Di Salvatore Santoru
Il recente caso delle violenze di Rimini ha riacceso il dibattito sul doppio standard che certa sinistra(o presunta tale)utilizza nel condannare le violenze.
Tale 'doppio standard' è forte non solo in certa sinistra italiana ma in tutta una parte della sinistra occidentale, specie quella dei paesi dell'Europa centrale o del Nord Europa(Colonia e le vicende svedesi insegnano).
Il fatto è che quando vi sono crimini(specie inquadrabili nei reati della violenza di genere) commessi da individui di nazionalità straniera e in generale non europea la condanna di certa sinistra pare vacillare, i fatti vengono minimizzati e sovente censurati(nuovamente Colonia insegna).
Ovviamente tutto ciò viene giustificato da certa sinistra in quanto servirebbe per evitare che si 'diffonda l'odio', ma la realtà è che il risultato delle minimizzazioni e delle "censure" è spesso proprio un regalo alla diffusione dell'odio e tale atteggiamento non fa di certo bene neanche alla maggioranza onesta dei migranti e dei profughi.
Generalmente, questa"certa sinistra" parla di questi fatti perlopiù per stigmatizzare la strumentalizzazione che certa destra ne fa o per sostenere che comunque i crimini sono commessi anche da cittadini autoctoni o che la nazionalità non è importante e non deve essere riportata e se questo in teoria è giusto(difatti non importa la nazionalità o l'origine culturale di per sé, la violenza va condannata sempre), è d'altronde vero che a parti invertite si parla giustamente di aggravante razzista.
Il fatto è che certa sinistra dovrebbe essere più chiara nella condanna di questi fatti e non dovrebbe 'nascondere' certi aspetti negativi dell'attuale immigrazione di massa(che non è né un fenomeno negativo ma nemmeno un fenomeno totalmente positivo di per sé), sempre se non vorrebbe lasciare a certe destre tutto il consenso popolare e non vorrebbe proseguire la strada verso una positiva integrazione dei migranti e dei profughi.
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