L’era di Trump e la fine dell’unipolarismo

mag 5, 2019 0 comments

Di James Petras
Introduzione
Il potere globale degli Stati Uniti nel periodo Trump riflette le continuità e i cambiamenti che si svolgono rapidamente e profondamente nel mondo e che influenzano la posizione di Washington. Valutare le dinamiche del potere globale degli Stati Uniti è un problema complesso che richiede l’esame su più dimensioni.
Procederemo con:
Concettualizzare i principi che dettano la costruzione dell’impero, in particolare le basi del potere e i cambiamenti dinamici nelle relazioni e strutture che modellano la posizione attuale e futura degli Stati Uniti.
Identificare le sfere di influenza e potere e loro crescita e declino.
Esaminare le regioni dei conflitti e contestazioni.
Rivalità principali e secondarie.
Relazioni stabili e mutevoli tra centri di potere esistenti e in ascesa.
Dinamiche interne che formano la forza relativa dei centri concorrenti del potere globale.
Instabilità di regimi e Stati che cercano di mantenere ed espandere il potere globale.
Concettualizzazione del potere globale
Il potere globale degli Stati Uniti è costruito su diversi fatti significativi. Questi includono: vittoria degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, successiva avanzata economica e dominio militare sui cinque continenti. Gli Stati Uniti avanzarono il dominio con una serie di alleanze in Europa attraverso la NATO; Asia attraverso la relazione egemonica con Giappone, Corea del Sud, Filippine e Taiwan, nonché Australia e Nuova Zelanda in Oceania; America Latina coi regimi clienti tradizionali; Africa coi governanti neo-coloniali che imposero all’indipendenza. Il potere globale degli Stati Uniti fu costruito intorno URSS e Cina, minandone le economie e sconfiggendone militarmente gli alleati attraverso le guerre regionali. Dopo la Seconda guerra mondiale, la superiorità economica e militare creò alleati subordinati e stabilì il potere globale degli Stati Uniti, ma creò le basi per cambiamenti graduali nelle relazioni di dominio. Il potere globale degli Stati Uniti era formidabile ma soggetto a cambiamenti economici e militari nel tempo e nello spazio.
La sfera di potere degli USA: ieri e oggi
Il potere globale degli Stati Uniti sfruttò le opportunità, ma subì anche sconfitte militari, in particolare in Corea, Indocina e Cuba. Le sfere di potere statunitensi erano chiaramente vigenti nell’Europa occidentale e in America Latina, ma contestate nell’Europa orientale e in Asia. Il progresso più significativo della potenza mondiale degli Stati Uniti avvenne con la scomparsa e disintegrazione dell’URSS, dei Paesi clienti dell’Europa orientale, nonché passaggio di Cina ed Indociina al capitalismo negli anni ’80. Gli ideologi statunitensi dichiararono l’avvento dell’impero unipolare libero da restrizioni e sfide al potere globale e regionale. Gli Stati Uniti si rivolsero alla conquista degli avversari periferici. Washington distrusse Jugoslavia e poi Iraq – frammentandoli in miniStati. Wall Street promosse una moltitudine di corporations multinazionali per invadere Cina ed Indocina raccogliendo miliardi di profitti sfruttando manodopera a basso costo. I credenti nel dominio duraturo del potere globale degli Stati Uniti immaginavano un secolo di dominio imperiale degli USA. In realtà questa era una visione miope ed effimera.
La fine dell’unipolarismo: Nuove rivalità e centri di potere globali e regionali: uno sguardo
Il potere globale degli Stati Uniti portava Washington a “sovraestendersi” in diverse aree cruciali: lanciò una serie di guerre costose e prolungate, in particolare in Iraq e Afghanistan, che ebbero tre conseguenze negative: la distruzione delle forze armate e dell’economia irachena portò all’ascesa dello Stato islamico che occupò buona parte del Paese; l’occupazione in Afghanistan che portò alla rinascita dei taliban e a una guerra ventennale che costa centinaia di miliardi di dollari e diverse migliaia di soldati nordamericani feriti e morti; di conseguenza, la maggior parte del pubblico statunitense è contrario a guerre e costruzione dell’impero. saccheggio e dominio sulla Russia degli Stati Uniti finirono quando il Presidente Putin sostituì il vassallo Eltsin. La Russia ricostruì industria, scienza, tecnologia e potenza militare. La popolazione russa si riprese i suoi standard di vita. Con l’indipendenza e le avanzate armi russe, gli Stati Uniti persero la loro potenza militare unipolare. Tuttavia, Washington finanziò un colpo di Stato che ha praticamente annesse i due terzi dell’Ucraina. Gli Stati Uniti inseriscono i frammentati “staterelli” jugoslavi nella NATO. La Russia contrastava annettendo la Crimea e proteggendo i mini-Stato adiacenti la Georgia. La Cina convertì l’invasione economica delle multinazionali statunitensi in esperienze di apprendimento per la costruzione della propria economia nazionale e piattaforme d’esportazione che contribuivano a farla diventare un concorrente economico e rivale degli Stati Uniti. La costruzione dell’impero globale degli Stati Uniti subiva importanti sconfitte in America Latina sul cosiddetto Washington Consensus. L’imposizione di politiche neo-liberiste privatizzò e saccheggiò le loro economie, ne impoverì la classe lavoratrice e borghese e provocò una serie di insurrezioni popolari e l’ascesa di movimenti sociali radicali e di governi di centro-sinistra. L’impero statunitense perse sfere d’influenza in alcune regioni (Cina, Russia, America Latina, Medio Oriente) sebbene mantenne l’influenza tra le élite nelle regioni contese e persino lanciò nuove guerre imperiali nei territori contesi. In particolare, gli Stati Uniti attaccarono i regimi indipendenti di Libia, Siria, Venezuela, Somalia e Sudan tramite ascari armati. Il passaggio dal mondo unipolare a quello multipolare e l’emergere graduale dei rivali regionali portavano gli strateghi globali statunitensi a ripensare la strategia.
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Convergenze e differenze tra Obama e Trump sulla costruzione dell’impero
Nel secondo decennio del 21° secolo emersero diversi nuovi allineamenti nel potere globale: la Cina era diventata il principale concorrente economico della potenza mondiale e la Russia era il principale sfidante militare della supremazia militare statunitense a livello regionale. Gli Stati Uniti sostituirono gli imperi coloniali europei in Africa. La sfera d’influenza di Washington si estese soprattutto nell’Africa settentrionale e sub-sahariana: Kenya, Libia, Somalia ed Etiopia. Trump ebbe un leva in Medio Oriente, vale a dire in Egitto, Arabia Saudita, Emirati e Giordania. Israele mantenne un ruolo peculiare, convertendo gli Stati Uniti a sua sfera d’influenza. Ma gli Stati Uniti affrontavano i rivali regionali della sfera d’influenza in Libano, Siria, Iran, Iraq e Algeria. Nell’Asia meridionale gli Stati Uniti affrontavano la competizione per le sfere di influenza da Cina, India, Afghanistan e Pakistan. In America Latina i cambiamenti bruschi nelle sfere di influenza erano la norma. L’influenza degli Stati Uniti diminuì tra il 2000 e il 2015 e si riprese dal 2015.
Traduzione di Alessandro Lattanzio per http://aurorasito.altervista.org

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