Nè egoismo, nè collettivismo: per un'individualismo solidale e una società equilibrata

set 18, 2014 2 comments


Di Salvatore Santoru


La società contemporanea è caratterizzata dal dominio di un'individualismo sfrenato, egoista e arrivista, dove non c'è alcuno spazio per i legami sociali e/o comunitari.

Quest'individualismo dominante, di origine angloamericana, è stato ormai esportato in tutta Europa e nel resto del mondo, causando lo sradicamento di ciò che rimaneva dei tradizionali valori solidali e comunitari.

Questo tipo di sistema è diventato totalizzante con l'avvento del sistema consumista, basato sulla creazione di un' "uomo nuovo" dedito al consumo e al denaro, completamente slegato dalle proprie radici, siano esse sociali o identitarie.


Oggi, finita l'era consumista, nella "cultura" di massa dominante viene proposta come alternativa ( in modo molto vago e fantasioso ) il ritorno al sistema tribalistico/collettivista, tipico delle società primitive.

Tale sistema com'è noto si basa sul primato della comunità ( o società ) e sulla negazione dell'individuo, il quale non può emanciparsi da essa né avere coscienza di una propria intrinseca dignità e libertà come la conosciamo al giorno d'oggi.


Insomma, si vuole passare da un'estremo a un'altro.

Sono ben pochi coloro che propongono la creazione di una " terza via " a ciò, basata sul buon senso.

Ovvero: una società basata su un'individualismo solidale, che armonizzi gli elementi propri di questi due sistemi, e in tal modo ne superi i limiti e le contraddizioni.


Difatti, come già accennato sopra, una società troppo centrata sull'individuo a scapito della comunità, causa la mancanza di stabilità e di certezze, mentre quella tribalista/collettivista si basa sull'assenza di libertà e di individuazione dei suoi componenti, la cui intrinseca diversità non viene riconosciuta.

Mentre con la creazione di una società basata sull'individualismo solidale e comunitario, verrebbero valorizzati e utilizzati entrambi gli aspetti positivi dei due sistemi per la costruzione di una società migliore, dove i diritti dell'individuo non siano da intralcio alla stabilità della comunità, o viceversa.


Naturalmente si tratterrebbe di un'altra forma di individualismo, che non abbia nulla a che vedere con quello egotista tipico dell'humus liberale/liberista, o con quello narcisista/edonista tipico di quello radical/progressista e dominante nella società post 68.

Un'individualismo non basato sulla sfrenata competizione o sul culto del proprio Ego, quindi, bensì un sano e equilibrato individualismo basato sulla valorizzazione delle proprie intrinseche qualità.

Un solidarismo non meccanico e ritualistico com'è quello tipico delle società tribali, ma sincero e vero, un comunitarismo non fondato sulla negazione dell'individuo, ma sul suo riconoscimento come parte di una comunità su cui contare.


Chiaramente questa è una tematica  molto complessa che richiede trattazioni più estese e approfondite di quelle contenute in questo articolo, che spero comunque possa servire come uno spunto per farsi una propria idea e eventualmente approfondire su ciò, per chi è interessato.

Commenti

  1. http://www.daisakuikeda.org/main/philos/buddhist/buddh-05.html

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