Una guerra al giorno toglie il giudice di torno: così Netanyahu scansa i processi e pilota le inchieste

ott 20, 2025 0 comments

Di Roberto Vivaldelli

Mentre a Gaza il cessate il fuoco traballa sotto i colpi delle bombe israeliane e delle accuse incrociate tra Israele e Hamas di aver violato la tregua, il premier Benjamin Netanyahu sta utilizzando ogni mezzo possibile per sfuggire ai processi penali a suo carico e per ostacolare un’indagine indipendente sui tragici eventi del 7 ottobre 2023. Il Tribunale distrettuale di Gerusalemme ha annullato le udienze previste per questi giorni, in cui Netanyahu avrebbe dovuto testimoniare nel suo processo penale, a causa di “impegni diplomatici urgenti” dichiarati dal premier.

I suoi avvocati hanno comunicato al tribunale, in una lettera, che tali incontri non potevano essere rimandati, fornendo ulteriori dettagli in una nota riservata. Anche mercoledì e giovedì risultano impraticabili per la testimonianza, a causa della visita del vicepresidente statunitense JD Vance e della cerimonia di insediamento del nuovo capo dello Shin Bet, David Zini. Le accuse penali contro Bibi si concentrano su tre casi distinti, che contemplano reati di frode e corruzione

Netanyahu sfugge alla giustizia grazie alla guerra

Il processo avanza a rilento, non per ostacoli tecnici. Più volte Netanyahu ha richiesto rinvii, esenzioni o cancellazioni. La guerra serve (anche a questo), oltre alle ragioni strettamente strategiche e politiche: a evitare la giustizia. Così agisce un presidente di guerra che non può permettersi la pace. Durante un conflitto, c’è sempre un motivo impellente o valido per evitare le aule di tribunale e allungare i processi a suo carico all’inverosimile.

Ma Netanyahu è impegnato, con tutte le sue forze, anche a ostacolare ogni possibile indagine indipendente sul 7 ottobre. La pressione su Bibi, osserva il Berliner Zeitung, è aumentata con una recente sentenza della Corte Suprema israeliana, che ha ordinato l’istituzione di una commissione d’inchiesta statale entro 30 giorni per indagare sui fallimenti legati al 7 ottobre 2023. I giudici hanno sottolineato che, con la fine della guerra, “le scuse del governo non reggono più”. Trattasi di una svolta significatica, poiché per due anni il governo ha rifiutato di avviare un’indagine ufficiale, nonostante il forte sostegno pubblico e le richieste delle famiglie delle vittime e degli ostaggi.

Netanjahu teme che una commissione (veramente) indipendente, composta da esperti scelti dai giudici, possa rendere pubbliche rivelazioni piuttosto scomode. Fortunatamente (per Bibi) a condurre l’indagine è Matanyahu Englman, vicino al primo ministro: inoltre, l’inchiesta si concentra solo sui vertici militari, escludendo la responsabilità politica.

Lo studioso del Medio Oriente Roberto Iannuzziintervistato da InsideOver, ha ricordato tutte le “ombre” del 7 ottobre e le gravi lacune della versione ufficiale israeliana. Iannuzzi ha osservato che, com’è emerso di recente, la “Divisione Gaza” dell’esercito “aveva distribuito un documento interno che dettagliava anch’esso sia le esercitazioni che Hamas stava compiendo, sia il piano d’attacco che avrebbe implementato. Il documento arrivava addirittura a stimare fra 200 e 250 il numero di ostaggi che il gruppo palestinese avrebbe potuto catturare – una stima che si sarebbe rivelata estremamente realistica”.

Inoltre, “sono poi emersi ulteriori dettagli sulla notte che ha preceduto l’attacco, i quali confermano che i vertici militari e dell’intelligence erano stati ripetutamente allertati su insolite attività di Hamas che lasciavano presumere la possibilità di un attacco, e si erano reciprocamente consultati in proposito decidendo tuttavia di non intervenire. Anche i comandi dell’aeronautica furono allertati e scartarono i segnali di avvertimento”.

Così Netanyahu ha favorito l’ascesa di Hamas

Ma le critiche a Netanjahu non si limitano ai fallimenti operativi del 7 ottobre. Un rapporto interno dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna israeliano, pubblicato a marzo 2025, ha rivelato che la politica di Bibi di consentire trasferimenti di denaro dal Qatar a Gaza – fino a 30 milioni di dollari al mese – ha “contribuito significativamente al rafforzamento di Hamas”. Questi fondi, ufficialmente destinati a scopi umanitari, sarebbero stati in parte dirottati per finanziare l’ala militare di Hamas. Inoltre, il Berliner Zeitung cita dichiarazioni di Netanjahu del 2019, in cui, durante un incontro del suo partito Likud, avrebbe sostenuto che “chi vuole impedire la creazione di uno Stato palestinese deve rafforzare Hamas”, una strategia volta a mantenere la divisione politica tra Gaza, controllata da Hamas, e la Cisgiordania, sotto l’Autorità Palestinese. Lo Shin Bet aveva avvertito Netanjahu più volte dei rischi di questa strategia cinica.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/una-guerra-al-giorno-toglie-il-giudice-di-torno-cosi-netanyahu-scansa-i-processi-e-pilota-le-inchieste.html

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