I dollari degli Stati Uniti d’America dietro i paramilitari di El Salvador

giu 3, 2018 0 comments
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Di Lorenzo Vita
Una rivelazione inquietante quella della Cnn sui rapporti fra Stati Uniti ed El Salvador.
Secondo quanto appreso dal media americano, gli Stati Uniti hanno finanziato ed equipaggiato sottobanco gli ufficiali della polizia paramilitare di El Salvador. Quelle stesse bande accusate dalle autorità salvadoregne di aver eseguito condanne a morte illegali nei confronti di membri di alcune bande criminali.

La “Mano Dura” di El Salvador

Tutti i governi di El Salvador hanno avuto un enorme problema legato alla criminalità organizzata. Il crimine, nel piccola repubblica centroamericana, è un male endemico dalle cifre drammatiche. Dopo la guerra civile, il numero dei crimini e degli omicidi è aumentato vertiginosamente. Come scrive Lettera43, “El Salvador […] con quasi 4 mila omicidi commessi nel 2017 ha il triste primato di Paese più violento del mondo. La capitale San Salvador è anche la capitale mondiale della criminalità con 136 omicidi ogni 100 mila abitanti“.
Dalla fine degli anni Novanta i governi hanno messo in campo una politica estremamente repressiva. E nel 2003, il presidente Francisco Flores della Alianza Republicana Nacionalista ha svelato il cosiddetto piano “Mano Dura”.  Il piano consisteva nel dare poteri sempre più ampi alla polizia e ai militari. Le condanne per i membri delle gang sono aumentate nel numero e nella gravità. Decine di migliaia gli arresti nei primi anni di operazioni. Molti degli arrestati rilasciati senza alcuna condanna.
Le accuse (e le condanne) per incostituzionalità della legge, non hanno fermato i governi. Il piano, implementato nel 2006 con i termine di “Super Mano Dura”, ha portato a una nuova ondata repressiva e nel 2014 è stato rifinanziato dal governo. Cambiati i colori dei leader del Paese, non è cambiata la matrice della guerra alla criminalità. Il presidente Mauricio Funes ha provato a creare un sistema di accordi, ma sta fallendo.
Tutto questo, con pesanti accuse anche da parte delle Nazioni Unite, di aver creato un sistema assolutamente fuori dalle norme basilari del diritto.

I fondi degli Stati Uniti

In tutto questo, le varie amministrazioni americane hanno pompato soldi nelle casse della polizia e dei militari salvadoregni impiegati in questa repressione. Tra i beneficiari, anche ufficiali di unità della polizia  paramilitare che hanno giustiziato arbitrariamente 43 presunti membri di una banda. E la stessa polizia salvadoregna li considera omicidi.
La Cnn spiega che “i documenti disponibili pubblicamente raramente specificano quali unità abbiano beneficiato dei 67,9 milioni di dollari in aiuti totali dati nel 2016 e dei 72,7 milioni di dollari dell’anno scorso“. Sicuramente c’erano anche dei consulenti della Dea e dell’Fbi.
Due fonti anonime hanno però confermato che l’unità destinataria del finanziamento fosse la Fuerza Especializada de Reacción, unità d’élite creata nel 2016 dal governo di El Salvador. 
Come spiegato dalle fonti americane, in questo caso il governo degli Stati Uniti ha utilizzato una sorta di “compromesso morale”. A parte il legame politico con il Paese centroamericano, rafforzato dal sostegno alla lotta alla criminalità, per Washington si tratta di sostenere la guerra contro una delle peggiori organizzazioni criminali del mondo: la Ms-13 o Mara Salvatrucha.

Lotta senza tregua e controversie

Nata a Los Angeles negli anni Ottanta del secolo scorso, l’organizzazione si è diffusa in tutte le Americhe e sono decine di migliaia i suoi adepti che si annidano in tutta l’American centrale, anche e soprattutto a El Salvador.  Sono ramificati, molto violenti, ed estremamente pericolosi. Sono quelli che Donald Trump ha definito “non persone, ma animali”.
Di fronte alle prove ottenute dalla Cnn, “un portavoce dell’ambasciata americana a El Salvador ha ammesso per la prima volta che gli Stati Uniti hanno fornito assistenza all’unità paramilitare, ma ha affermato che ‘il governo Usa prende estremamente sul serio le accuse di esecuzioni extragiudiziali, e ha costantemente espresso preoccupazione per le accuse di abusi delle forze di sicurezza”.

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