Il mistero della Magia Avatarica

lug 2, 2015 0 comments
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Nei misteri si tramanda la possibilità di preservare l’Anima, di non farla dissolvere, in qualche maniera di non far svanire quell’individualità che è contenuta nell’Anima… C’è un ‘io’ inferiore, la nostra anima, e un ‘io’ superiore che è lo spirito… questo non si estingue… Invece il destino della nostra individualità particolare, dell’anima, è di annichilirsi… Però c’è la magia avatarica, che è la possibilità del mago di togliere un’anima da un corpo, di immettere in questo corpo un’altra anima, anche di un dio o di un demone, oppure la propria, o addirittura, prima della morte, di immettere in un feto la propria Anima… Questa magia permetterebbe al mago di non morire, di rinascere senza passare per la morte e il dissolvimento nel kama loka, insomma di non far dissolvere la propria anima e la propria individualità… di mantenere la memoria del passato e di tutte le reincarnazioni, di avere la possibilità, il Potere, in vita, senza morire, di travasare, di reincarnarsi in un altro corpo con la propria Anima che ricorda tutto, e non solo: di scegliere volontariamente in chi reincarnarsi e quindi giungere a dirigere il flusso delle reincarnazioni, e non subire quell’oblio che tutti attende nel kama loka… Insomma, affrancarsi dalla legge universale.
Secondo l’Antica Tradizione, l’Antica Sapienza,  dobbiamo dire del kama loka… Il kama loka è quel luogo tra la vita e la morte, tra la terra e il cielo, dove le anime vivono il loro ultimo stato prima del Devachan, il Paradiso, e prima di una nuova reincarnazione. Kama loka in sanscrito significa: il luogo (loka) del desiderio (kama). Si potrebbe paragonare al Purgatorio dei cristiani. Dopo il kama-loka, per la dottrina induista, c’è il Devachan, il Paradiso. Per le antiche teorie misteriosofiche, l’essere è composto di tre parti: corpo, anima, spirito. Su questa nostra dimensione materiale la morte dissolve il corpo, l’involucro di carne, ma non l’anima che dopo questo evento è libera di affrancarsi dalla prigionia della materia. Ma l’anima non è immortale, è solo il tramite tra lo spirito e il corpo, è un rivestimento di materia sottile, astrale, dello stesso aspetto, diciamo dell’immagine, del corpo e che contiene tutto quel bagaglio d’esperienze materiali e mentali – la psiche profana della psicanalisi – che permette allo Spirito di guidare il corpo, che altrimenti sarebbe un involucro inanimato. L’anima è l’individualità di una determinata reincarnazione: contiene il passato, pregi e colpe, e tutto ciò che abbiamo saputo fare su questa terra. Lo Spirito invece ha una visione superiore, conosce tutti i nostri ‘io’ delle nostre passate reincarnazioni, la sua è una consapevolezza che aumenta di reincarnazione in reincarnazione, ma nel momento della nascita la nuova anima che si forma per la nuova reincarnazione non ricorda più nulla. L’anima è contenuta nel ‘nome’ che ci viene dato alla nascita, è l’individuazione, ed oltre al passato contiene i geni dei nostri attuali genitori. Senza l’Anima, lo Spirito non avrebbe i mezzi per connettersi e dirigere il corpo, per entrare in contatto percettivo con la realtà. Dicevo che l’anima non è immortale, è un involucro astrale, e al distacco dal corpo ancora mantiene tutto ciò che era della mente di quel corpo, di quel nome, di quel passato, delle speranze, dei sogni… tutto. Ma di ciò dobbiamo liberarci: e allora nel kama loka avverrà lentamente quella che viene chiamata la seconda morte… Sarebbe troppo violento annichilire subito l’anima, denudare lo spirito e lasciarlo solo di fronte a se stesso. L’Anima è l’abito che protegge la lenta presa di coscienza dello Spirito. E allora in questo stato astrale, nel kama-loka, l’Anima vive in una specie di sogno, in un mondo simile a quello che ha lasciato, ma dove dovrà prender coscienza di tutti gli errori fatti nella vita materiale. E se ne renderà conto subendo su di sé ciò che ha inflitto agli altri. Dopo questo stato di sofferenza, e infine di raggiunta consapevolezza, di nuovo viene immersa in una specie di oblio, e poi di sogno, dove tutte le sue speranze, e i sogni che non ha potuto realizzare in vita, si realizzeranno. Tutto ciò è necessario, serve per dare pace allo Spirito e per permettere di affrontare una nuova incarnazione… E questo è il Devachan… Dopo che l’anima si è dissolta, ciò che resta è spirito immortale, spirito che non ha un’individualità, ma che condensa tutte le individualità del passato e del futuro, una forma di vita difficile da definire, che possiamo chiamare pura energia, di là d’ogni determinazione di esistenza, esistenza che appartiene solo al corpo e all’anima: all’esistere. Invece lo Spirito è l’Essere, che probabilmente si riunirà all’energia primordiale, divina. Ma su questo punto, come su tutto ciò che è al di fuori di ogni comprensione, non è possibile dire di più, andare oltre. Per l’ortodossia cristiana c’è una sola vita da vivere, una sola esistenza, poi alla morte del corpo lo spirito (o l’anima, per la teologia cristiana sono sinonimi) si riunisce all’eterno. Ma per le filosofie gnostiche che si ispirano alla filosofia greca, all’ermetismo, all’occultismo, una sola incarnazione non basta per purificare lo Spirito. Alla seconda morte, la morte dell’Anima, al suo dissolvimento, lo Spirito si riveste di una nuova veste astrale (l’Anima) e si reincarna in una nuova esistenza per concludere ciò che ha lasciato incompiuto nella precedente reincarnazione, nella via verso la perfezione. Questa scelta viene fatta dallo Spirito in base allo stato di perfezione raggiunto nelle precedenti reincarnazioni, e lo Spirito sceglierà i genitori più adatti a migliorarlo nella sua vicenda terrena… 
Questi Necromanti, questi Maghi Neri di reincarnazione in reincarnazione potenziano la propria Anima, facendola aumentare d’energia, per renderla quasi immortale, seppure alla fine dei tempi dovranno rendere conto a Dio… questa magia bara con le leggi di dio, o se vuoi della natura… Il  mago conosce queste leggi per rendersi simile a Dio. Ma le anime tolte ai corpi con la magia avatarica che fine fanno? Forse vengono ‘assorbite’ dall’anima del mago… E c’è di più: tra le pratiche della magia avatarica vi è anche quella di mantenere l’Anima attaccata al cadavere, di sopravvivere da morto e di continuare a vivere assorbendo energia… come un vampiro. E il cadavere non subirebbe corruzione. Questi maghi Neri puzzano di cadavere… ma vivono, e il loro colorito… la pelle… è come disseccata… grigiastra… no, marroncino chiaro, come un cuoio stinto… una pelle morta… E ho letto qualcosa sul Conte, il Conte Alberti di Catenaia, chiamato Erim in ambito occultista e di cui si trovano poche informazioni… insomma in uno scritto di un suo discepolo, si dice che quando la salma del Conte venne riesumata dieci anni dopo, trovarono il corpo intatto, non corrotto… Accumulare energia, per continuare a vivere una vita materiale…
Se il kama loka è un mondo astrale di sogno, un mondo duplicato del nostro, dove noi per un periodo di tempo possiamo vivere, mi domando se attraverso la magia avatarica si possa riuscire a stare in ‘anima individuale consapevole’ in questo luogo, non subendo le leggi del kama loka, accumulando sempre più energia, in modo vampirico… da altre anime tenute prigioniere nel kama loka. Qualcosa di simile, ‘anima individuale consapevole’, si trova in un paragrafo di un libro di Erim, al secolo il Conte Umberto Amedeo Alberti di Catenaia, Il Conseguimento Celestiale, che spiega meglio cosa sia l’antica magia avatarica: ‘[…] tutta la iniziazione ed opera magica (dell’Egitto) si riduceva a beneficiare il vertice di piramide, Pontefice o Re, della Emancipazione della carne fissandola alla mummia sotto iperfisica forma di permanente vampiro, a discapito della base della piramide costituita dai paria’. 
Sempre nel libro di Erim si legge che la conoscenza magica egizia è confluita in Mose, che nella Genesi la nascose in codice esoterico, in linguaggio Geroglifico a triplice interpretazione, tradizione poi confluita nella setta dei Caldei, antesignani degli Esseni, da cui si sviluppò, secondo la tradizione esoterica, e confermata da ricerche storiografiche, il  cristianesimo. Questa conoscenza esoterica fu conservata ‘in segreto’, per pochi eletti, dal popolo dell’Esodo nella Cabala. 
In questa visione il cristianesimo diviene un codice esoterico di antiche tradizioni magiche risalenti ai sacerdoti dell’Egitto.
C’è nel corpo di materia un ‘elemento vitale’, che allo scomparire delle funzioni fisiologiche decade… Può essere animato, come un corpo dal sangue, da Energia Sottile, e quindi nella sua forma vampirica l’energia è data dal volgo, da altri ‘corpi’, anime… La sopravvivenza della Coscienza è un atto volitivo basato sulle antiche conoscenze magiche. L’universo è energia indifferenziata, l’individuo la rende Cosciente. 
Le anime dei suicidi, o di coloro morti di morte violenta, sono le più confuse, fanno fatica a distaccarsi dalla vita: sono piene di rabbia, e voglia di vivere ancora, vogliono continuare a vivere, si illudono. E queste anime restano nel kama loka tutto il periodo di vita che era stato stabilito per loro, mi spiego: se una persona muore prima dei quarant’anni, e non ha portato a compimento il suo Karma, che era di settant’anni, resta nel kama loka tutti gli anni che gli restano per completare il suo karma. Quindi altri trent’anni. E se questi maghi neri – di cui appena accennano certi testi dell’occultismo – tenessero prigioniere queste anime maledette nel kama loka proprio offrendo loro ciò che più agognano? Ovvero i desideri e i sogni che queste anime  non sono riuscite a realizzare in vita? Ma per fare ciò, i Maghi Neri  devono avere delle anime che non hanno concluso il loro karma vitale, e che in più, data la loro morte violenta, suicidi o omicidi, sono ancora morbosamente attaccate alla vita…  queste anime diventano dannate… vittime per sempre dei loro carnefici, fino ad essere divorate, inglobate da questi mostri… 
E questi esseri diabolici, questi Maghi Neri, io li ho visti… e li ho nominati: i Divoratori… Divoratori della vita, del sangue e delle anime, per aumentare sempre più in potenza. Questi esseri legano a loro tutte queste anime, come in una catena magnetica, che li rende sempre più potenti. Questi esseri li ho immaginati con il volto coperto da maschere leggere di seta rossa, il punto delle labbra mosso come da un fiato interno, ma sotto nascondono la morte: uno scheletro con della carne sanguinante e tessuti di cartilagine attaccati… Ma quel poco di vita putrefatta che hanno è quella delle loro vittime… quel sangue non è il loro. Un po’ come le maschere mortuarie di alcuni santi nelle chiese…
(tratto da L’Ordine delle Tenebre di M. Ferrante)

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