Di Fabio Garuti
Abbiamo più volte parlato di utilizzo dell’ Alfabeto Ogham da parte della Antica Civiltà Sarda.
Basandoci sugli ormai tanti raffronti possibili tra Scozia e Sardegna, (ed anche penisola Iberica, a completare il quadro Nord Europeo dei contatti tenuti in età pre – Celtica dagli Antichi Sardi), non stupisce la considerazione che in tutti questi Territori venisse utilizzato, in origine, un unico Alfabeto, poi modificato, in Sardegna, in età successive.
Basandoci sugli ormai tanti raffronti possibili tra Scozia e Sardegna, (ed anche penisola Iberica, a completare il quadro Nord Europeo dei contatti tenuti in età pre – Celtica dagli Antichi Sardi), non stupisce la considerazione che in tutti questi Territori venisse utilizzato, in origine, un unico Alfabeto, poi modificato, in Sardegna, in età successive.
A parte il contatto, dicevo, tra Sardegna e Scozia, già ulteriormente dimostrato, ( Nuraghi–Dun, Pozzi Sacri, Cerchi Concentrici su pietra, eccetera ) il tutto riveste grande importanza anche in considerazione del fatto che, a detta della archeologia ufficiale, i Sardi non hanno utilizzato alcun alfabeto prima dell’arrivo dei soliti Fenici. Ovviamente non è così, e l’utilizzo, chiarissimo, dell’Ogham appunto, ne costituisce smentita evidente. Fino ad oggi ci siamo occupati di iscrizioni su pietra, ma ecco un fatto nuovo.
Sono state pubblicate le immagini relative a diversi Bronzetti Sardi, purtroppo trafugati dai rispettivi ed originari siti archeologici di appartenenza, andati all’asta a Londra, in Inghilterra. Al di là della gravità della vicenda (tesori della Storia e della Cultura Sarde trafugati, ripeto, e venduti a privati) che priva Tutte e Tutti noi di un patrimonio inestimabile, sia per bellezza che per importanza storico-archeologica, ed al di là di tutte le azioni allo studio per cercare di porre rimedio ad uno scempio e ad un depauperamento francamente non più tollerabili, ci restano per fortuna, almeno per adesso, immagini di straordinaria importanza.
Ringrazio pubblicamente la Signora Francesca Pisano per aver reso possibile questa importante analisi, ed anche per aver segnalato in modo chiaro ed esauriente quanto svoltosi a Londra. Senso Civico ed amore per la Verità Storica. Grazie, di cuore.
Il bronzetto (identificato nel relativo catalogo d’asta al Numero sub 1) è davvero molto interessante e significativo. Chiarendo fin d’ora che ben difficilmente può trattarsi di un falso in virtù delle caratteristiche che spiegheremo a breve, analizziamo le incisioni sul mantello della figura in bronzo : si tratta di Alfabeto Ogham (lineare orizzontale antico, di cui già ci siamo occupati in diversi articoli) molto ben trascritto, chiarissimo, traducibile in base a raffronti con l’identico Ogham Pittico del Nord della Scozia, ed unico nel proprio genere. Quali le valutazioni del tutto ?
1)Come dicevo, ben difficilmente si tratta di un falso : l’Ogham è chiaro, intellegibile, e perfettamente in linea con altre iscrizioni, su pietra, reperite sia in Sardegna ( Antica Civiltà Sarda ) che in Scozia ( Popolo dei Pitti ). Periodo pre-Celtico. Un eventuale falsario dovrebbe conoscere perfettamente l’Ogham , i relativi raffronti con la Scozia e districarsi su un argomento ancora non trattato a livello ufficiale, almeno per quanto riguarda la Sardegna.
2)La similitudine con le iscrizioni su pietra è stupefacente, e costituisce una prova unica nel proprio genere. Soprattutto conferma che le iscrizioni Ogham di cui abbiamo parlato a proposito di Antica Civiltà Sarda, non sono frutto di fantasia.
