Il nuovo ordine mondiale di Xi: perché quello che è successo a Pechino è importante

ott 21, 2023 0 comments


Di Federico Giuliani

Due guardie cinesi impettite, nel tradizionale abito color kaki, aprono le porte dorate della Grande Sala del Popolo di Pechino. Il primo a varcare la soglia della stanza è il padrone di casa, Xi Jinping, seguito, a pochi passi di distanza, dal presidente russo Vladimir Putin. Dietro di loro, seguono decine e decine di altri leader e funzionari provenienti da svariati Paesi, pronti a prender parte al sontuoso banchetto offerto dalla Cina.

È iniziato così, con questo effetto altamente scenico, il terzo Forum della Belt and Road per la Cooperazione Internazionale, un evento diplomatico promosso dal governo cinese per celebrare il decimo anniversario della Belt and Road Initiative (Bri), ma anche per rilanciare il progetto e adattarlo alle nuove esigenze internazionali. In un certo senso, gli invitati costituiscono un macrocosmo che tratteggia, a grandi linee, il nuovo ordine mondiale auspicato da Xi: non più una comunità internazionale assoggettata all’Occidente, ma un gruppo di Stati posti sullo stesso piano e desiderosi di collaborare tra loro facendo leva sul mutuo vantaggio.

Un altro particolare da non sottovalutare: nella foto di gruppo, Putin era in prima fila insieme al presidente cinese, ed è stato il secondo a parlare dopo Xi. Successivamente, i due hanno avuto un incontro bilaterale di tre ore, durante il quale hanno discusso, tra gli altri dossier, di Ucraina e Medio Oriente.

Il messaggio di Xi

La Bri, lanciata nel 2013 da Xi in persona, ha visto la Cina investire circa trilioni di dollari in investimenti e progetti infrastrutturali in tutto il mondo. L’iniziativa è stata ampiamente lodata per aver stimolato lo sviluppo in molti Paesi, ma è stata anche criticata per aver talvolta gravato i mutuatari con montagne di debiti puntando su progetti dispendiosi.

In ogni caso, nel suo intervento Putin ha promesso sostegno al vasto progetto di Pechino, affermando che è “in sintonia con le idee russe”, e ha elogiato “i nostri amici cinesi” per i loro risultati. Rivolgendosi ad una sala piena di delegati provenienti soprattutto dal cosiddetto gruppo dei Paesi in via di sviluppo del Sud del mondo, il capo del Cremlino ha inoltre dichiarato che “Russia e Cina e la maggior parte degli stati del mondo condividono aspirazioni” alla cooperazione e al progresso economico. La sensazione è che Xi abbia sfruttato la partnership con Putin – e utilizzato il presidente russo nei panni di sponsor – per pubblicizzare la riproposizione della Bri.

Agli occhi degli Stati Uniti, Pechino e Mosca non starebbero nient’altro che giocando di sponda nel tentativo di costruire un blocco geopolitico ad hoc per rivaleggiare con l’Occidente, mentre il governo cinese replica sottolineando l’inclusività dell’iniziativa. Certo è che sia la Cina che la Russia hanno denunciato più volte “l’egemonia globale” degli Usa ed invocato un mondo “multipolare” con più centri di potere.

Proprio per dare forma ad un disegno del genere, il Dragone ha pubblicato due libri bianchi per descrivere la Bri come catalizzatore, nonché fondamento, di un nuovo fantomatico ordine mondiale più “giusto e inclusivo”. Xi ha inoltre presentato un piano in otto punti per portare avanti la Bri, che comprende la promozione di progetti più piccoli, lo “sviluppo verde” e la “costruzione dell’integrità”. I rappresentanti dei Paesi dell’Africa, del sud est asiatico e del sud America hanno ascoltato con attenzione. 

L’ordine alternativo

Tra i leader invitati al forum di Pechino c’erano, tra gli altri, l’ungherese Viktor Orban (l’unico leader europeo), il presidente kazako Kassym-Jomart TokayevJoko Widodo dell’Indonesia e altri personaggi provenienti da Africa, Asia e America Latina. Anche i Talebani – seppur il loro governo in Afghanistan non sia riconosciuto – hanno inviato una delegazione. “Come dice il proverbio, quando regali rose ad altri, la fragranza rimane sulla tua mano”, ha detto Xi. “In altre parole, aiutare gli altri è anche aiutare se stessi. Considerare lo sviluppo degli altri come una minaccia o considerare l’interdipendenza economica come un rischio non migliorerà la propria vita né accelererà il proprio sviluppo”, ha proseguito il presidente cinese.

La Bri è dunque uno strumento fondamentale per costruire un ordine capace di includere il Sud del mondo. Xi considera ancora il programma attraente per le nazioni in via di sviluppo, che dal canto loro possono utilizzare il denaro cinese e non vedono la necessità di prendere posizione su questioni come i diritti umani e la sovranità territoriale.

Illustrando i nuovi passi del progetto, la Cina si è soffermata sul concetto di sviluppo di alta qualità, di economia digitale e sviluppo verde sostenibile. Nel frattempo, Pechino inietterà 10 miliardi di dollari nel Fondo della Via della Seta, mentre la China Development Bank e la Export-Import Bank of China istituiranno ciascuna uno strumento di finanziamento di circa 40 miliardi. Basterà tutto questo per convincere il Sud del mondo a scegliere la strada cinese?

FONTE: https://it.insideover.com/politica/il-nuovo-ordine-mondiale-di-xi-perche-quello-che-e-successo-a-pechino-e-importante.html

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