Cosa sappiamo della proposta M5s sulla depenalizzazione della cannabis

gen 10, 2019 0 comments

Il senatore del Movimento 5 stelle Matteo Mantero ha presentato un disegno di legge per depenalizzare la coltivazione, in proprio o in forma associata, di cannabis. La proposta prevede anche di alzare i limiti di Thc – la sostanza psicotropa che è il principale principio attivo della canapa, nonché quello con valore legale per stabilire la legittimità della commercializzazione – per la cannabis legale (da 0,2% a 1%), e di togliere le sanzioni per la cessione gratuita di piccole dosi di marijuana tra maggiorenni.

Se il disegno di legge fosse approvato, ha sostenuto Mantero in un post apparso il 9 gennaio sul blog di Beppe Grillo, sarebbe possibile coltivare fino a tre piante femmine – quelle che producono le cime psicoattive – e detenere fino a 15 grammi di marijuana in casa e 5 grammi fuori.
Come funziona oggi
Attualmente in Italia la cannabis è autorizzata solo a scopo terapeutico e dietro prescrizione medica, mentre a scopo ricreativo è legale esclusivamente la cannabis light, in cui il quantitativo di Thc non deve superare una certa soglia.
Dopo la prima legalizzazione del 2016, e durante il boom di vendite dei nuovi esercizi commerciali appena seguito, la soglia dello 0,6% di principio attivo è stata ulteriormente ridotta in seguito a un parere negativo del Consiglio superiore di sanità.
La proposta di Mantero, invece, ricalca il modello dei Social club spagnoli, ma è comunque molto lontana da legalizzare tutta la filiera di produzione, trasformazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati.
Come aveva proposto il Movimento in campagna elettorale e come è stato fatto, già a partire dal 2016, in alcuni Stati nordamericani, tra cui Colorado, Washington, Oregon, Alaska e California.


Il ministro leghista della Famiglia, Lorenzo Fontana, che ha anche la delega alle tossicodipendenze, non l’ha presa bene: “Le proposte sulla legalizzazione della cannabis non sono mai state concordate, non sono nel contratto né nell’agenda della Lega. Il ddl ci sembra più una provocazione che altro”, ha spiegato ieri alla stampa.
Questa non è la prima volta che il senatore Mantero crea tensioni tra i due alleati di governo: nelle scorse settimane si era rifiutato di votare il decreto Sicurezza, cavallo di battaglia di Matteo Salvini, e per questo era finito all’esame del Collegio dei Probiviri insieme ad altri dissidenti, tra cui il senatore De Bonis e il comandante De Falco, poi espulsi.
I prossimi giorni serviranno a capire se il ddl sulla cannabis oltre al consenso del blog di Grillo, gode anche di quello del partito, e in particolare di Luigi Di Maio, ma al momento resta da escludere il consenso dell’alleato leghista alla proposta.

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