Kherson sarà il crocevia della guerra in Ucraina

nov 9, 2022 0 comments


Di Andrea Muratore

Secondo quanto si apprende dai canali non ufficiali che monitorano la guerra in Ucraina, Kherson in queste ultime giornate è diventata una città fantasma. La bandiera russa, secondo il New York Times “è stata tolta dagli edifici amministrativi. I posti di blocco russi sono stati abbandonati. Il governo di occupazione nominato dal Cremlino è fuggito e i civili dicono che i servizi essenziali hanno smesso di funzionare”.

Gli eventi degli ultimi giorni a Kherson hanno alimentato speculazioni su ciò che sta accadendo nella città chiave nel sud dell’Ucraina. L’apparente ritiro della forza di occupazione russa è un preludio a un ritiro completo da parte delle forze di Mosca? O rappresenta una trappola finalizzata ad attirare le truppe ucraine in un’imboscata? Tra comunicazioni irregolari, affermazioni non verificate da parte di funzionari russi e informazioni limitate provenienti dall’esercito ucraino, quel che è certo è il fatto che Kherson ha una valenza strategica decisiva e il controllo della città è importante.

Il presidente russo Vladimir Putin ha potuto vantare a inizio marzo la conquista dell’ampia regione di Kherson come primo successo strategico del Cremlino in Ucraina. A fine settembre Mosca ha annesso la regione di Kherson e altri tre territori ucraini occupati, in una mossa che è stata ampiamente denunciata come illegale, dopo avervi introdotto il rublo e garantito ai suoi abitanti pratiche agevolate per la cittadinanza. Per Mosca occupare Kherson avrebbe dovuto essere il preludio al cedimento del fronte difensivo ucraino nel settore, spalancando a Mosca la possibilità di consolidarsi sull’asse compreso tra i confini di Stato, il Mar Nero e l’ansa orientale del fiume Dnepr. Costruendo, inoltre, testa di ponte per un balzo più a ovest, verso la città portuale di Odessa.

Occupare Kherson serve poi alla Russia per mettere al sicuro le fonti idriche anelate da Crimea e Donbass per una totale autonomia dalle contromosse ucraine. La Russia punta inoltre sulla difesa di Kherson per blindare sotto il suo controllo l’estuario del Dnepr e interdirlo agli ucraini tagliandone l’accesso al Mar Nero. Come crocevia strategico il suo controllo è fondamentale per sottolineare la volontà dei russi di mantenere un approccio offensivo in Ucraina.

Se le forze russe fossero cacciate dalla città di Kherson e dall’altra parte del fiume, ciò rappresenterebbe un duro colpo simbolico per il Cremlino e la sua ambizione di conquistare tutta l’Ucraina meridionale. Segnalerebbe la recessione di Mosca da attaccante a potenza in stallo. Su Kherson l’Ucraina preme dall’estate e ha ripreso slancio nell’offensiva dopo aver scatenato il blitz a Est a metà settembre.

Il New York Times ha sottolineato che “i vasti campi aperti della regione, attraversati da canali di irrigazione che costituiscono eccellenti posizioni difensive, hanno rallentato l’approccio ucraino e l’arrivo dell’autunno ha trasformato gran parte del terreno in fango“, frenando gli aneliti di Kiev per un’ulteriore offensiva. Una costante che ogni belligerante attivo tra Ucraina e Russia conosce da secoli: in russo, la parola per la stagione fangosa è “rasputitsa“, e in ucraino, è “bezdorizhzhya“. Entrambi i termini significano essenzialmente “cattive strade”.  I report a disposizione di Kiev dicono che “la Russia ha inviato alcuni dei suoi combattenti più esperti nella regione e ha accumulato munizioni e altri rifornimenti. Secondo le stime ucraine, ben 40.000 soldati russi stanno ancora tenendo linee difensive a ovest del fiume”.

Volodymyr Zelensky vuole a tutti i costi Kherson e l’ha indicata come obiettivo della nuova offensiva ucraina. Per Kiev riconquistare la città vorrebbe dire ottenere un triplice obiettivo: mostrare la fragilità del controllo delle aree che Mosca ha proclamato come annesse al territorio nazionale; rimettere in discussione il controllo della Russia sul bastione crimeano; blindare la posizione sulla sponda occidentale del Dnepr in vista della fase di pausa forzata dai combattimenti. Kherson sarà il vero e proprio pomo della discordia delle prossime settimane di conflitto. Se all’arrivo dell’inverno la Russia la terrà, potrà dirsi capace di riprendere in futuro ad avanzare. Spazzando via le forze di Mosca, invece, l’Ucraina imporrebbe l’inerzia. E potrebbe addirittura pensare di effettuare eventuali trattative in posizione di forza maggiore. Simbolismo e importanza strategica fanno di Kherson il crocevia della guerra in Ucraina. Chi finirà l’anno controllandola potrà dirsi depositario di un relativo vantaggio sistemico contro l’avversario.

FONTE: https://insideover.ilgiornale.it/guerra/kherson-sara-il-crocevia-della-guerra-in-ucraina.html

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