Hans J. Massaquoi, il ragazzo di colore che voleva essere nazista

gen 20, 2016 0 comments
Di Brais Iglesias Castro
Come si vede nella foto qui sopra, nel 1933 il piccolo Hans J. Massaquoi se ne stava nel giardino della sua scuola ad Amburgo con una svastica cucita sul gilet circondato da bambini biondi con gli occhi azzurri.
Hans, figlio di un'infermiera tedesca e di un diplomatico liberiano, è riuscito a sopravvivere al regime nazista di Adolf Hitler. "Ce l'ho fatta grazie a una falla nelle leggi razziali. In pratica, eravamo una quantità così modesta che i nazisti non ci hanno nemmeno preso in considerazione," si legge nella biografia di Massaquoi, Destined to Witness: Growing Up Black in Nazi Germany.
La popolazione di colore in Germania durante il periodo nazista era infatti scarsa—poche centinaia di persone su un totale di 65 milioni di abitanti. Hans era nipote del console liberiano in Germania, perciò alla sua famiglia era stata concessa l'immunità, e lui poteva giocare con i bambini ariani mentre tutti coloro che i nazisti consideravano appartenenti a una "razza inferiore" cominciavano a subire gli effetti delle politiche xenofobe di Hitler.
Ma nel 1934, anche la vita di Massaquoi cambiò. "In una bella mattinata dell'estate del 1934 il nostro maestro di terza elementare ci informò che il preside aveva ordinato che tutti gli alunni e gli insegnanti si radunassero in cortile," scrive. "Proprio là, con addosso l'uniforme marrone delle occasioni speciali, il rettore ci informò che si preparava per noi 'il momento più glorioso delle nostre giovani vite', che per volere del fato eravamo tra i pochi eletti a cui era stato concesso di vedere con i propri occhi 'il nostro amato führer'. Ci aveva detto che era un privilegio, che i nostri figli e i nostri nipoti ci avrebbero ammirato e invidiato. Avevo otto anni e in quel momento non mi resi conto che ero l'unico su 600 alunni a cui il preside non si rivolgeva."
Dopo la visita del führer i compagni di Hans erano così affascinanti dal carisma di Hitler che si iscrissero tutti alla Hitler-Jugend, la Gioventù hitleriana. Hans ovviamente non voleva rimanere escluso e tentò di iscriversi. Non fu accettato.
Un paio d'anni più tardi, i cambiamenti nella società tedesca erano ormai evidenti. Dopo la vittoria di quattro ori da parte dell'atleta afro-americano Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, Hitler e i nazisti cominciarono a predicare l'odio per le persone di colore. Poco tempo dopo la sua famiglia paterna dovette lasciare il paese, ma Hans rimase in Germania con la madre.


Alla sinistra Hans da bambino, alla destra Hans da adulto (Foto via)
L'incubo era appena cominciato. Sulle altalene di un parco giochi venne affisso un cartello che diceva che i "bambini non ariani" non potevano salire. Poi a scuola cominciarono a sparire gli insegnanti di origine ebrea. Ma la prima reazione di rifiuto e distacco vero dal nazismo Hans l'ebbe solo quando andò a visitare lo zoo di Amburgo. Insieme agli animali, nello zoo c'era anche una gabbia con una famiglia africana, che i visitatori deridevano e offendevano. Hans si avvicinò alla gabbia proprio come tutti gli altri bambini, ma poi qualcuno urlò: "Guardate, hanno un figlio." Fu la prima volta in cui fu vittima di offese simili.
Ma non era che l'inizio delle difficoltà che Massaquoi dovette sopportare. Subito dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale rischiò di finire nell'esercito tedesco: fu scartato dall'esercito solo perché era sottopeso.
Anche dopo la guerra la vita di Hans fu piena di vicissitudini. Cominciò a guadagnarsi da vivere come sassofonista jazz, poi emigrò negli Stati Uniti dopo una visita in Liberia—la patria di suo padre. Lo zio Sam lo reclutò per la guerra in Corea, come soldato delle truppe ausiliarie. Poi si laureò in giornalismo all'università dell'Illinois e per quasi quattro decenni fu il caporedattore della rivista Ebony—leggendaria pubblicazione afro-americana.
"Tutto è bene ciò che finisce bene," scrive nella sua autobiografia."Sono abbastanza soddisfatto della mia vita. Sono sopravvissuto per raccontare una parte di storia di cui sono stato testimone. Allo stesso tempo, vorrei che tutti potessero vivere un'infanzia felice in una società giusta. Per me, non è stato così."
Hans J. Massaquoi è morto il 19 gennaio 2013 a Jacksonville.

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