Di Giovanna Cosenza
Da qualche anno si moltiplicano le applicazioni che permettono di inviaremessaggi che, invece di rimanere archiviati online per sempre, si autodistruggono dopo essere stati ricevuti e visualizzati. La tendenza risponde al bisogno di privacy e intimità che i social media più diffusi al mondo (Facebook e Whatsapp in primis) non soddisfano.
Queste applicazioni sono definite temporary o ephemeral social media e la loro diffusione è arrivata al punto che alcuni entusiasti vi hanno visto il futuro dei social network, arrivando a parlare di Ephemeralnet, rete effimera. Al momento il temporary social network più diffuso al mondo è Snapchat, che è una social mobile platform, accessibile solo su smartphone: per la sua crescita rapidissima (nato nel settembre 2011,conta oggi 200 milioni di utenti attivi al mese) è considerato «the fastest growing social network».
In Italia la diffusione di Snapchat è ancora limitata, per cui sui media – e persino in molti ambienti specializzati – se ne parla poco e male. Per questo, nei mesi scorsi ho assegnato sull’argomento una tesi di laurea triennale in Scienze della comunicazione, che è stata discussa il 7 marzo. Il lavoro di Ilaria Brunelli è preciso, scorrevole, ben argomentato e documentato, per cui ho deciso di renderlo disponibile in questo spazio. Puoi scaricare la tesi da qui: Ilaria Brunelli, Temporary social media: il fenomeno Snapchat.
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