Cosa non torna nella difesa di Hunter Biden

mar 2, 2023 0 comments


Di Roberto Vivaldelli

Si incrina la posizione di Hunter Biden, mentre i repubblicani alla Camera non nascondono la volontà di voler di indagare al più presto sul figlio del presidente Usa. Anche nell’opinione pubblica filo-dem, infatti, sorgono sempre dubbi sugli affari di Hunter e della sua famiglia. Nelle ultime settimane, come abbiamo già spiegato su IlGiornale.it, la strategia del lobbista e figlio del presidente Usa, è cambiata. Come riportato dal New York Post, nella lettera di 14 pagine inviata al procuratore generale del Delaware Kathy Jennings, l’avvocato di Biden, ha affermato che il proprietario del negozio John Paul Mac Isaac ha “illegalmente” avuto accesso ai dati del laptop di Hunter e ha lavorato in combutta con l’avvocato personale dell’ex presidente Donald Trump, Rudy Giuliani, al fine di screditare il suo assistito, diffondendo in maniera illegittima i contenuti del laptop.

“Questo sporco trucco politico – si legge – ha portato direttamente all’esposizione, allo sfruttamento e alla manipolazione delle informazioni private e personali del signor Biden”, ha scritto Abbe Lowell, ex legale dei Trump e ora alla corte dei Biden. I federali recuperarono il laptop nel dicembre 2019, ma non prima che Isaac ne facesse una copia e la consegnasse all’avvocato personale di Giuliani, Robert Costello. Giuliani ha fornito al New York Post una copia del disco rigido nell’ottobre 2020. Archiviata dunque la tesi della “disinformazione russa”, dopo oltre due anni si ammette l’esistenza del famigerato laptop. Cos’altro nasconde il figlio del presidente Usa?

“Hunter Biden deve spiegare”

La novità di queste ore è che anche a sinistra sorgono dubbi sulla figura di Hunter Biden. Come scrive Ana Marie Cox sul New York Times, per due anni, “i conservatori hanno accusato il figlio ribelle del presidente Biden di traffico d’influenza, riciclaggio di denaro, corruzione e lobbying straniero illegale – e hanno cercato di trasformare le sue disavventure in un’idra tentacolare abbastanza potente da intrappolare e distrarre l’intera amministrazione. Con il controllo sulle indagini alla Camera, potrebbero finalmente ottenere ciò che vogliono: rovesciare la vita di Hunter Biden”. A questo punto, nota Cox, il presidente Joe Biden dovrebbe chiedere al figlio di “collaborare con il Dipartimento di Giustizia”. Ad oggi, sia il presidente, che sia moglie, la First Lady Jill, hanno ripetutamente affermato che Hunter è “innocente” e che non ha nulla a che fare con le accuse di corruzione che gli sono piovute addosso.

Il punto è che non si tratta di accuse evanescenti provenienti solo dal partito repubblicano: com’è emerso nel 2020, l’ufficio del procuratore del Delaware sta indagando su di lui per questioni fiscali. Lo stesso procuratore ha dichiarato di voler esaminare “molteplici questioni finanziarie”, al fine di appurare se il figlio del Presidente Usa e i suoi soci “hanno violato le leggi fiscali e sul riciclaggio di denaro nei rapporti d’affari in paesi stranieri, principalmente con la Cina”.

A che punto sono le indagini

Come riferito da Politico nei giorni scorsi, se i repubblicani non vedono l’ora di indagare su Hunter Biden, il gop deve tenere conto dell’indagine parallela dei federali. Si tratta infatti di “indagini che differiscano per focus e portata”: il Gop sta “esaminando i possibili conflitti di interesse della famiglia Biden” mentre il Dipartimento di Giustizia “si concentra sui potenziali crimini del figlio del presidente Usa”. Il presidente del comitato James Comer ha spiegato a Politico che il Dipartimento di Giustizia “dovrebbe astenersi dall’emettere qualsiasi atto d’accusa contro Hunter Biden” in modo che i repubblicani “possano completare la loro indagine”. I repubblicani hanno formalmente dato il via alle loro indagini sulla famiglia Biden nelle scorse settimane con la loro prima udienza pubblica incentrata sulla decisione di Twitter di limitare la diffusione di uno scoop del New York Post su Hunter Biden poco prima delle elezioni del 2020. – I funzionari di Twitter hanno riconosciuto pubblicamente di considerare quella decisione come un errore.

Di cosa è accusato il figlio del presidente Usa

Le accuse che potrebbero essere formulate dai pubblici ministeri contro Hunter Biden riguardano presunte violazioni fiscali e una falsa dichiarazione in relazione all’acquisto di un’arma da fuoco del figlio del presidente in un momento in cui gli sarebbe stato proibito farlo a causa a causa della sua – ampiamente nota – tossicodipendenza (dalla quale è uscito). L’indagine del Dipartimento di Giustizia si è concentrata sulle attività finanziarie e commerciali di Hunter Biden in Paesi stranieri – come l’Ucraina e la Cina – risalenti al periodo in cui il padre era vicepresidente degli Stati Uniti. Ma gli investigatori, secondo la Cnn, hanno esaminato una serie di “condotte più ampie”, cercando di capire se Hunter Biden e i suoi associati abbiano violato le norme relative al riciclaggio di denaro e al finanziamento illecito della campagna elettorale, oltre ad altre possibili violazioni di leggi inerenti il fisco americano.

Al di là dell’indagine del Doj, proprio l’Ucraina, per Hunter Biden, rappresenta un punto dolente su cui il Gop potrebbe indagare presto. Prima di approdare in Burisma Holdings nel 2015, società che opera nel mercato ucraino del gas naturale dal 2002, il figlio di Joe Biden aveva lavorato presso il National Democratic Institute (Ned), un’organizzazione di “promozione della democrazia” finanziata dagli Stati Uniti. Hunter venne così arruolato in una posizione di grande prestigio e ben remunerata in Burisma Holdings, nonostante la sua totale mancanza di esperienza nel settore energetico e negli affari interni ucraini. Perché questa storia potrebbe “inguaiare” il presidente Usa? Come rivelato dal New York Post, esiste un’e-mail del 2015 di un dirigente di Burisma nella quale ringrazia Hunter per avergli presentato l’allora vicepresidente Usa, a Washington, smentendo così l’affermazione di Joe Biden secondo cui non si sarebbe mai interessato degli affari del figlio. L’incontro con l’alto dirigente di Burisma avvenne meno di un anno prima che l’allora vicepresidente di Obama facesse pressioni sui funzionari del governo di Kiev affinché licenziassero un procuratore che stava indagando sulla stessa società ucraina di cui faceva parte il figlio.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/cosa-non-torna-nella-difesa-di-hunter-biden.html

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