Aria pulita per tutti: così il Regno Unito sta vincendo la Champions League delle politiche ambientali

mag 10, 2019 0 comments

Di Francesco Cancellato

Altro che Brexit, verrebbe da dire. Se in questi mesi c’è un Paese che sta dando lezioni di ambientalismo all’Europa, non solo nel calcio, è proprio il Regno Unito. Prima, con la dichiarazione dello stato di emergenza climatica, fatta propria da sessanta comuni e dai parlamenti inglese e scozzese, che si sono impegnati a diventare “carbon free” entro il 2030. Ora, con il manifesto lanciato dal giornale-bibbia dei conservatori inglesi - a dimostrazione che l’ambientalismo non è affare per soli progressisti - che ha lanciato una campagna-manifesto ambientalista, chiedendo a gran voce un Clean Air Act, una legge per l’aria pulita.
Il manifesto del Times si fonda sui dati che raccontano che milioni di bambini britannici sono costretti a respirare un particolato fine ed extra fine - il cosiddetto Pm2,5 - ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. E chiede cinque azioni immediate al Governo per porre rimedio a questo problema. Il primo, un nuovo Clean Air Act che dia valore legale al diritto per ogni cittadino britannico di respirare aria pulita e che fornisca a ciascun amministratore locale poteri straordinari per fare fronte alle giornate in cui si superano i limiti di inquinamento nell’aria. Il secondo, vietare la vendita di automobili diesel e benzina entro il 2030, così come hanno dichiarato di voler fare Cina, India e Irlanda (il Regno Unito si è data il 2040 come limite, e per il Times è troppo poco). Il terzo, vietare la circolazione delle macchine nei pressi delle scuole, nell’orario in cui i bambini entrano in classe, consentendo l’accesso alla strada solo ai mezzi pubblici. Il quarto, far pagare la circolazione nelle città alle auto diesel pre 2016 e alle auto a benzina pre 2006. Il quinto, monitorare la qualità dell’aria in ogni angolo del Regno Unito, attivando una rilevazione di massa delle polveri sottili in atmosfera.
Una riflessione è d’obbligo: da noi, che per inciso abbiamo l’aria peggiore di tutta Europa, in pianura padana, queste sarebbero considerate idee da talebani ambientalisti, anti-sviluppo e anti-progresso. Nel Regno Unito sono l’agenda politica di un giornale conservatore di proprietà di Rupert Murdoch, in un Paese in cui a dichiarare emergenza climatica sono giunte di tutti i colori, dai laburisti ai liberal democratici sino agli indipendentisti scozzesi. Questo per dire che prima di tutto dovremmo scrollarci di dosso una bella dose di provincialismo e di luoghi comuni: primo fra tutti l’idea che le politiche ambientali siano di esclusiva proprietà dei paladini della decrescita, verdi fuori e rossi dentro, che la regolazione a tutela della salute del cittadino vada contro il progresso, che non sia il momento di chiedere e attuare politiche di radicale cambiamenti degli stili di vita e di consumo, e che non ci sia la sensibilità sociale per far sì che tutto questo trovi consenso nella popolazione.

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto