Giudice federale ordina scarcerazione di Cesare Battisti. Lui festeggia con una birra

ott 8, 2017 0 comments
Uno scatto consegnato ai fotografi, e quindi al mondo intero, per riaffermare, ancora una volta, il suo disprezzo nei confronti della legge e dell'Italia. Cesare Battisti sceglie ancora la linea della sfida, come ha fatto durante tutte le tappe della sua tormentata vicenda, e questa volta usa un simbolo goliardico, festoso: la birra. Dopo la tentata fuga dal Brasile verso la Bolivia, l'arresto e poi il rilascio, l'ex terrorista rosso si fa immortalare con il bicchiere in mano, seduto al tavolino di un bar dell'aeroporto internazionale di Campo Grande, in attesa del volo che lo porterà a San Paolo. Maglietta rossa sotto una giacca nera, sguardo fisso che accenna a un sorriso beffardo. Poi il gesto del brindisi in direzione dei flash.
Battisti festeggia, ma la protezione da parte del Brasile - Paese che lo ospita dal 2004 - vacilla. Il quotidiano Estado de S.Paulo scrive che l'asilo politico, concessogli nel 2010 dall'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula Da Silva, è a rischio. Alcuni membri del governo, infatti, sostengono che i reati commessi dall'ex terrorista con il suo presunto tentativo di fuga in Bolivia possono rafforzare le motivazioni giuridiche per la sua estradizione in Italia.
L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo era stato fermato mercoledì a Corumbà con l'accusa di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggio di denaro. Aveva con sé 6mila dollari e 1.300 euro. La difesa sostiene che il denaro, che gli è stato sequestrato, era compatibile con il viaggio insieme alle due persone che lo accompagnavano e non era superiore al limite legale.
Ora Battisti è libero e già nella sua casa sul litorale di San Paolo, secondo quanto riferisce il sito G1. in base al provvedimento di libertà provvisoria che gli è stato concesso la notte scorsa dal giudice d'appello, José Marcos Lunardelli, Battisti non potrà lasciare la zona in cui è residente senza autorizzazione e dovrà presentarsi ogni mese in tribunale. Nel motivare la concessione dell'habeas corpus, il magistrato ha sottolineato che non esistono prove di traffico di valuta né di riciclaggio, reati per i quali Battisti era stato incarcerato, e che il suo arresto ha rappresentato una "limitazione illegale della libertà di locomozione".
Restano confermate le indiscrezioni sulla volontà del Brasile di concedere all'Italia l'estradizione del terrorista. Sarebbe pronto un 'piano' per riportare l'ex terrorista dal Brasile in Italia, affermano i media locali, che citano gli sforzi del governo del presidente Michel Temer per trovare un 'escamotage' giuridico dell'ultim'ora. Prima però, secondo la stampa brasiliana, devono essere risolte alcune importanti questioni legali.
Tra gli ostacoli da superare ci sarebbe l'assenza di una dichiarazione formale da parte del governo italiano che si impegni a rispettare le regole su quella che i giuristi di Brasilia chiamano 'detrazione penale'. In base ai trattati di estradizione, le autorità di Roma devono cioè vincolarsi ad assicurare all'imputato lo stesso regime di detenzione previsto dalle leggi brasiliane. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha detto che l'Italia intende muoversi "con grande determinazione ma anche con grande cautela". "In questi anni e in queste ore - ha detto Orlando - il nostro Paese ha fatto ogni passo possibile sia dal punto di vista politico sia giudiziario per ottenere l'estradizione di Battisti. Oggi c'è un fatto nuovo, che è quello dell'arresto, che ci può consentire di avere più probabilità di successo. Bisogna muoversi con grande determinazione ma anche con grande cautela".
Il ministro ha ricordato che "proprio qualche mese fa Pasquale Scotti, il braccio destro di Cutolo, è stato assicurato alla giustizia italiana con la collaborazione delle autorità brasiliane. Oggi mi auguro si possa fare lo stesso con Battisti perché credo sia il modo migliore per dare sollievo alle vittime, per rendere onore a chi è caduto e per parlare anche a chi ha sofferto". Secondo il Brasile, l'Italia, dovrebbe impegnarsi ad applicare la pena prevista nel Paese per i delitti commessi da Battisti (condannato all'ergastolo nel nostro Paese), ovvero al massimo 30 anni di carcere.
Tutte le richieste di estradizione che si sono risolte in un nulla di fatto
La prima richiesta di estradizione in Italia dei confronti di Battisti risale al 1991, quando l'ex terrorista dei Pac, condannato per quattro omicidi, fu arrestato in Francia proprio su istanza dell'Italia. Parigi, però, lo dichiarò non estradabile. Oltralpe intraprese anche una carriera come scrittore di noir.
La seconda richiesta di estradarlo arrivò nel 2004. Battisti venne arrestato il 10 febbraio a Parigi sempre su richiesta delle autorità italiane sulla base delle condanne all'ergastolo per omicidio pronunciate nei suoi confronti. In Francia si scatenò una campagna in suo favore sostenuta dagli intellettuali della gauche. Il 3 marzo Battisti venne scarcerato. Il 30 giugno ci fu l'udienza per l'estradizione e la Chambre d'Instruction della corte d'appello diede il via libera.
Battisti fece ricorso in Cassazione e l'istanza fu respinta. La cosa sembrava fatta, ma il 14 agosto fu l'ultima volta in cui Battisti si presentò a firmare in commissariato, come previsto dalle misure nei suoi confronti, poi si rese irreperibile. Fu spiccato un mandato di arresto. E il 23 ottobre il primo ministro francese firmò il decreto di estradizione in assenza del condannato, latitante.
La terza richiesta di estradizione scattò in conseguenza dell'arresto dell'ex terrorista in Brasile, a Copacabana, il 18 marzo 2007. Alle indagini per catturarlo collaborò l'antiterrorismo italiano. Ma il Brasile riconobbe a Battisti lo status di rifugiato politico. Nel novembre 2009 si pronunciò il Supremo Tribunal Federal che, pur esprimendosi a favore dell'estradizione, lasciò l'autorità della decisione finale all'allora presidente Lula, che il 31 dicembre 2010 annunciò il suo no. Battisti venne successivamente scarcerato.
Ma il 3 marzo 2015 fu pronunciata nei suoi confronti in Brasile una sentenza di espulsione: alla base, la storia dei documenti falsi con cui, a suo tempo, era entrato in Brasile dalla Francia e da cui derivava, secondo i giudici, la nullità del permesso di soggiorno. Anche in questo caso, riprese corpo l'ipotesi di riportare Battisti in Italia e le autorità italiane si mossero in tal senso. L'espulsione fu poi annullata e tutto si fermò di nuovo. Fino al nuovo arresto e alla libertà appena riconquistata.
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FOTO:ANSA

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