“Bombardamento indiscriminato”: Amnesty accusa gli Usa di crimini di guerra in Yemen

nov 4, 2025 0 comments

Di Andrea Muratore

Nel contesto dell’Operazione Rough Rider, la campagna di bombardamenti contro i ribelli Houthi in Yemen condotta da marzo a maggio, gli Stati Uniti sono stati accusati da Amnesty International di aver compiuto un pesante crimine di guerra nella giornata del 28 aprile.

Le accuse di Amnesty

Il report di Amnesty, rilanciato da The Intercept che lo ha diffuso in anteprima, parla di un “bombardamento indiscriminato” che nella giornata del 28 aprile avrebbe preso di mira un centro di detenzione in cui erano trattenuti diversi migranti etiopi, uccidendo 61 persone e ferendone decine.

“Amnesty International ha intervistato 15 sopravvissuti all’attacco al centro di detenzione di Sa’ada e persone che hanno visitato il centro, due ospedali vicini e i relativi obitori subito dopo l’attacco”, nota The Intercept aggiungendo che “i ricercatori di Amnesty hanno anche analizzato immagini satellitari e filmati, tra cui scene che mostrano corpi sparsi nel complesso, soccorritori che estraggono sopravvissuti gravemente feriti dalle macerie e immigrati feriti negli ospedali”.

Rough Rider, il pugno duro di Trump in Yemen

Donald Trump e la sua amministrazione hanno ripreso in primavera i pesanti bombardamenti contro i ribelli filoiraniani interrotti a fine 2024 da Joe Biden, che li aveva varati assieme al Regno Unito, al fianco di Washington anche nella campagna di primavera.

I caccia decollati dalla portaerei Nimitz e i missili Tomahawk hanno più volte squassato le postazioni degli Houthi in una campagna più pesante di quella del 2024 e orientata a fermare gli attacchi al traffico navale del Mar Rosso. Alla fine, gli Usa e i ribelli hanno concordato una tregua barattando lo stop ai raid aerei con quello agli attacchi alle navi, anche se lo Yemen è stato pesantemente martellato da Israele da allora in avanti.

In questo contesto sarebbe maturata, dunque, l’operazione del 28 aprile, parte di una campagna aerea che per i maggiori margini di manovra concessi alle forze armate Usa ha preso molto di più nel mirino i civili. “Sotto Biden, l’attenzione sembrava concentrarsi sui lanciatori mobili per missili e droni, poi sulle infrastrutture”, ha detto al Times of Israel Luca Nevola, analista senior per lo Yemen e il Golfo presso l”Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled), aggiungendo che “Trump ha preso di mira le aree urbane in modo più intenso”.

La lunga guerra degli Usa in Yemen

224, secondo “Airwars”, i morti civili in una fase di due mesi dove i caduti tra gli Houthi sarebbero stati tra i 500 e i 600. L’intera operazione Poseidon Archer ne aveva causati 106 tra gennaio 2024 e gennaio 2025. Si è trattata della fase più acuta di un interventismo americano in Yemen che, a conti fatti, rappresenta il Paese dove da più tempo Washington ha operato.

A corrente alternata, e spesso nel silenzio, gli Usa compiono raid in Yemen dal 2002 contro Al-Qaeda prima, l’Isis e gli Houti poi. Proprio in Yemen, nel gennaio 2017, un membro dei Navy Seal fu il primo caduto in operazione della prima era Trump. La seconda ha inaugurato una fase di deciso interventismo. Se confermati, i fatti di Sa’ada aggiungerebbero un volto cupo a questa campagna, che a conti fatti non è riuscita a rimuovere gli Houthi. Ma si è inserita nel quadro delle altre guerre aeree americane nel canovaccio consolidato dell’interventismo pagato pesantemente dei civili oggetto delle operazioni Usa.

FONTE: https://it.insideover.com/guerra/bombardamento-indiscriminato-amnesty-accusa-gli-usa-di-crimini-di-guerra-in-yemen.html

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