Shakeel, l'islamista di Londra che indottrina i musulmani che adottano i bimbi

ago 30, 2017 0 comments
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Di Ivan Francese

C'era anche un predicatore islamico radicale condannato per aver incitato alla violenza religiosa fra i soggetti incaricati di individuare le famiglie musulmane selezionate per adottare i bimbi dati in affido dai servizi sociali di Londra.
A svelarlo, alla luce del caso della bimba cristiana affidata (sia pure per poche ore) dalle autorità del distretto di Tower Hamlets di affidare una bimba cristiana ad una famiglia musulmana, è il quotidiano londinese The Telegraph che ieri sera pubblicava una storia che farà riflettere. Nell'occhio del ciclone c'è infatti il predicatore radicale Shakeel Begg, responsabile della moschea del Lewisham Islamic Centre, nei sobborghi sud-orientali della capitale britannica.
Secondo il foglio inglese, l'imam ha tenuto un laboratorio per aspiranti famiglie adottive in cui si esaltava "l'importanza e la necessità delle adozioni all'interno della comunità musulmana" non più tardi dello scorso marzo. Un incarico svolto in partnership con le autorità locali che sono incaricate tra l'altro anche dei servizi sociali.
Tutto sembrerebbe regolare, anche perché in molti distretti di Londra c'è grande richiesta di famiglie musulmane disposte ad adottare. Se non fosse che pochi mesi prima di tenere questi incontri con gli aspiranti genitori adottivi, lo stesso Begg era stato condannato in una causa per diffamazione, con l'accusa di promuovere l'estremismo.
Il giudice Haddon Cave, autore della sentenza, lo ha descritto come "un personaggio alla dr. Jekyll e Mr. Hyde, un predicatore islamico estremista che sposa le posizioni più estreme." Certo, il distretto per cui Begg ha "reclutato" potenziali genitori adottivi, Lewisham non è il medesimo del caso della bimba cristiana, Tower Hamlets. Tuttavia occorre vigilare perché casi simili si ripetano e soprattutto perché i genitori adottivi, di qualsiasi fede religiosa siano, vengano tenuti distanti da ogni forma di estremismo.
Già nelle poche ore prima che l'affido venisse revocato, però, la famiglia adottiva della bimba cristiana, che non sappiamo sia venuta a contatto con Begg, aveva imposto alla piccola di togliersi il crocifisso dal collo e manifestato l'intenzione di imporle l'insegnamento dell'arabo.

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