Isis, nuovo numero di Rumiyah, teorizzati nuovi attentati

mag 6, 2017 0 comments
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Di Franco Iacch
Il ramo mediatico dell’Isis, Alhayat Media Center, ha pubblicato il nono numero di Rumiyah. Rumiyah, Roma in arabo, deriva da Rum, termine con cui si indicavano i bizantini e, col passare del tempo, gli occidentali. E’ uno dei tanti strumenti utilizzati dall’Isis per la radicalizzazione a distanza di simpatizzanti e fondamentalisti sparsi per il mondo. Le 58 pagine sono state tradotte in inglese, francese, russo, tedesco e cinese.
Il nono numero di Rumiyah è dedicato alla nuova campagna contro gli studiosi che “cooperano con i crociati”. Le prime dieci pagine si basano sul precedente documento “Fight the scholars of infidelity” diffuso alcuni mesi fa. Definiti gli “studiosi del male”, il gruppo sostiene la necessità di “purificare il mondo dai servitori dei crociati”. Il nuovo numero di Rumiyah, offre una lunga dissertazione teologia a supporto dell’omicidio contro i cristiani ed i loro sacerdoti.

“Gli attacchi contro le loro chiese sono stati benedetti da Allah. Perire in queste imprese è impresa solenne poiché è Allah che li ha guidati in questo percorso di fede. Uccidete i Mushrikin (coloro che attribuiscono pari ad Allah), ovunque essi si trovino”.
Ritorna il “contratto di protezione”
“Uccideteli, assediateli, catturateli. Attendete il momento opportuno per colpirli, ma se dovessero pentirsi, lasciateli andare poiché Allah è misericordioso. Uccidere a difesa di Allah è consentito, ma i Mushrikin dovranno essere risparmiati qualora dicessero ilaha illallah (la frase del monoteismo puro, non c'è Dio all'infuori di Allah) ed abbracciassero la vera fede”.
L’inviolabilità del sangue
“Il sangue dei mushrikin non è inviolabile, tranne che per un contratto di protezione. Una misura eccezionale e momentanea. Alla scadenza del patto, il loro sangue dovrà bagnare il terreno”.
Il contratto di protezione elenca le condizioni concesse da Abu Bakr al-Baghdadi, supportate da citazioni coraniche, ai non musulmani. 13 condizioni da rispettare per godere della protezione. Nel testo di apertura, si rileva a più riprese la natura belligerante dei crociati: una dissertazione teologica e filosofica sul concetto dogmatico della giustizia divina che giustifica le azioni in vita. E’ l’interpretazione che motiva l’omicidio, inteso come obbligo sacro. Le azioni fisiche sono soltanto il mezzo per raggiungere l’obiettivo spirituale.
“I sacerdoti, custodi delle chiese dei crociati, devono essere uccisi o posti in schiavitù, non vi è alcuna santità in loro”. Il Papa è definito il “Monaco che li guida”.
“Uccidetelo o, con il volere degli studiosi, sottomettetelo, poiché con le sue falsità divora le ricchezze del popolo. Si credono al pari livello di Allah dinanze alle loro masse di fedeli. Distruggete le loro chiese poiché non sono luoghi dove dimora il credo di Allah”.