3)Ho tradotto il testo, e la relativa disamina verrà affrontata a parte. Per cui non simboli “in libertà” ma parole chiare e comprensibili. Ancora oggi.
A titolo di anticipazione e di riscontro, traduco un termine, che potrete facilmente verificare Voi stessi, dato che non ci sono “interpretazioni soggettive”, ma semplice analisi visiva: sulla base della traduzione dall’Ogham al nostro alfabeto ( possibile grazie ad alcuni testi molto famosi, come ad esempio il libro di Ballymote), si evince che i quattro simboli alfabetici (costituiti da linee che intersecano a propria volta una linea orizzontale o verticale che funge da “guida”, quasi si tratti di una linea retta) raffigurati nella riga centrale del mantello bronzeo, e caratterizzati da: tre simboli sulla riga, un simbolo al di sopra ed al di sotto della riga, un simbolo sulla riga ed un altro simbolo al di sopra ed al di sotto della riga, significano letteralmente F – A – B – A.
Purtroppo il mio nome proprio non c’entra nulla, in quanto si parla di una pianta delle leguminose ( l’Ogham originario, come ben sapete, era sempre legato a piante o vegetali), appunto la Fava, squisito legume. Che poi in Lingua Sarda SU FABARIU significhi “terreno con fave” la dice molto lunga: il Sardo ha addirittura conservato la originale dicitura con la lettera B, anziché mutarla in V come facciamo oggi ( “Faba” anziché “Fava”). Ma c’è di più.
Ho chiesto ad una esperta Biologa, già da me consultata in occasione delle ricerche sul Mais, di parlarmi della Storia di tale leguminosa: ebbene, mi ha confermato che essa viene coltivata in Sardegna da tempi antichissimi, e,sentito quanto avevo da dirle, non si è affatto meravigliata.
Abbiamo quindi un termine non solo Ogham, non solo reale e chiaro, ma addirittura ripreso dalla Lingua Sarda. Nel bronzetto è raffigurato anche altro, ma ne parleremo in un articolo a parte, onde non essere troppo prolissi.
4)Ancora una prova (l’ennesima ed altrettanto decisiva) dei rapporti tra Sardegna e Scozia (e naturalmente Penisola Iberica, sempre passaggio obbligato, e non solo, tra i due Territori.)
5)La Antica Civiltà Sarda, in età ben pre-Fenicia, pre-Greca e pre-Romana, aveva ed utilizzava un Alfabeto. Addirittura, come vedremo in futuro, ha utilizzato varie forme di scrittura, cosa peraltro più che logica considerando migliaia di anni di Storia Sarda, appunto.
6) Un reperto straordinario, dunque. Chissà quanti altri ce ne sono e quanti altri sono stati trafugati. Inutile dire che il danno al patrimonio Sardo è inestimabile. Questo reperto ne è una dimostrazione purtroppo più che probante.
7)Di prove, relativamente ad una scrittura, non ce ne vogliono migliaia, anche se in Terra Sarda di iscrizioni Ogham ce ne sono praticamente dappertutto, addirittura anche su pezzi di strade antichissime. In questo caso, e non voglio essere ironico, non solo non si è notato l’Ogham, ma neppure il pezzo di strada. C’è da diventare matti, credetemi, per come si è potuto negare per decenni e decenni che qui ci sia stata una Antica Civiltà molto sviluppata. Comunque, dicevo, non è possibile che un tale si svegli una mattina ed incida un’iscrizione e basta, ovviamente, dato che anche una sola incisione è figlia di un utilizzo costante di una forma alfabetica, riconosciuta da una Comunità.
Una parola di senso compiuto, riconducibile alla Lingua Sarda ancora pienamente in uso, la dice quindi lunga su come l’Ogham Sardo (dotato di peculiarità che lo rendono unico nel proprio genere,come vedremo) sia stato utilizzato dalla Antica Civiltà Sarda come alfabeto.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:https://edinterranunnaka.wordpress.com/2015/09/11/alfabeto-sardo-antico-altri-termini-tradotti/
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