Storia dei Rothschild, la dinastia con più soldi di una banca (e tanto, tantissimo, potere)

dic 5, 2016 0 comments
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È una dinastia. E le dinastie, si sa, sono legate alla storia del Paese in cui vivono o al settore in cui operano. Vale anche per la famiglia Rothschild, la ricca discendenza tedesco-giudaica che è alle origini del sistema bancario europeo. Nel diciannovesimo secolo la fortuna accumulata dai suoi componenti era la più consistente nel continente. E oggi la famiglia controlla un gruppo che è attivo in diversi settori, dalle assicurazioni alla consulenza finanziaria. Da quella famiglia, di base a Francoforte, nel tempo si sono separati diversi rami che si sono stabiliti nelle principali nazioni europee, a Francoforte, Londra, Parigi, Vienna e Napoli. In questo modo il loro sistema finanziario è diventato internazionale.
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Il primo Rotschild, il più furbo di tutti

Tutto comincia con il capostipite, Mayer Amschel Rothschild. Nato nel 1744 nel ghetto ebraico di Francoforte, Mayer decide di avviare il suo business a partire dal commercio di denaro e introduce pian piano anche i suoi cinque figli nei principali centri finanziari europei. Fornisce servizi finanziari a Wilhelm IX che controlla il territorio di Assia-Kassel nel 1785. I suoi affari crescono dopo la rivoluzione francese quando proprio da quelle zone arrivano i soldati mercenari richiesti dalla Gran Bretagna.
Anche quando l’Assia viene invasa da Napoleone, Mayer Rothschild riesce a trarne profitto. Nel 1798 il figlio Nathan viene spedito a Londra dove gestisce gli affari della famiglia e stabilisce la sua banca nella City. La stessa sorte tocca al fratello Jacob che viene mandato a Parigi. È l’inizio di quella ramificazione familiare che appare anche nello stemma della famiglia Rothschild: una mano che stringe in pugno 5 frecce quante sono le direzioni prese dai figli di Mayer. Quando muore, nel 1812, la sua famiglia ha già stabilito affari importanti in Europa.
Tutto procede secondo la strategia imposta dal capostipite: assoluta segretezza riguardo ai patrimoni e attenzione a mantenere la banca tra le mani dei componenti della famiglia. È anche per questo che Forbes ha definito Mayer Rothschild il settimo uomo d’affari più influente al mondo. La diversificazione introdotta nel suo business sin dall’inizio gli permette allo stesso tempo di vendere antiquariato e concedere prestiti e la rapida comunicazione con tutti i rami della rete bancaria che ha costruito getta le basi per il sistema finanziario moderno. Ai Rothschild dobbiamo ad esempio l’invenzione dei bond di stato che permettono agli investitori grandi e piccoli di comprare parte del debito sovrano tramite obbligazioni a tasso di interesse fisso.
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Waterloo e altri affari d’oro con la politica

Nel corso del diciannovesimo secolo i cinque figli di Mayer ottengono tutti titoli nobiliari. Al cognome Rothschild cominciano ad accostare particelle come de o von per indicare l’appartenenza a una casata. Nonostante gli sforzi fatti dal capofamiglia per mantenere tutto entro i confini di sangue con matrimoni combinati, ben presto i suoi discendenti cominiciano a sposare le rappresentanti di altre famiglie aristocratiche europee. Ma gli affari procedono comunque bene. Nathan Rothchild sostiene il duca di Wellington e finanzia l’esercito inglese avviato verso una sicura disfatta durante le guerre napoleoniche. Scommette sulla vittoria inglese a Waterloo e così riesce a guadagnare miliardi. Molti degli affari portati avanti dagli eredi Rothschild si intrecciano infatti con la storia del continente. Come i prestiti concessi per l’industrializzazione europea e il coinvolgimento nella costruzione del canale di Suez. Investono anche nel settore minerario con la Rio Tinto e finanziano la costituzione della colonia africana di Rhodesia.

