Tra i monti della Cecenia è di nuovo guerra aperta

gen 10, 2012 0 comments
Di Astrit Dakli

Con l’inizio del nuovo anno una serie di battaglie è incominciata nella zona più montuosa della Cecenia, la regione di Vedeno, dove pare che una formazione di guerriglieri stia impegnando severamente non più solo la polizia e la milizia filo-russa ma le stesse forze armate federali.
Le informazioni disponibili sono contradditorie, anche restando solo a quelle fornite dalle autorità russe, ma sembra chiaro che si tratta di combattimenti importanti, in cui Mosca sta impiegando molte forze comprese l'artiglieria e l’aviazione, e che le perdite sono assai elevate. Un comunicato del ministero dell’interno russo parlava ieri di quattro soldati uccisi e sedici feriti nel corso di una singola sparatoria avvenuta nelle ore precedenti e nella quale sarebbero stati uccisi anche quattro militanti; il combattimento, peraltro, sarebbe ancora in corso e nella zona starebbero affluendo ulteriori rinforzi russi. Nei giorni precedenti, fonti ufficiali avevano parlato di altri scontri nella zona di Achkoi-Martan – il 5 e il 6 gennaio – senza precisarne il bilancio ma ammettendo che era stato fatto uso di artiglieria e aviazione, il che appare quantomeno strano se si trattasse come detto di scaramucce di scarso rilievo.
Fonti del governo ceceno hanno parlato fin dall’inizio invece di un’operazione speciale per liquidare un gruppo di 50 militanti tra i quali si troverebbero dirigenti di spicco della guerriglia: operazione che però, sempre secondo i portavoce del leader ceceno Ramzan Kadyrov, non avrebbe avuto successo per via della neve alta e della nebbia. Fonti vicine alla guerriglia parlano invece di un’offensiva coordinata dei combattenti islamisti, che avrebbero teso delle imboscate a reparti militari lungo un arco di parecchie decine di chilometri, puntand0 con successo sulla sorpresa.
Quel che pare comunque certo è che ancora una volta le affermazioni di Mosca riguardo il superamento dei problemi militari nel Caucaso devono essere smentite dai fatti. Non solo in diverse repubbliche della Federazione l’emergenza terrorismo resta fortissima (in particolare in Dagestan e in Kabardino-Balkaria) ma anche l’attività di guerriglia vera e propria appare in ripresa, dopo un lungo periodo in cui essa si era limitata ad azioni molto piccole e isolate.

Da il Manifesto

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