SULLO “STATO DI SOGNO” E (ALCUNE) SUE POSSIBILITA’

set 1, 2019 0 comments

Di Gianluca Marletta

Per capire la realtà del sogno, é necessario innanzitutto distinguere lo stato di “sonno profondo” (dove l’essere è riassorbito in uno stato che non ha più alcun collegamento con la coscienza individuale – stato di cui non ci occuperemo in questa sede) da quello di “sogno” propriamente detto.
In senso stretto, il sogno è in realtà lo stato in cui l’essere – abbandonata ma non del tutto la manifestazione grossolana e corporea (permane infatti quella che la Bibbia chiama la “corda aurea” che collega anima e corpo) – si ritrova nella dimensione psichica, animica e sottile. La complessità dello stato sottile o animico é tale che non può in alcun modo essere affrontata in questa sede (Cfr. René Guenon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanta, Cap. XIII); ma proprio tale complessità rende ragione dell’immensa vastità e della differente natura di ciò che, nel linguaggio profano, è semplicemente definito come “sogno”.
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Innanzitutto, l’essere riassorbiti nello “stato sottile” che la condizione di sogno implica, rappresenta pur sempre – e almeno in una certa misura – un affrancamento dai limiti corporei: per questa ragione, in tale modalità, “può capitare” anche involontariamente che l’essere “spazi” in condizioni e “luoghi” (intendendo il termine in senso simbolico) normalmente preclusi nello stato di veglia. 
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Ancor più interessante è l’analogia tra il SOGNO E LA MORTE (non è solo una “metafora poetica”, come immaginano gli esegeti profani, l’espressione del Cristo che indica i morti come “addormentati”). Immediatamente dopo il trapasso, infatti, la maggior parte degli individui giungono proprio in quella dimensione intermedia (l’Ade o lo Sheol degli antichi o della Bibbia) che è propriamente lo stato sottile (Taijasa nella Tradizione Indù). Questo, per inciso, implica anche che certi “incontri” con individui trapassati che possono avvenire in sogno siano (a volte) cose molto più “reali” di quanto si immagini (come testimoniato in tutte le Tradizioni spirituali – Cfr. I Racconti del Pellegrino Russo…), proprio perché la comunicazione tra due esseri è possibile solo ritrovandosi in uno stesso stato o modalità. Non è un caso che nella tradizione classica le Due Porte dei sogni fossero collocate proprio …all’ingresso dell’Ade.

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