, un’indicazione. Un faro che illumina quella strada, a volte semi-buia, della coscienza degli esseri, che inerpicandosi per la vetta del coraggio può condurre verso la dignità dell’uomo e verso la cima più alta e rispettabile della libertà .
Consigliamo la visione di questo filmato realizzato dall’associazione culturale Valorizziamoci con un’interessante e stimolante intervista a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, realizzata nell’estate 2012 a Cinisi.
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