Smartphone in auto, la sbornia del terzo millennio

set 5, 2015 0 comments


Di Pino Pignatta


La nuova emergenza si chiama "distrazione": alle cause degli incidenti concorrono sempre più l'alta velocità e l'utilizzo di smartphone e tablet mentre si è al volante. Roberto Sgalla, direttore della Polizia Stradale: «Siamo connessi 24 ore su 24 e non accettiamo più di non esserlo quando siamo alla guida». Un fenomeno in crescita tra i giovani. Giordano Biserni, fondatore dell'Asaps: «Le multe e la perdita dei punti non spaventano. Dovremo proporre il sequestro per un mese del cellulare?».






La sicurezza stradale, com'era prevedibile, e come più volte abbiamo segnalato su questo sito e sulle pagine cartacee di Famiglia Cristiana, sta pagando un prezzo molto alto alle nuove tecnologie, agli smartphone, ai tablet, alle connessioni a tutti i costi anche in auto, soprattutto tra i più giovani (e pure questo l'abbiamo più volte testimoniato). E persino nell'uso della cintura di sicurezza, che sembrava ormai un'abitudine consolidata tra gli italiani, stiamo facendo come i gamberi, torniamo indietro verso comportamenti sempre meno responsabili. La nuova emergenza (che poi tanto nuova non è) si chiama DISTRAZIONE. E l'allarme arriva direttamente dalla Polizia Stradale: quest'estate sono aumentati gli incidenti su strade e autostrade (13.501 nel 2014, 14.120 nel 2015, +4,6%) e i feriti: 10.456 contro 10.124, con una crescita percentuale del 3,3. «Dopo decenni, da gennaio a luglio di quest'anno abbiamo riscontrato un aumento di morti sulle strade», spiega il direttore del servizio di Polizia Stradale, Roberto Sgalla. «E alle cause degli incidenti concorrono l'alta velocità e l'utilizzo di cellulari e smartphone mentre si è al volante. Siamo connessi 24 ore su 24 e non accettiamo di essere disconnessi quando siamo alla guida. Ragioneremo sulle terapie da mettere in atto».

Nei due mesi estivi 2015 sono aumentate del 39,1% anche le contravvenzioni per non aver utilizzato viva voce o auricolari al volante. E forse è questo il dato che fa più riflettere. Il direttore della Polizia Stradale sottolinea che non accettiamo di "non essere connessi neppure alla guida". Ma almeno si potrebbero usare le tecnologie possibili all'interno delle tecnologie stesse: per esempio, collegare il proprio smartphone, via bluetooth, all'automobile. Un'operazione di una facilità disarmante, che basta fare una volta e poi la vettura tiene l'abbinamento - come si dice in termini tecnici, pairing - in memoria. E dunque, appena si (ri)sale in auto è pronto il collegamento con il telefono, in modo da poter chiamare, e ricevere chiamate, in tutta sicurezza senza lasciare neppure per un attimo le mani dal volante. E invece no: aumentano le multe per chi viene beccato con il telefono in mano mentre guida. 

L'inserto del periodico "Polizia Moderna" di agosto-settembre, ha un titolo inequivocabile: "Distrazioni fatali". Scrive il giornale della Polstrada: «Basta farsi un giro sulle nostre strade per notare che gli italiani al volante non sono tra i più disciplinati: cinture spesso “dimenticate”, quando non allacciate dietro la schiena per evitare quel fastidioso e insistente “beep” proveniente dal cruscotto, contorsioni varie per tenere il cellulare vicino all’orecchio invece di usare l’auricolare o il vivavoce e, sempre più spesso, flashate improvvise di allegre comitive su quattroruote che si scattano selfie a ripetizione per poi postare fotografie improbabili sui social network». Commenta Giordano Biserni, direttore dell'Asaps: «Nell’estate in cui si è parlato meno di sicurezza stradale e incidenti (forse perché è mancata la solita sostanziosa modifica del Codice della strada come avvenuto in diversi trascorsi mesi d’agosto) la sinistrosità stradale ha subito una brusca inversione della positiva tendenza degli ultimi anni. La stessa Polizia Stradale ci ha risvegliato dal torpore agostano: gli incidenti sono tornati a crescere 972 le vittime nei primi sette mesi contro le 952 dello scorso anno. Un dato preoccupante e ancora da analizzare è l’impennata della mortalità notturna nel periodo estivo con un incremento intorno al 200%. Crescono anche le vittime fra i motociclisti».

