L'archetipo Wotan

giu 1, 2015 0 comments

Wotan, dio supremo del pantheon germanico. “Padre di tutti” (Al-födhr in norreno), divinità inquietante, che ha ceduto un occhio in cambio della sapienza, della conoscenza della magia, della preveggenza. Chiamato anche Odino nelle aree scandinave, Farmagudh, Grimnir, Hangagud, Valfödhr “padre [dei guerrieri morti in] battaglia”, Herfödhr “padre dell’esercito”, è certamente il Mercurio rammentato da Tacito (deorum maxime Mercurium colunt).
Odino-Wotan conosce il segreto delle rune, è dio della poesia e dell’invasamento poetico. È stato appeso all’albero del mondo nove notti per acquisire questi poteri. Se l’etimologia del nome è giusta, alla base c’è il tema indoeuropeo WAT- “furia profetica” (latino: vates, ‘vate’); non a caso, Adamo da Brema, annota: Wodan id est furor. Odino è un dio guerriero, feroce, vendicativo e assetato di sangue; secondo la mitologia nordica, dimorava nella celeste residenza dell’Asgardhr in cui troviamo la Valhalla, la “sala dei morti in battaglia”, sede finale ed eterna degli eroi bellicosi periti in combattimento colà trasportati dalle Valchirie. Insieme a Thor (norrenothórr, il Giove romano) e Tyr (dalla radice indoeuropea DEIW­­-, collegata al concetto di luce [latino: divus], quindi il “dio”, paragonato poi a Marte [infatti: ingleseTuesday, martedì]), Wotan appartiene alla schiera degli Asi (indoeuropeo ANS- “spirito vitale”), ovvero agli dèi per eccellenza della teofania germanica, i quali avevano stabilito la loro posizione sovrana dopo un patto di pace con i Vani, altro gruppo di divinità del pantheon nordico. Il patto con i Vani portò la pace e l’ordine.
All’inizio del ventesimo secolo, in risposta all’imperante razionalismo di fondo del pensiero materialista di fine ‘800, si verificò una straordinaria proliferazione di ordini occulti. In Germania e in Austria, così come in Inghilterra, molte logge esoteriche si dedicarono alla teorizzazione di una “nuova spiritualità ariana”, concetto questo basato sullo studio delle tradizioni germaniche e sul senso del volkish, e ancor più sulla ricerca dell’eroica mitologia nordica (i cui protagonisti erano simili a divinità) che, nell’ottica differenzialista di allora, dava modo di contrapporre la viltà della tradizione giudaico-cristiana, i cui protagonisti erano sottomessi ad un oscuro potere soprannaturale, a quella invece gloriosa del pantheon teutonico. Così un pensatore del tempo, ex monaco cistercense, tale Jörg Lanz von Liebenfels (1874-1954), acquistando una fortezza sul Danubio, vi fondò nel 1907 l’Ordine dei nuovi Templari. In linea col clima culturale della propria epoca, von Liebenfels propugnò un’ariosofia, ovvero una filosofia degli arii per cui, patrocinando anche un’autonoma e singolare interpretazione biblica, il termine ‘angelo’ doveva essere letto ‘euroariano’ mentre ad esempio i popoli che vivevano sui fiumi della Mesopotamia facevano parte, sempre secondo il von Liebenfels, di una sottospecie umana chiamata Pagutu[1]. Accanto all’Ordine dei nuovi Templari, sorsero ben presto molti altri gruppi esoterici dai nomi marziali e storicamente eruditi, come quello fondato da un linguista che era un’autorità nello studio delle rune, ossia l’Armen Ordendell’austriaco Guido von List; oppure l’Ordo Novi Templi, composto da pretesi eredi dei templari ricercatori del Graal; ancora, il Germanen Orden, l’Unione del Martello, l’Edda Society, la Lega dei ricercatori runici, la Fraternitas Saturnali, la Società del Vril e la Thule-Gesellshaft[2].
Ora Carl Gustav Jung (1875-1961), fondatore della moderna psicologia analitica, ravvisò nella nascita di questi movimenti occulti la materializzazione della metà oscura dello spirito germanico battezzandone la sindrome come ARCHETIPO WOTAN e ne segnalò i pericoli per l’intera razza umana[3]. In effetti, fu proprio in una di queste confraternite ermetiche, precisamente la Società Thule, che Adolf Hitler ascese al potere grazie all’influenza di personaggi legati all’esoterismo magico e pagano tedesco di inizio ‘900: penso a von Liebenfels, al rosacruciano von Sebottendorf, a Dietrich Eckart (il padre spirituale di Hitler, che credeva nell’Agarthi, il regno sotterraneo del Re del Mondo e dei Superiori Sconosciuti), a Rudolf Hess, a Rosenberg, teorico del nazismo, a cui si devono il rito pagano del fuoco soffocato e una suggestiva liturgia veneratrice della ciclicità della natura, come ai tempi degli antichi Germani. Per non parlare poi di Himmler, grande iniziato e sedicente reincarnazione di Enrico I l’Uccellatore, fondatore delle SS sul modello dei Cavalieri Teutonici medievali, maestro occulto delle iniziazioni a cui i suoi fedelissimi sottoposti dovevano orgogliosamente soggiacere; e soprattutto la costituzione sempre da parte di Himmler dell’Ordine Nero, organizzazione ristrettissima supportata dal famigerato Werewolf Korps che traeva diretta ispirazione dai Bersekir, i leggendari e feroci guerrieri nordici delle Gefolgshaft di cui hanno parlato gli storici latini. Ecco dunque una riproposizione della Storia, di una storia arcaica e quasi mitica che non si è mai conclusa definitivamente ma che, come in un macabro sonno, ha giaciuto per millenni nell’inconscio collettivo del popolo tedesco o comunque nelle genti di stirpe germanica.
Purtroppo né un micidiale conflitto su scala mondiale né i tristemente famosi campi di sterminio sono stati sufficienti a cancellare per sempre l’archetipo Wotan. Anzi, parafrasando Brecht, si può dire che il cuore degli uomini figli della “cerchia nordica” è ancor fecondo d’odio, di pugnace desiderio di predominio, di orrore. Ne vediamo oggi, infatti, gli esiti. Accanto ai movimenti neonazisti operativi, quelli cioè che profanano le tombe ebraiche, che percuotono ed insultano gli immigrati, che inneggiano alla violenza, che bruciano i turchi incendiando i loro dormitori, esistono numerosi gruppi “di pensiero” che stanno cercando di rivalutare la filosofia esoterica nazista. In America, la Church of Luciferian Light sostiene che i satanisti ariani siano i diretti discendenti di quegli angeli (cosmonauti primordiali?) che, secondo l’apocrifo Libro di Enoch, scesero sul nostro pianeta nella prima età dell’uomo per unirsi carnalmente alle donne e insegnar loro la magia. Jack Grimes, guida dell’Arian Racial Loyalist Party, proclama invece la sua salita al potere (meglio: dittatura) sull’America Bianca, ritenendo che addirittura Nostradamus abbia profetizzato questa sua ventura politica. Un altro, Jim Nason, fondatore dell’Universal Order, ha dato alle stampe anni fa un volume delirante intitolato “L’assedio”, il cui contenuto non è difficile immaginarcelo. In Inghilterra, l’Order of Nine Angels invoca l’avvento di un mondo di stati razziali separati secondo etnie e tradizioni culturali (sic!); in Nuova Zelanda, il Black Order sta rinsaldando tra gli accoliti l’idea di rifondare l’Ordine Nero di Himmler. I due più importanti movimenti di adorazione satanica americana (non si dimentichi mai che satanismo e movimenti neonazisti sono accomunati da una profonda inimicizia nei confronti del ‘vile’ credo cristiano-giudaico), vale a dire ilTemple of Seth e la rivale Church of Satan, si contendono inoltre gli adepti in nome del demonio (Satan-nataS) e della supposta superiorità della “razza” ariana.
Sebbene non sia lecito stabilire un punto di convergenza tra movimenti ariani di magia nera e che so, revisionismo storico per esempio, oppure tra le sette di esoterismo ‘colto’ come le fratellanze rosacruciane e le moderne logge massoniche, non v’è dubbio che proprio in queste zone remote dell’irrazionalità alla Blavatsky, ove fideismo “euristico” e magica superstizione si disputano la primazia assoluta, l’archetipo Wotan trova alimento spirituale e prende strada per emergere dalle regioni più profonde del nostro malvagio essere  ancestrale. Perché, come ben si vede, i guasti umani che esso provoca sono ancora tanti.


