10 parole che per il sardo hanno un significato diverso

gen 1, 2016 0 comments
Ecco l’elenco delle 10 parole italiane, ma che dette da un sardo assumono un significato nettamente diverso.
1) Spuntino: desidero mettere la parola “spuntino” al primo posto. Per i milanesi, e credo un po’ per tutta Italia, la parola spuntino si traduce facilmente con “pic-nic“. In Sardegna invece, quando senti parlare di spuntino o qualcuno ti invita ad uno spuntino, è meglio prima di tutto prepararsi con un bel ritiro spirituale di una settimana. Devi allenare corpo e anima per vivere in pieno lo spuntino sardo e soprattutto devi essere in grado di uscirne vincitore.
2) Tegola: le ho sempre chiamate tegole. Non capisco perchè dovrei chiamarle “coppi” come ho sentito più volte a Milano. D’altronde, come mi fa notare un amico, la parola “tegolato” se esiste ci sarà pure un motivo?
3) Paio: già scritto in un altro post. A Milano paio è due, in Sardegna due, tre, quattro, n volte.
4) Pattana: copricerchi o copriruote.
5) Canadese: come già scritto in un altro post, canadese in Sardegna indica la tuta da ginnastica (mi vengono i brividi a chiamarla tuta)
6) Lacci delle scarpe: da qualche parte ho sentito stringhe.
7) Ghigno: la parola ghigno, voglio sottolineare, in Sardegna indica non tanto l’espressione del volto, quanto soprattutto il così detto “dito medio”. Questo è il motivo per il quale quando parli con un milanese ed esclami “Esu, gli ho sceso bette ghigno” rimarrà in attesa di una qualche traduzione, oppure, come spesso capita ti risponderà con una risata (il che significa che non ha capito comunque niente). Ma anche traducendo con “Perbacco, ho generato un’azione di sdegno col ghigno”, non capiranno ugualmente.
8) Torrone: torrone è torrone dappertutto. Ma per noi esiste solo il torrone di Tonara.
9) Brigare: abbiamo brigato. Se volete farvi capire in quel di Milano, traducetelo direttamente con “abbiamo avuto un accesa discussione”.
10) Maialetto: per piacere, chiamatelo maialetto, se proprio dobbiamo tradurlo in italiano. Sento spesso “maialino”: chiaro segnale che chi lo dice non è sardo.

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