I motivi di questo aumento degli incidenti? Servirà una analisi approfondita per certificarli, ma l'Associazione sostenitori e amici della polizia Stradale propone alcune considerazioni: «Intanto la stagione è stata particolarmente buona e questo - lo abbiamo visto – ha incentivato la mobilità turistica e quella generale per i deboli bagliori di ripresa che si sono intravisti. Questo si è tradotto in più veicoli in circolazione, più moto impegnate nelle escursioni dei week end (nell’ultimo fine settimana di agosto mentre Valentino saliva sul podio di Silverstone con Petrucci e Dovizioso, e sventolavano tre bandiere tricolori, in Italia morivano in incidenti stradali addirittura 14 motociclisti! Un preoccupante record negativo». Va anche ricordato a questo proposito che mettersi davanti alla Tv per vedere le "battaglie" tra valentino Rossi e Lorenzo, e poi inforcare la moto per tentare di emularli è un grave rischio: primo, la strada non è una pista, dove ci sono vie di fuga e ambulanze pronte; secondo, l'ultimo in classifica dei piloti della MotoGp è infinitamente più bravo di un qualsiasi "centauro della domenica". Imitarlo sui tornanti di una gita, per far bella figura con la fidanzata, non ha nessun senso ed è un'idiozia.

Va poi ribadita una considerazione finale su quella che Giordano Biserni definisce la  nuova "sbornia del terzo millennio": la distrazione da cellulare alla guida e utilizzo delle varie forme della messaggistica. Aggiunge il presidente dell'Asaps: «Nonostante alcuni servizi di contrasto effettuati dalla polizia i conducenti non sembrano spaventarsi della sanzione di 161 euro e della perdita di 5 puntiDovremo proporre il sequestro per un mese del cellulare...? Anche il contrasto all’alcol fra allentamenti dei servizi e ricorsi in serie ai giudici che vanificano l’operato delle forze di polizia con motivazioni assurde e risibili sembra più debole. Credo che nel 2015 non avvicineremo la quota di quasi 2 milioni di soffi come nel 2013. Aggiungiamo poi la demonizzazione degli autovelox e misuratori di velocità in genere. Insomma sull’albero della sicurezza stradale, dove abbiamo ottenuto risultati molto buoni negli ultimi anni, sembra che le ciliegie basse siano finite. Ora servirebbe una maggiore determinazione, più presenza di divise su strada, strumenti specialistici adeguatamente distribuiti come i narco test, controlli costanti al trasporto pesante e la legge sull’Omicidio stradale. Insomma bisogna salire più in alto sulla pianta, ma questa estate non si sono visti grandi arrampicatori».

Eppure, nonostante i dati, nonostante gli allarmi, i numeri dei morti e l'evidente fenomeno (in crescita) di chi messaggia mentre guida, o smanetta sul navigatore satellitare in pieno traffico, nulla sembra indurre gli automobilisti italiani a comportamenti più responsabili. Anche in questo sito di Famiglia Cristiana, quando affrontiamo questi argomenti di sicurezza stradale, i commenti sono rarisssimi e il dibattito inesistente. Forse è scomodo guardare in faccia la realtà e le fotografie drammatiche degli incidenti danno fastidio. Ma forse tra i tanti (troppi) giovani che insistono a mandarsi messaggi Whatsapp o a farsi i "selfie" ai 130 all'ora in autostrada (quando va bene), perché alla guida si sentono onnipotenti, ci sono anche i nostri figli o i nostri nipoti.

FONTE:http://www.famigliacristiana.it/articolo/smartphone-in-auto-la-sbornia-del-terzo-millennio.aspx

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