Di Alessandro Berre
Scarabocchiare fa bene al vostro cervello. È una cosa trascendente, che mette nero su bianco cose che altrimenti potremmo soltanto immaginare. Oltre a questo, lo scarabocchio rappresenta una sorta di pulsione primitiva dell’essere umano. Provate a stare al telefono con un foglio di carta e una penna in mano.
Su The Atlantic Steven Heller ha riassunto tutti i benefici cognitivi che si hanno a scarabocchiare, prendendo spunto da un paio di pubblicazioni recenti che rilanciano questo tema. Un’interpretazione che secondo Heller cozza con quanto accaduto da quando i computer sono diventati mainstream, e cioè con l’abbandono delle lezioni di disegno dalle scuole e l’arrivo dei software appositi. Milton Glaser è un designer, autore del libro Drawing is Thinking, uscito nel 2008; a Heller ha detto:
Quando disegni a mano un oggetto, la tua mente è profondamente e intensamente vigile. é un atto di attenzione che ti permette di assimilare qualcosa, di diventarne pienamente cosciente.
In questi giorni sono usciti negli Stati Uniti due libri che insistono su questa tesi, e anzi la rilanciano e aggiornano, ascrivendo lo scarabocchiare alla lista degli «attrezzi» che facilitano la riflessione. In più, è arrivata un’ondata di marchi di quaderni da disegno, app specifiche, etc., insomma c’è una rinnovata attenzione allo scarabocchio-come-svago.
Inoltre, e questa è la cosa rinfrancante, non c’è bisogno di essere artisti; non conta la qualità del disegno che si fa, insomma. Per chiunque eserciti attivamente il suo cervello, scarabocchiare è perfetto per concretizzare le idee.Forse è una specie di ribellione artistica alla supremazia dei computer e dei media digitali; o forse il bisogno di disegnare è semplicemente innato al cervello umano. Verosimilmente, fare tratti (anche a caso?) è un processo antecedente al linguaggio verbale. Che sia esso un semplice scarabocchio o un più deliberato disegno a mano libera, l’atto è essenziale per esprimere concetti spontanei ed emozioni.
Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Applied Cognitive Psychology, i doodlers (gli scarabocchiatori) trovano molto più facile rammentarsi informazioni sbiadite nella memoria. Viceversa, è più probabile che i non-doodlers sognino ad occhi aperti (e questo è un dato paradossale, visto che spesso l’idea del disegnatore-perenne è associata ad una simbologia di persona sulle nuvole, e così via).
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://ilbackpack.com/2015/07/25/scarabocchiare/
FOTO:http://www.agrigentonotizie.it
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