Dan Costa, L'INTERVISTA: il nuovo singolo, le collaborazioni e il jazz

apr 10, 2022 0 comments


Daniel Greco Costa, in arte "Dan Costa", è un giovane compositore e pianista di origine italo-portoghese nato nel 1989. Dan Costa ha studiato pianoforte classico presso l'”Académie de Musique Rainier III” e, tra l'altro, nel 2010 ha conseguito un diploma con merito presso il “Liverpool Institute for Performing Arts” di Sir Paul McCartney.

Il musicista ha pubblicato tre album, “Suite Três Rios”, “Skyness” e “Live in California”, e ha all'attivo alcune collaborazioni con importanti musicisti jazz di fama mondiale(1).

Il suo nuovo singolo si intitola "Iremia".

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1- Il 9 marzo 2022 è uscito il tuo nuovo singolo, “Iremia”. Parlaci di questo tuo brano.

Iremia, pace interiore in greco, è nato sull’isola di Paros, nelle Cicladi, dove ho vissuto per diversi anni, ispirato dal carattere pittoresco ed armonioso di questo luogo e dai suoi colori luminosi, nonché da uno stato d’animo universale, di contemplazione.


2- Il brano vanta la collaborazione di Randy Brecker, famosissimo trombettista statunitense. Com’è stato collaborare con Brecker?


Gli ho inviato una mail con una versione piano solo del mio brano alla quale ha risposto nel giro di pochi minuti. Era entusiasta e voleva registrare la sua traccia con la tromba o con il flicorno. Anche se la melodia del brano era suonata al piano e l’assolo eseguito da questo strumento, c’era spazio per un’interazione profonda, dato il carattere contemplativo e per certi versi minimalista del brano.


3- Qual è la tua considerazione sull’attuale stato del jazz, principalmente in Italia e negli Stati Uniti?


Sebbene il grande pubblico continui a dedicarsi ad altri stili musicali, ci sono fortunatamente sempre più musicisti jazz e corsi il cui obiettivo è mantenere viva questa tradizione, di base americana ma ormai internazionale. Si è intensificata l’interazione con diversi generi della cosiddetta world music, come il flamenco, le sonorità provenienti dalla tradizione folklorica italiana o i ritmi brasiliani. In questo contesto, ci sono sia musicisti che si concentrano sui cosiddetti standards che altri pronti a dedicarsi a brani originali o ad entrambi, sia in chiave tradizionale sia più moderna, sfidando determinate regole all’insegna dell’espressione personale.


4- Hai all’attivo tre album, “Suite Três Rios”, “Skyness” e “Live in California”. Parlaci di essi e delle loro peculiarità.


Il primo coglie la diversità ritmica del Brasile, che va dagli stili più conosciuti all’estero come il samba e la bossa nova, entrambi di Rio, fino ai ritmi del Nordest del paese, quali il baião e il maracatu. Sebbene il titolo sia stato ispirato dall’incontro dei fiumi Negro con Solimões nell’Amazonia, rispecchiando l’incontro di diverse culture, i brani dell’album sono stati scritti in diversi luoghi suggestivi, come il Pantanal e le cascate dell’Iguazú, durante l’anno in cui ho studiato musica brasiliana popolare e classica nell’UNICAMP a San Paolo. L’album è stato registrato alcuni anni dopo a Rio, con Jaques Morelenbaum, Leila Pinheiro ed altri artisti brasiliani. Il secondo album, Skyness, è stato registrato ad Arte Suono, in Italia. Nonostante le sue radici cicladiche, c’era anche lì l’impronta dell’universo musicale brasiliano, con tocchi di fado, di flamenco, e di musica classica. In quest’occasione ho collaborato con musicisti come Roberto Menescal, uno dei fondatori della bossa nova, Seamus Blake, Nelson Faria e Romero Lubambo. Il terzo album, invece, registrato quasi per caso durante l’ultimo concerto del tour di Skyness, coglie la spontaneità del suonare dal vivo prima di un periodo nel quale non ci sarebbero stati concerti per molti musicisti. È stato il primo album piano solo, nonché il primo registrato dal vivo e anche l’unico album in cui non ho presentato brani originali, avendo suonato sia brani miei lanciati precedentemente sia dei classici del repertorio jazzistico.


5- Nel 2020 hai collaborato con il grande cantante e compositore brasiliano Ivan Lins. Quanto ti ha arricchito questa esperienza e quanto ritieni importanti le collaborazioni?


Le collaborazioni sono importanti per creare ponti tra culture e personalità diverse. La ricchezza timbrica che si può ottenere in questi casi è da sottolineare, soprattutto se sono artisti con i quali ci identifichiamo o che addirittura hanno segnato la nostra crescita musicale. L’incontro con Ivan Lins è stato naturale, dato che avevamo vari colleghi in comune e dovuto al suo legame con il Portogallo. Non ci conoscevamo e non avevamo neanche fatto delle prove prima di registrare a Lisbona a febbraio. Dopo una chiacchierata di più di un’ora, abbiamo fatto soltanto due takes del suo classico Love Dance, che avevo scelto non solo dovuto all’importanza di questo brano, interpretato da artisti come Sarah Vaughn e George Benson, ma soprattutto per il suo messaggio di unione.


6- Progetti per il futuro?


Ci saranno notizie a breve sulla mia pagina www.dancosta.net, e su reti sociali come Instagram. A presto!

NOTA:


CREDITI: PH Anton Levin

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