Una buona notizia per la salute di 250 milioni di africani. Lo scorso 1° dicembre ad Abuja i rappresentanti di cinque stati dell’Africa occidentale – Nigeria, Benin, Togo, Ghana e Costa d’Avorio – hanno sottoscritto un accordo per vietare l’importazione dei cosiddetti “dirty fuels” (carburanti sporchi) provenienti dall’Europa.
Si tratta di prodotti la cui vendita è vietata nei Paesi dell’Unione europea a causa dell’alta concentrazione di inquinanti che vengono, invece, liberamente esportati nei Paesi africani, approfittando dei più bassi standard di sicurezza.
Una pratica, denunciata nel mese di settembre da un rapporto dell’ONG svizzera Public Eye, che frutta ogni anno milioni di euro alle imprese produttrici. Le analisi svolte durante l’inchiesta su campioni di carburante prelevati nei distributori di benzina di otto Paesi africani hanno mostrato, infatti, contenuti di zolfo fino a 378 volte più elevati di quelli autorizzati in Europa. Sono state trovate anche altre sostante nocive come benzene e idrocarburi policiclici aromatici, a livelli egualmente proibiti dalle norme europee.
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