Il ruolo della donna

L’articolo, “La donna, pastore nella casa dell’uomo e responsabile del suo gregge”, ricorda la benedizione ricevuta nel vivere e crescere nello Stato islamico. Il titolo tradisce il reale contenuto.
“Ogni donna a cui Allah ha concesso la benedizione di nascere nello Stato islamico, dovrebbe trarre vantaggio da questa grazia eccezionale, non concessa a molte altre. Le donne dovranno impegnarsi nel crescere i propri figli nel modo a cui piace al loro Signore ed a beneficio della Nazione islamica. La prima cosa che la donna musulmana dovrà insegnare ai propri figli è la frase della testimonianza suprema: Non c'è dio al di fuori di Allah, Muhammad è il Messaggero di Allah. Subito dopo dovrà insegnare al bimbo i tre principi: Chi è il tuo Signore? Qual è la tua religione? Chi è il tuo Profeta?. Sono domande che dovranno stabilire la creazione dei suoni puri (non blasfemi) per il bambino, schiavo di Allah. Il Creatore dovrà essere temuto, mentre il bimbo dovrà capire che sarà sempre osservato. Prima di dormire, dovrà dire:Allah mi è testimone, Allah mi vede, Allah è con me”.
“La grazia più grande che una donna possa ricevere, è quella di avere figli da crescere con un marito mujahide. Cresceranno abituati a vedere armi ed attrezzature”.
Inizia un raro passaggio, molto tecnico. In realtà il significato di tale testo andrebbe profondamente tradotto poiché non va interpretato in senso letterale.
“Fucili d’assalto e di precisione. Indumenti tattici, proiettili, granate e cinture esplosive. Sono disponibili diversi video che spiegano con sequenze semplici il loro letale utilizzo. Il cucciolo di Leone, per l’amore della Jihad e con l’affetto del mujahidin, coltiverà l’odio verso i nemici. A chi critica le donne di aver distrutto l’infanzia e l’innocenza dei propri figli, rispondiamo che è l’onore più grande è quello di lottare davanti ad Allah”.
Il leone è diventato un motivo chiave nella propaganda jihadista come simbolo di onore o per designare un martire, alla stregua dei messaggi in presenza di uccelli verdi. Il leone è una figura importante per l'arte e la cultura islamica. Evoca doti di coraggio, forza e valore. Secondo la tradizione islamica, la frase “il leone giacerà con l'agnello” è utilizzata per descrivere la pace escatologica che sarà costituita sotto un sovrano giusto e degno nel giorno del giudizio.
Ampio spazio alle operazioni compiute dai martiri nel mondo e l’ennesima dissertazione teologica sulla “nobiltà del credente che abbraccia la via del martirio”. Tra le cifre riportate per le battaglie degli ultimi sei mesi, l’Isis avrebbe distrutto 1675 veicoli militari ed ucciso 9100 infedeli in 401 operazioni.
A differenza dell’ottavo numero, dove non vi erano istruzioni dettagliate sul come compiere attentati, nel nono ritorna la sezione Just Terror Tactics. Il settimo numero è stato dedicato interamente al fuoco come arma strategica. Tale fase è stata teorizzata, ma non sarebbe stata ancora autorizzata dalla leadership del movimento.

