Il potere dei sogni

apr 19, 2020 0 comments


I monaci tibetani hanno una tradizione di antiche pratiche spirituali che risalgono a circa 17 mila anni fa, che prende il nome di Buddhismo dello Yungdrung Bön.

Nella dottrina buddhista il mondo è visto come un’illusione dove si nasce più volte e ci sono una serie di reincarnazioni che possono essere estinte solo attraverso l’Illuminazione della propria Anima.

I monaci buddhisti chiamano questa Illuminazione “Chiara Luce”; questo stato di misticismo naturale può essere raggiunto grazie ad una rigida pratica mentale che comprende il canto, la preghiera e la meditazione durante tutto l’arco della giornata e degli esercizi specifici durante la notte per riuscire a comprendere ed interpretare il segreto nascosto nei propri sogni.

I monaci credono che ogni accadimento sia un sogno, sia che avvenga di giorno, sia che avvenga la notte mentre si dorme.

Si può capire che un sogno non è un sogno e che lo stato di veglia è la stessa cosa, considerando il sogno come una vera e propria proiezione dei propri pensieri, e la realtà cosciente è un’illusione ed ogni problema è legato alle illusioni mentali di ogni uomo.


Buddismo
Religione senza religione
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Questa pratica viene insegnata già in tenera età, all’incirca 9 o 10 anni, nei monasteri dove  per diversi anni i piccoli monaci si presentano all’Abate e ricevono le istruzioni religiose.

L’Abate, dopo avere ascoltato i loro sogni più recenti per poter comprendere lo stato spirituale delle anime di ognuno di loro ed interpretare a che livello d’insegnamento evolutivo sono pronti a sostenere, consegna ai bambini un laccio blu per aiutarli alla presenza durante il giorno e dell’erba Kusha che metteranno sotto il cuscino durante la notte, che favorirà l’attività onirica; dovranno poi raccontare i sogni alla prossima lezione.

Per i monaci tibetani il sogno è importante, perché dato che l’uomo in media dorme per i due terzi della propria vita, è fondamentale sapere cosa succede in questo periodo di tempo, che è il luogo dove si può comprendere meglio se stessi.

Per poter arrivare a conoscere i propri sogni a fondo è necessario un rigido allenamento, anche nella parte della giornata in cui si è svegli.

I monaci per mantenere la mente agile praticano insieme la preghiera ed il canto in maniera assidua, con movimenti delle braccia che portano al loro corpo nuova energia, battendo le mani, perché credono che ciò renda le loro menti più acute e ciò deve essere riportato anche nello stato di sonno.

Con questa consapevolezza anche nel sognare, i monaci possono confrontare le illusioni dei propri sogni.

Prima di addormentarsi cercano di ricapitolare tutti gli avvenimenti e le esperienze della giornata, come se fossero dei sogni.

La pratica del sogno consiste in 4 sessioni, con annesse 4 posizioni e 4 vie differenti per focalizzarsi.

Prima di tutto la posizione in cui si dorme influenza il nostro respiro, che influenza la mente.

Senza il Prana, il respiro vitale, la mente non può funzionare, ed attraverso la pratica del controllo dell’energia e del respiro (PRANAYAMA) si può arrivare a controllare i propri sogni.

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