Come l’Iran rifornisce di armi i ribelli houthi dello Yemen

apr 25, 2018 0 comments
Di Alberto Bellotto
C’è un flusso di armi che continua ad alimentare la guerra in Yemen. Quel flusso, direttamente, o indirettamente, arriva all’Iran. La Repubblica islamica ha contribuito all’escalation bellica fornendo ogni tipo di appoggio agli houthi, la milizia sciita che contende il potere con ciò che resta del governo dell’ex presidente Abdrabbuh Mansur-Hadi. Ma andiamo con ordine.
Il Paese si è infiammato a partire dal 2011 con l’avvento delle cosiddette primavere arabe. Ma è nel 2015 che la situazione precipita. Gli houthi conquistano la capitale Sana’a cacciando Hadi e l’Arabia Saudita inizia la sua campagna per liberare lo Yemen dagli sciiti. Da qual momento il Paese è sprofondato in un conflitto settario che ha preso le sembianze di una guerra per procura. Riad ha raccolto intorno a sé una coalizione e compiuto centinaia di raid nel Nord del Paese. Teheran ha invece fornito armi e supporto logistico ai ribelli. Il legame tra l’Iran e i miliziani, è nato molti prima delle primavere arabe e nel corso del tempo si è affinato.

Il traffico di armi: la cattura dei cargo nei Mar Arabico

Il primo segno che le armi in mano ai ribelli sciiti non fossero di produzione propria, o provenienti da arsenali delle truppe lealiste, è arrivato con un’analisi del Conflict Armament Research (Car). In particolare per quanto riguarda il drone Qasef-1 Uav. Gli insorti hanno sempre dichiarato che si tratta di un prodotto casalingo ma in realtà gli esperti del centro di ricerca hanno dimostrato che si tratta di un mezzo costruito con componenti iraniani. Il Qasef-1 sarebbe infatti della stessa famiglia degli iraniani Ababil. In alcuni droni esaminati si notano numeri di serie molto simili che indicano l’appartamento tra il mezzo usato dagli houthi e quello prodotto in Iran. Questi dispositivi sono spesso stati usati per colpire i sistemi di difesa missilistici dell’Arabia Saudita, come le batterie Petriot lungo il confine meridionale.
Ovviamente le forniture non si fermano qui. Nic Jenzen-Jones, uno specialista dell’Armament Research Services ha passato diverso tempo a studiare i passaggi di armi tra Iran e Yemen. Oltre ai droni sarebbero arrivati anche diversi armamenti come missili anti nave o lanciarazzi. Resta però la grande questione di come quelle armi siano arrivate sul suolo yemenita. Tre sequestri avvenuti nel 2016 ci spiegano come sia avvenuto il passaggio di armi. Febbraio e Marzo del 2016 tre navi da guerra della Combined Maritime Forces (CMF), una missione di pattugliamento internazionale nel Mar Rosso e Oceano Indiano occidentale, la HMAS Darwin la FS Provence e l’USS Sirocco, hanno fermato tre natanti che stavano trasportando migliaia di armamenti, destinati alla Somalia e allo Yemen.

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