La scelta di Kamala Harris spacca i democratici

ago 15, 2020 0 comments

Di Roberto Vivaldelli

Kamala Harris: esponente della sinistra radicale o moderata? I repubblicani non hanno dubbi in merito. Intervistato da Fox News, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito “pazza” e “di sinistra radicale” la candidata democratica alla vice presidenza, Kamala Harris. Il capo della Casa Bianca è tornato ad attaccare la senatrice della California e il suo diretto rivale Joe Biden che – a suo dire – distruggeranno l’economia”. “Avremo una depressione come mai prima d’ora. Si dovrà risalire al 1929”, ha tuonato, bollando l’agenda del ticket democratico com “assurda e folle”. “Vogliono tasse per 4 trilioni di dollari, sarà il maggiore aumento delle tasse nella storia”, ha detto il presidente, attaccando poi le politiche ambientali dei democratici, “contrari ai combustibili fossili”. Era così arrabbiata e così odiosa con il giudice Kavanaugh”, ha poi aggiunto Trump, in riferimento all’interrogatorio di Harris a Kavanaugh, al Senato, diventato virale. “Voglio dire, non ho mai visto niente del genere. Era la più arrabbiata del gruppo, ed erano tutti arrabbiati”.

“Una marionetta della sinistra radicale”

Secondo David Bossie, noto attivista del partito repubblicano, Kamala Harris è una marionetta della sinistra radicale, sostenitrice del Green New Deal e del Medicare for All. “Per Biden – spiega – questa scelta è piena di insidie. Sta inviando il segnale che vuole che i valori socialisti di San Francisco siano la mentalità prevalente nella sua amministrazione. Non c’è modo migliore per alienare gli uomini e le donne dimenticati della Rust Belt che scegliere qualcuno che ha servito come procuratore distrettuale di San Francisco per sette anni come tuo compagno di corsa”.
La scelta di Joe Biden, in realtà, non scalda di certo i cuori dell’ala socialista del partito, quella che fa capo a Bernie Sanders, Alexandria Ocasio-Cortez e ad Elizabeth Warren, per la quale Kamala Harris risulta essere sin troppo moderata. “Noi della Bay Area for Bernie (Sanders, ndr) speriamo sinceramente che Harris ricordi i suoi impegni nei confronti dei suoi elettori progressisti”, ha detto il gruppo in una dichiarazione. “Se non lo farà, questo ticket allontanerà a frotte indipendenti e progressisti”. Da parte loro, i progressisti l’hanno attaccata per aver confermato quasi 2.000 condanne per possesso. di marijuana come procuratore distrettuale di San Francisco e per aver implementato un programma anti-assenteismo che minacciava i genitori di reati se i loro figli si fossero assentati troppo da scuola.

“Biden ha scelto una poliziotta”

Come riporta La Repubblica, infatti, l’ala “socialista” del partito democratico sta vivendo con sentimenti contrastanti la scelta di Kamala Harris.”Ho solo un minuto, sessanta secondi Solo un piccolo minuto, ma che contiene l’eternità” ha scritto su Twitter la giovane deputata dem Alexandria Ocasio-Cortez, che avrà solamente un minuto a disposizione alla Convention del partito, che si terrà dal 17 al 20 agosto, e che eleggerà in modo ufficiale il ticket Joe Biden-Kamala Harris. Alcuni esponenti del partito hanno attaccato Harris sui social media per il suo ruolo autoproclamato di “poliziotta di punta” della California, dove ha ricoperto il ruolo di procuratore generale dello stato dal 2011 al 2017 prima di candidarsi al Senato. Briahna Joy Gray, ex collaboratore del senatore degli Stati Uniti Bernie Sanders, ha detto che la scelta di Kamala Harris dimostra “disprezzo per la base”, mentre il Gravel Institute ha osservato che “Joe Biden ha scelto iun poliziotto”; così anche il Democratic Socialists of America, che ha definito definito Harris un “poliziotto” prima di aggiungere “la nostra posizione sarà sempre la medesima: abolire la polizia”.
Emblematico anche il silenzio delle deputate progressiste Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley, che impiegato qualche ora prima di congratularsi con Harris su Twitter. Davvero strano per loro, sempre così attive sui social media. Secondo alcuni critici, riporta Politico, come procuratore della California non avrebbe fatto abbastanza per affrontare la brutalità della polizia, soprattutto dopo che si è rifiutata di indagare sulle sparatorie della polizia su due uomini di colore nel 2014 e nel 2015. Inoltre, non ha sostenuto un disegno di legge del 2015 nell’assemblea statale che avrebbe richiesto al procuratore generale di nominare un procuratore speciale specializzato nell’uso della forza mortale da parte della polizia. 

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