Israele minaccia l’annessione della Cisgiordania. Ira degli Usa, Trump: “a rischio il supporto

ott 23, 2025 0 comments


Di Andrea Muratore

Caos politico in Israele dove la Knesset, il parlamento nazionale, ha approvato ieri in via preliminare due disegni di legge dell’opposizione che spingono per l’annessione della Cisgiordania e hanno spaccato il Likud, il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu. Furiosa la reazione degli Usa, che temono di veder compromesso il percorso di mediazione che ha portato il cessate il fuoco a Gaza. Per Donald Trump Israele “rischia di perdere tutto il supporto americano” se implementerà questi progetti. Il suo vice J.D. Vance è stato ancora più duro definendo “un insulto” i voti della Knesset.

I due disegni di legge sono stati presentati da onorevoli di destra che non si sono uniti al campo nazionalista e religioso che sostiene il Likud di Benjamin Netanyahu. Uno, presentato dall’ex ministro della Difesa e presidente di Focolare Ebraico (Yisrael Beytenu), Avigdor Liberman, prevede in via limitata di riconoscere come territorio israeliano l’insediamento cisgiordano di Ma’ale Adumim, vicino a Gerusalemme, peraltro sostenuto dal governo. L’altro, promosso dall’esponente dell’estrema destra Avi Maoz del partito Noam, invece più radicalmente propone l’annessione di tutti gli insediamenti.

I centristi votano con l’estrema destra

La coalizione di governo tra Netanyahu e i partiti di estrema destra Potere Ebraico (di Itamar Ben Gvir) e Giudaismo Unito nella Torah (Bezalel Smotrich) è andata in frantumi sul voto. Il Likud ha dato mandato di disertare il voto, non potendo esplicitamente affossare i disegni di legge, ma la proposta di Liberman è stata sostenuta dall’opposizione centrista guidata da Benny Gantz e Yair Lapid, che hanno contribuito a far passare la mozione, mentre il disegno di legge radicale di Maoz è stato promosso con 25 voti contro 24 con il voto decisivo di Yuli Edelstein.

Questi è un avversario interno di Netanyahu, già estensore della proposta di legge per la coscrizione degli ultraortodossi che ha terremotato il governo e dopo il voto di ieri cacciato dal Likud dal seggio alla Commissione Esteri e Difesa della Knesset dove ora andranno i due disegni di legge.

Il Likud sotto pressione sulla Cisgiordania

Ora i nazionalisti conservatori del Likud si trovano a dover gestire una patata bollente. Su questi disegni di legge Netanyahu rischia di vedersi dissolvere una maggioranza precaria, e per questo l’opposizione picchia duro per mettere il suo partito tra l’incudine e il martello, anche perché l’annessione della Cisgiordania è una linea rossa per gli Stati Uniti del presidente Donald Trump. Nelle scorse settimane, rassicurando gli alleati arabi dopo l’attacco di Israele contro Hamas in Qatar, Trump aveva detto di non voler concedere a Tel Aviv la possibilità di annettere la Cisgiordania.

La proposta alla Knesset è stata votata nel giorno in cui a Gerusalemme era in visita il vicepresidente Usa J.D. Vance, accolto dal mal di pancia di Bibi che ha ricordato che “Israele non è un vassallo statunitense” dopo settimane in cui Trump gli ha letteralmente rubato la scena, di fatto accelerando la tregua a Gaza e incassando i meriti per la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023. Il voto è stato poi fulminato a distanza da Marco Rubio, segretario di Stato americano e forse il più granitico sostenitore di Tel Aviv nell’amministrazione.

L’alt di Rubio a Israele

Il Dipartimento di Stato ha comunicato che Rubio è in arrivo giovedì in Israele “per sostenere l’attuazione con successo del Piano globale del presidente Trump per porre fine al conflitto a Gaza, che ha ottenuto un sostegno internazionale senza precedenti”, aggiungendo che con i voti alla Knesset è stato posto in essere “un potenziale fattore di minaccia per l’accordo di pace”. Il voto ha messo Netanyahu di fronte a pesanti contraddizioni. Da un lato, l’alleanza con gli Usa resta vitale. Dall’altro, il voto alla Knesset gli ha inflitto uno scacco mettendolo di fronte alla contraddizione tra le prese di posizione del Likud e le scelte concrete. Nota il Times of Israel:

Molti membri della coalizione di Netanyahu hanno chiesto a gran voce di promuovere l’annessione in risposta al riconoscimento di uno Stato palestinese da parte delle potenze occidentali il mese scorso. All’inizio di settembre, il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha pubblicamente chiesto l’annessione dell’82% della Cisgiordania, nonostante i paesi della regione avessero avvertito che tale mossa avrebbe segnato la fine dell’integrazione di Israele in Medio Oriente.

Anche altri membri di spicco del governo, tra cui il Ministro della Giustizia Yariv Levin e il Ministro della Difesa Israel Katz, hanno appoggiato l’annessione. Quest’estate, la Knesset ha approvato a larga maggioranza una mozione non vincolante a favore dell’applicazione della sovranità israeliana in Cisgiordania.

La sensazione è che Netanyahu abbia già avviato la lunga pedalata in salita che dovrà portarlo alle elezioni dell’ottobre 2026, per le quali manca meno di un anno e in vista di cui non necessita di strappi eccessivi rispetto alla traiettoria politica fin qui consolidata.

Netanyahu sta già annettendo la Cisgiordania

A suo modo, la strategia che Tel Aviv sta seguendo appare più funzionale al premier: perorare l’annessione di fatto della Cisgiordania, incentivando l’aggressività e l’espansionismo dei coloni come se fossero pionieri del Far West americano formalmente indipendenti e mettendo il cappello sulle loro azioni a cose fatte, senza doverlo dichiarare, è parso un modo più funzionale per ottenere l’obiettivo.

Ynet ricorda che in direzione di tale obiettivo all’Israel Defense Force è stato ordinato di ritirare parte delle forze schierate in Cisgiordania, lasciando la responsabilità della sicurezza ai coloni stessi, le cui violenze contro i palestinesi cisgiordani sono in costante ascesa.

Cinicamente, per Netanyahu l’annessione della Cisgiordania non va sanzionata con un voto che metterebbe ulteriore pressione sul Paese e spiacerebbe agli Usa proprio perché di fatto… sta già avvenendo. La posta in gioco interna del voto alla Knesset si inserisce nella corsa ai futuri equilibri politici, nel contesto di un asse istituzionale molto spostato verso le istanze nazionaliste più spinte in cui i prossimi tre voti, tra commissioni e plenaria, che la legge dovrà affrontare saranno un test sulla tenuta dell’esecutivo e sui rapporti internazionali di Tel Aviv. 

FONTE: https://it.insideover.com/politica/israele-minaccia-lannessione-della-cisgiordania-lalt-di-rubio-minaccia-il-piano-di-trump.html

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