“PERCHÉ COMBATTIAMO?”, LA MACCHINA DA GUERRA PSICOLOGICA DEGLI USA

giu 13, 2022 0 comments


Di Edoardo Gagliardi

La propaganda. Secondo l’enciclopedia Treccani può essere definita come “un’azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. È un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto. La propaganda utilizza tecniche comunicative che richiedono competenze professionali, nonché l’accesso a mezzi di comunicazione di vario tipo, in particolare ai mass media, e implicano un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità”.

La propaganda trova impiego soprattutto, ma non solo, durante i conflitti. Ed è per questo che il 13 giugno 1942 il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt firma l’ordine esecutivo 9182 che da vita all’Ufficio per l’informazione di guerra. Il 7 dicembre 1941, in seguito al bombardamento giapponese di Pearl Harbor, gli Stati Uniti dichiarano guerra al Giappone.

Per molti americani non è ancora chiaro perché il loro Paese sia entrato in guerra e le informazioni che giungono dal fronte sono scarse e frammentarie. Per sopperire a questa mancanza si decide di creare l’Ufficio per l’informazione di guerra, con un duplice scopo: da un lato informare il popolo americano sui progressi della guerra, dall’altro convincere i popoli europei e non solo che gli Stati Uniti li avrebbero liberati da criminali oppressori, incarnati nelle forze dell’Asse, ovvero Germania, Italia e Giappone.

E qui entra in gioco la propaganda, perché una delle funzioni dell’Ufficio è proprio quella di filtrare le informazioni che possono raggiungere l’opinione pubblica. Detto altrimenti, la verità deve essere piegata alla necessità di far apparire gli Stati Uniti sotto una luce favorevole. La più potente arma in mano alla nuova organizzazione è proprio il cinema.

Ai tempi infatti il cinema non proiettava solo film, ma anche cinegiornali e documentari. Gli americani non perdono tempo e nel 1942 il Dipartimento della guerra commissiona al regista Frank Capra sette documentari di propaganda dal titolo ‘Perché combattiamo’. Inizialmente destinati solo alle forze armate, successivamente vengono utilizzati dall’Ufficio per le informazioni di guerra come veicolo di propaganda interna, rivolto al pubblico americano.

Lo stile dei documentari è diretto, manicheo, infarcito di frasi perentorie, come quelle del generale George Marshall, Capo di Stato maggiore dell’Esercito americano, il quale afferma: “la vittoria delle democrazie potrà essere compiuta solo con la totale sconfitta delle macchine da guerra di Germania e Giappone”.

All’estero opera la Sezione di guerra psicologica che si rese protagonista del lancio di milioni di volantini sulla Sicilia in cui si leggeva: “Per voi è arrivato il momento di decidere se morire per Mussolini e Hitler o vivere le per l’Italia e la civiltà”. La stessa Sezione regalava delle saponette con sopra inciso la frase: “lava lo sporco nazista”.

Altro mezzo comunemente utilizzato per la guerra psicologica era la radio. Gli americani installano in varie zone d’Europa emittenti che si spacciano per la voce delle forze dell’Asse. L’obiettivo è creare scompiglio e divisione tra la popolazione ancora fedele alla Germania nazista e l’Italia fascista.

L’Ufficio per l’informazione di guerra viene ufficialmente chiuso il 15 settembre 1945, ormai la guerra è vinta e non solo quella sui campi di battaglia, ma anche quella della propaganda. Nonostante la chiusura dell’Ufficio, da allora gli americani continueranno a utilizzare i media come strumento di guerra psicologica non convenzionale per imporre la loro volontà e la loro visione del mondo.

FONTE:https://www.byoblu.com/2022/06/13/perche-combattiamo-la-macchina-da-guerra-psicologica-degli-americani/

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FOTO: https://unwritten-record.blogs.archives.gov

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