[1] Con ariani, o arii, venivano designate tutte le popolazioni iraniche e quelle indiane di origine indoeuropea. Il termine fu indebitamente esteso dai teorici del nazismo a tutti i popoli di lingua indoeuropea e in particolare a quelli germanici.
[2] Si veda anche il mio articolo “Le fonti occulte del nazionalsocialismo”, apparso su Punto d’incontro n. 1/2, Lanciano, gennaio-aprile 2001, pag. 19.
[3] Dando all’inconscio una dimensione collettiva, Jung afferma che c’è nella psiche di tutti gli uomini un fondo comune innato. La mente umana non è quindi una tabula rasa, ma possiede un suo contenuto (ancora inconscio) che indirizza in determinati sensi l’attività immaginativa ed intellettuale e condiziona gli atteggiamenti del singolo. Questi contenuti sono gli ARCHETIPI, immagini primordiali che spiegano l’apparizione in tutte le culture di determinate immagini simboliche, ricollegabili allo stesso modello, anche se soggette a elaborazioni culturali differenti.

BIBLIOGRAFIA MINIMA:

Galli, Giorgio, Hitler e il nazismo magico, Milano, BUR, 1999.
Jung, Carl G., Wotan, in Id., La dimensione psichica, a cura di L. Aurigemma, Torino, Bollati Boringhieri, 1972.
Pauwels, Louis e Bergier, Jacques, Il mattino dei maghi, Milano, Mondadori, 1997.

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