Cambridge Analytica chiude. La società al centro dello scandalo dei dati di Facebook ferma tutte le attività

mag 3, 2018 0 comments
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Huffington Post

Cambridge Analytica, al centro dello scandalo dei dati di Facebook, cessa immediatamente tutte le operazioni. Lo comunica la società in una nota. "Negli ultimi mesi Cambridge Analytica è stata oggetto di numerose accuse infondate e, nonostante gli sforzi della società di correggere le informazioni, è stata denigrata per attività che non solo sono legali ma sono ampiamente accettate" si legge in una nota.


La società ha avviato le procedure di insolvenza in Gran Bretagna. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, che cita alcune fonti, la chiusura è stata decisa in seguito alla perdita di diversi clienti negli ultimi mesi.
Lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica è esploso il 17 marzo scorso quando in esclusiva i quotidiani 'The Observer-The Guardian' e 'New York Times' rivelarono che milioni di profili social di elettori americani erano stati violati dalla società quando era al servizio della campagna di Donald Trump per la Casa Bianca, e i dati erano stati usati per realizzare un software in grado di influenzare la decisione sul voto. I due giornali hanno raccolto le dichiarazioni di un 'whistleblower', Christopher Wylie, che ha lavorato con un accademico dell'università di Cambridge per ottenere i dati: "Abbiamo sfruttato Facebook per raccogliere i profili di milioni di persone. E abbiamo costruito modelli per sfruttare ciò che sapevamo su di loro e mirare ai loro demoni interiori. E' su questa base che l'intera società è stata costruita", ha detto Wylie.
Cambridge Analytica è di proprietà del miliardario Robert Mercer, finanziere specialista in hedge fund, e al suo vertice c'era Steve Bannon, strettissimo consigliere di Trump cacciato improvvisamente dalla Casa Bianca nell'agosto del 2017. I documenti a cui 'The Observer' ebbe accesso, e confermati da un comunicato di Facebook, indicano che alla fine del 2015 il social network aveva scoperto che erano stati raccolti dati su una scala senza precedenti. Ma Facebook allora non informò i suoi utenti e adottò soltanto limitate contromisure per recuperare e proteggere le informazioni sensibili di circa 50 milioni di persone.
I dati sono stati raccolti da Cambridge Analytica attraverso l'app thisisyourdigitallife, sviluppata dall'accademico dell'università di Cambridge Aleksandr Kogan, con un'attività non collegata ai suoi impegni universitari. Tramite una sua società, la Global Science Research, e in collaborazione con Cambridge Analytica, centinaia di migliaia di utenti sono stati pagati per sottoporsi a un test sulla personalità, e hanno firmato una liberatoria all'uso dei loro dati ai fini di studi scientifici. Il punto è che la app ha poi raccolto anche i dati degli amici di Facebook di questi utenti, fino a raggiungere le decine di milioni di profili.

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