Un patto per il potere

I Rothschild hanno un ruolo anche nell’indipendenza del Brasile: la N M Rothschild & Sons, il ramo inglese della famiglia, fornisce i fondi necessari al Paese per ripagare la madrepatria portoghese in cambio dell’autonomia. Da Londra e Parigi arrivano invece i soldi richiesti dall’Impero giapponese per finanziare la guerra contro i Russi nel 1904. La fama dei Rothschild cresce in Europa e loro danno sfoggio delle loro ricchezze costruendo 41 palazzi e facendosi notare nel campo della filantropia.
In parecchi si chiedono come abbia fatto una famiglia a costruire quella fortuna dal nulla e a entrare negli affari politici più importanti delle varie epoche. Addirittura c’è chi ha avanzato l’ipotesi che i vari membri della famiglia Rothschild abbiano in realtà ordito un complotto per controllare il continente: secondo queste teorie cospiratorie, avrebbero addirittura favorito lo scoppio di conflitti per fare i loro interessi. D’altronde a Nathan Rothschild viene attribuita questa frase: «Non mi importa quale pupazzo sieda sul trono d’Inghilterra per governare sull’Impero nel quale non tramonta mai il sole. L’uomo che controlla i soldi britannici controlla l’impero britannico. E sono io a farlo».

L’accordo con i Rockfeller e i Rothschild di oggi

Durante la seconda guerra mondiale i membri austriaci della famiglia riescono a sfuggire all’olocausto. Molti di loro appoggiano la causa sionista e la costituzione di uno Stato per gli ebrei in Palestina. Con i soldi del barone Edmond James de Rothschild cominciano a essere acquistate le terre che oggi fanno parte dello Stato di Israele. Il ramo inglese della famiglia Rothchild è quello che ha avuto maggiore successo. Negli anni Ottanta i Rothschild guadagnano miliardi dalla privatizzazione dell’industria di stato decisa da Margaret Thatcher. Ma anche in Francia, dopo la nazionalizzazione della banca da parte di Mitterand, il barone David de Rothschild avvia un nuovo business che diventerà leader nel settore delle merge&acquisitions. Nonostante le tragedie che pure hanno colpito la famiglia, come il suicidio di Hon Amschel Rothschild, erede del ramo inglese nel 1996, i Rothschild continuano a credere nel motto che ha sempre contraddistinto la loro attività: Armonia, integrità, industria.
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Il Rothschild Group è oggi una multinazionale britannica di investimenti. Colui che attualmente controlla gli affari di famiglia, Jacob, quarto barone di Rothschild, ha una ricchezza stimata di 1,3 miliardi di dollari. La moglie, Lady Serena, è una delle principali donatrici del partito conservatore. Nel 2003 nel ramo inglese è finita anche la holding francese che oggi si chiama Rothschild &Co. A controllare tutto in maniera indiretta c’è la Rothschild Continuation Holdings AG con sede in Svizzera. Per quanto riguarda i possedimenti di tutta la famiglia nei vari Paesi, si stima che ammontino a 350 miliardi di dollari.
Nel 2012, Jacob Rothschild decide di legare la sua storia a quella di un’altra leggenda del business mondiale, David Rockefeller. La Rit Capital Partners, il fondo di investimenti della famiglia, acquista il 37% dell’asset di Rockfeller. Nello stesso anno Rothschild lancia una partnership con la banca privata franco-svizzera Edmond de Rothschild Group rafforzando così i legami familiari nella dinastia bancaria europea con quel ramo della famiglia rimasto ancora indipendente.

L’erede designato

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La verità sul reale patrimonio dei Rothchild e sui loro orientamenti politici, però, è ancora difficile da scoprire: il rampollo Nat Philip Rothschild è stato associato addirittura a Saif al Islam, l’erede designato di Gheddafi. La storia della famiglia ha suscitato la curiosità di molti e alcuni dei suoi nomi più famosi sono finiti addirittura in sceneggiature cinematografiche.

FONTE:http://smartmoney.startupitalia.eu/storie/57914-20161204-banche-rothschild-storia

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