Sequestro di ostaggi

Per la prima volta viene teorizzata la cattura degli ostaggi.
“L'obiettivo di un sequestro non è quello di chiedere un riscatto, ma di creare un massacro ed instillare terrore. Sequestrateli per macellarli, non per iniziare un negoziato. Proseguite nella vostra missione fino a quando Allah non vi chiamerà al suo cospetto. Le vittime, dovranno essere macellate prima dell’arrivo della polizia”.
Ad esempio è preso l’attentato al Bataclan, ritenuto un successo con "89 crociati morti e 200 feriti".
Acquistare la armi
“L'acquisizione delle armi da fuoco può essere molto semplice a seconda del paese. Negli Stati Uniti, si può acquistare quasi ogni arma. Un fucile AR-15 può essere acquistato presso uno showroom. Non servono controlli per ottenere una pistola e durante le fiere, la facilità di acquisto è quasi ridicola. A causa della sua incapacità nel controllare i confini porosi, le armi da fuoco sono ampiamente disponibili anche in Europa. Coloro che dovessero ottenere connessioni con le reti criminali locali, potranno acquisire ogni cosa”.
Si riporta ed esempio Abu Basir al-Ifriqi, terrorista che riuscì ad acquistare un arsenale. Da interpretare correttamente anche questo passaggio.
“Nonostante, il febbrile tentativo di controllarle, nel Regno Unito si possono acquistare armi anche per strada. Se non si dispone di alcun contatto affidabile, si può sempre considerare un raid in uno dei migliaia magazzini tattici presenti in Europa. O, infine, sfondare la vetrina del negozio di armi con un mezzo. Consideraee anche il sequestro del proprietario del negozio”.
E’ evidente un cambio di registro nella sezione Just Terror Tactics. Frasi semplici, immediate, chiaramente strutturate per la radicalizzazione a distanza.
La scelta dei target
“Locali notturni, cinema, centri commerciali, ristoranti popolari, concerti, sale, campus universitari, piscine pubbliche, piste di pattinaggio su ghiaccio coperte. L’edificio sarà una vostra difesa naturale, mentre la concentrazione di persone al loro interno garantirà la macellazione. Sfruttate la confusione iniziale. Un’operazione del genere dipenderà dal numero di persone coinvolte e dai punti di uscita. L’operazione migliore sarebbe quella di collocare un mujahide ad ogni uscita di sicurezza”.
Esecuzione
“L'operazione dovrebbe essere avviata in orari di punta o sfruttando un evento nazionale che assorbirà buona parte delle forze si sicurezza. Lo scopo è uccidere rapidamente quanta più kuffar possibile, prima dell’arrivo della polizia. Gli ostaggi serviranno da scudi umani. Non pregiudicate un’operazione dal possesso di un’arma da fuoco, poiché è immensa la ricompensa nel macellare i crociati con i coltelli. Serve solo un po’ di fantasia ed una minima pianificazione di base".
L’inganno: l’annuncio di lavoro
“I crociati sono stupidi, passano la vita a credere nell’incredulità. Si sentono sicuri. Attirateli attraverso vari metodi. Pubblicizzate un lavoro falso ed inviate l’annuncio ad un centro di disoccupazione locale. Senza dubbio otterrete una risposta. Badate: pubblicizzate un lavoro che i musulmani non accetterebbero mai. Organizzate il colloquio di lavoro, distanziando gli orari per i candidati. Uccideteli uno per uno”.
Casa in affitto: ideale per uccidere gli studenti
“Una piccola casa in affitto, desterà l’attenzione di piccoli nuclei familiari o di singoli studenti. Mettete un prezzo vantaggioso, ma non al di sotto del suo reale valore per non destare sospetti. E’ essenziale disporre di una stanza appositamente riservata all’eliminazione dei corpi. Nessuna vittima dovrà rendersi conto di stare per essere macellata. Mai iniziare l’attacco fuori dalla proprietà ed è essenziale disporre di un'arma adatta. Meglio un coltello affilato ed un tubo di ferro per stordire la vittima. Utili le manette, ampiamente disponibili al pubblico o i cavi di plastica. Aumentate il volume della televisione o della radio prima di uccidere la vostra vittima, sfruttate l’inquinamento acustico della città. L’obiettivo è la pubblicità. In alcuni casi sarebbe opportuno mantenere in vita gli ostaggi, informando le autorità e spiegando loro la missione che il soldato dello Stato islamico sta per compiere. L’obiettivo è creare il terrore dopo aver compiuto un massacro di kuffar”.

Il numero nove di Rumiyah

Il precedente numero di Rumiyah era destinato al ramo culturale del movimento, considerando gli argomenti trattati ed il linguaggio utilizzato. Il medesimo registro forbito è presente nella prima parte del nono numero ed in particolare nella sezione dedicata all’omicidio dei cristiani (a causa delle condanne del mondo musulmano dopo gli attentati in Egitto). Il testo non va inteso, in alcune sue parti, come letterale. I testi di propaganda, spesso ritenuti fuorvianti ed irrilevanti, vanno intesi come veri e propri manuali di formazione per la radicalizzazione a distanza. La ripetizione costante dei pronomi, ad esempio, è determinante per tracciare una linea diretta tra il campo dei musulmani e quelli di crociati, ebrei e delle religioni di Kufr. Il nono numero di Rumiyah è stato concepito per contrastare e screditare la narrazione “distorta” promossa dall’Occidente, proponendo nuovi attentati.

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