L'invasione di pollini allergenici che minaccia l'Europa

mag 30, 2015 0 comments


http://www.lescienze.it/news/2015/05/29/news/aumento_pollini_ambrosia_2050-2627885/

Nei prossimi decenni in Europa si registrerà una forte diffusione dei pollini di ambrosia, per effetto del cambiamento climatico, dello sfruttamento dei terreni e della dispersione sempre più massiccia dei semi di questa specie, che contaminano le sementi usate in agricoltura. Lo rivela il primo modello integrato della concentrazione di pollini di ambrosia, che raggiungeranno concentrazioni atmosferiche fino a quattro volte, o addirittura 12, quelle attuali.

Brutte notizie per chi è allergico all'ambrosia, una pianta che recentemente si è diffusa alle nostre latitudini.  Nei prossimi decenni, secondo uno studio pubblicato su “Nature”  da Lynda Hamaoui-Laguel del CNRS, i pollini della pianta aumenteranno in gran parte dell'Europa, raggiungendo concentrazioni atmosferiche fino a quattro volte - o addirittura 12 - quelle attuali.
 
L'ambrosia comune (Ambrosia artemisiifolia) è originaria del Nord America ma si è diffusa come specie aliena anche in Europa, in Sud America, nel Sud Est asiatico, colonizzando soprattutto i terreni agricoli e i bordi delle strade extraurbane. Nel Vecchio Continente, in particolare, la sua presenza è documentata in una fascia compresa tra i 42° e i 47° di latitudine nord, corrispondente alla Pianura pannonica, tra Ungheria, Austria, Slovenia e Croazia, all'Italia settentrionale e alle regioni sudorientali della Francia.
 
L'invasione di pollini allergenici che minaccia l'Europa
Una pianta di ambrosia comune (Ambrosia artemisiifolia) (Credit: Inra-Dijon)
L'allarme è dovuto al fatto che i pollini della pianta sono molto allergenici, e nei soggetti più sensibili possono provocare effetti gravi come la rinite allergica. I sintomi allergici dell’ambrosia hanno anche una collocazione temporale caratteristica, poiché si manifestano a partire dalla metà di agosto in poi e non primavera come nel caso di altre specie.
 
Hamaoui-Laguel e colleghi hanno realizzato il primo modello integrato della concentrazione atmosferica dei pollini di ambrosia, che è influenzata da diversi fattori che stanno cambiando negli ultimi anni, soprattutto per le attività umane e in particolare quelle agricole.

Queste attività infatti causano la dispersione dei semi che contaminano le sementi utilizzate nelle coltivazioni e dello sfruttamento dei terreni. Un altro fattore determinante è l’incremento della temperatura media, che altera le nicchie climatiche, favorendo la diffusione in zone prima non colonizzate dall’ambrosia.
 
L'invasione di pollini allergenici che minaccia l'Europa
Valori storici simulati relativi al periodo 1086-2005 (riquadri a e b) e proiezioni al 2050 (c, d, e, f) delle concentrazioni di pollini di ambrosia, ottenuti con i due modelli CHIMERE e RegCM: la scala di colore va da 0 grani per metro cubo (in bianco) a 25.000 grani per metro cubo (in rosso). Le mappe c e d si riferiscono allo scenario di cambiamento climatico moderato; le mappe e ed al cambiamento climatico estremo. Come si vede, l'Italia è interessata dall'aumento di diffusione dei pollini (Cortesia Lynda Hamaoui-Laguel/Nature Climate Change)
Le simulazioni mostrano che entro il 2050 la concentrazione dei pollini di ambrosia trasportati dal vento aumenteranno in media di quattro volte rispetto ai livelli attuali. Data l'incertezza sulla rapidità della dispersione, la concentrazione di pollini reale si collocherà tra lo scenario più ottimistico, che vede solo un raddoppio rispetto ai valori attuali, e quello più pessimistico, in cui sarà circa 12 volte maggiore.
 
Il modello mostra anche che gli incrementi più sostanziali si registreranno nell'Europa centrale del nord e nella parte meridionale del Regno Unito, aree in cui la concentrazione dei pollini ora è quasi nulla. Le concentrazioni tuttavia avranno aumenti consistenti anche in zone in cui l’ambrosia è già diffusa.

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