Riflessioni sulla strage al Charlie Hebdo

gen 9, 2015 1 comments


Di Salvatore Santoru

In questi giorni la Francia e l'Europa sono state scosse dalla strage al Charlie Hebdo, nella quale ben 12 persone sono state uccise da 2 terroristi.
Su questo fatto, si è già detto molto nei quotidiani o nei talk show politici, anche se perlopiù si è assistito ai soliti battibecchi tipici di questi momenti.

Facendo delle considerazioni in merito a tale tragico fatto, per prime cose c'è da dire che si è trattato di un grave attacco alla libertà d'espressione, come è stato rimarcato più nei media e che tale strage non ha necessariamente solo origini religiose.

Infatti, l'Islam di per sé non c'entra molto con questa tragedia, mentre semmai ne è coinvolto l'islamismo radicale, che non è altro che l'utilizzo politico della religione per fini tutt'altro che nobili.


Islamismo che grazie al sostegno economico di Arabia Saudita e Quatar, si sta sempre di più diffondendo nel mondo e specialmente in Europa nella sua versione salafita, trovando consensi perlopiù in giovani (specialmente migranti di seconda o terza generazione) privi di ideali e di valori, e coniugandosi con certe tendenze "culturali" dominanti nella società occidentale contemporanea.




Questa tragedia risulta anche il prodotto del caos sociale in Francia, di cui i continui disordini delle banlieue sono uno dei più forti e vistosi sintomi.


Per quanto sia scomodo dirlo, bisogna anche constatare che questo come altri episodi gravi e meno gravi risultano come conseguenza del parziale fallimento della gestione della società multietnica e multiculturale in Francia, la quale non si è rivelata l'Eden preannunciato ma si è dimostrata portatrice di vecchie e nuove ghettizzazioni e continue "guerre tra poveri".

La situazione risulta alquanto instabile e a meno che non si cambi decisamente direzione, potrebbero ulteriormente degenerare, specialmente con l'acuirsi della crisi economica e sociale.

Commenti

  1. In un telegiornale main-stram di ieri, si rendeva conto della visita ufficiale del nostro Governo in Arabia Saudita, definita dal sottosegretario intervistato, "mondo arabo civile".

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