Di Chiara Sarra
La Corte costituzionale spagnola ha deciso di sospendere la legge approvata ieri dal Parlamento catalano per indire il referendum per l'indipendenza della Catalogna, previsto il 1 ottobre.
A fare ricorso alla Consulta - come aveva annunciato oggi - è stato il primo ministro Mariano Rajoy, secondo cui il referendum è incostituzionale. Prima di lui, anche il procuratore generale Josè Manuel Maza era insorto, annunciando denunce penali contro il presidente Carles Puigdemont e i dirigenti catalani promotori della consultazione. Alla polizia è stato dato l'ordine di indagare su ogni azione "volta allo svolgimento del referendum illegale". Le denunce riguardano sia i componenti del Parlamento catalano che hanno votato la legge, sia i membri del governo che lo hanno convocato. Il procuratore ordinerà anche il sequestro del materiale elettorale come schede e registri.
Da Barcellona la presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, ha replicato chiedendo la ricusazione dei 12 giudici della Corte costituzionale per "mancanza di imparzialità " in quanto sono "una emanazione del governo centrale".
Oggi la Consulta ha dichiarato ricevibili tutti i ricorsi presentati dall’esecutivo spagnolo e ha intimato ai 947 sindaci catalani e ai 62 alti funzionari della Generalitat di non partecipare in alcun modo all’organizzazione della consultazione.
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