Aleister Crowley e l’uso della Tavoletta Ouija

ago 28, 2015 0 comments

Di Sapah Zimii


Fa’ ciò che vuoi, sarà tutta la Legge.

“Aleister Crowley and the Oujia board” è il titolo di un interessantissimo ed agile libretto, mai tradotto in italiano, che analizza un metodo poco usato dai Magisti moderni ortodossi, alla luce di alcuni appunti lasciati da Aleister Crowley sull’argomento. L’autore è Jerry Edward Cornelius, noto negli ambienti crowleyani per essere il capo di un lignaggio dell’Astrum Argentinum, che come ormai si saprà, è l’Ordine Magico derivante direttamente dall’Opera del Crowley stesso.







Oggigiorno la tavoletta Ouija o la panchette sono diventati sinonimo di Spiritismo ed è per questo che sovente i veri Maghi tendono a snobbare questo strumento, ma attraverso queste righe vedremo come in effetti il suo uso possa essere assolutamente tradizionale ed inquadrato in un’ottica di coerenza magica.




Il Tarocco Thoth di Aleister Crowley Voto medio su 3 recensioni: Da non perdere


Già è probabile che lo studioso italiano sobbalzi di fronte all’accostamento dell’Ouija a Crowley, tuttavia è storicamente provato, ed esistono documenti che lo dimostrano (articoli e lettere), che Crowley si interessò più di una volta all’argomento e non per screditarlo, come fece invece per il movimento spiritista in generale.
Per esempio Jane Wolfe, che fu allieva diretta di Therion (e qui ricordo solo di sfuggita che To Mega Therion fu uno dei Motti Magici di Crowley) e visse con lui un periodo di intensa sperimentazione magica nella famosa Abbazia di Thelema, sita in Cefalù, spesso usava la tavoletta Ouija. Addirittura fu sua convinzione di avere ricevuto importanti comunicazioni attraverso l’uso di questo strumento.
Therion discusse  l’argomento per via epistolare con uno dei suoi più famosi discepoli, Charles Stansfeld Jones (Frater Achad), e si sa che quest’ultimo, nel 1917 ev, operò alcune sperimentazioni con l’uso della tavola.
Crowley commentò così i suoi esperimenti: “Il tuo esperimento con la tavoletta Ouija è abbastanza divertente. Tu stesso vedi quanto sia soddisfacente, ma io credo che le cose potranno migliorare moltissimo con la pratica. Credo che tu debba affidarti ad un solo Angelo e rendere la preparazione magica più elaborata.”  (pag. II)
Addirittura negli anni successivi fu talmente entusiasta dell’Ouija da considerare con Achad di unire le proprie forze in una operazione commerciale, proponendo sul mercato una propria versione della tavoletta.
Esiste una lettera, datata 21 febbraio 1919 ev in cui Crowley risponde a Jones: “Re tavoletta Ouija. Ti offro la posizione di mio agente confidenziale in questa faccenda, con la base del 10% dei miei profitti netti. Sarai, se accetti, il responsabile per la protezione legale delle idee e per il commercio del marchio protetto. Penso che ciò possa essere soddisfacente per te. Spero di riuscire a mandarti il materiale nel giro di una settimana…”  (pag II)
In marzo Therion scrive ad Achad informandolo di aver pensato un altro nome per la tavoletta, ma alla fine la commercializzazione non andò in porto e né il design né il nome che Crowley aveva in mente sopravvissero. Sicuramente se fossero stati realizzati avrebbero riscosso lo stesso successo della sua personale rivisitazione del mazzo dei Tarocchi, arrivata questa sino a noi con il nome di Tarocco di Thoth.
Ma vediamo finalmente cosa è una tavoletta Ouija. Come molte altri oggetti di tipo esoterico, come Sfere, tarocchi, pendolini, la tavoletta Ouija è entrata nell’immaginario collettivo come un gioco. Un gioco con cui è possibile, o si vorrebbe, entrare in comunicazione con gli spiriti dei defunti.
Questa convinzione, rafforzata dall’uso che ne fecero all’interno del movimento spiritista nell’ultimo secolo, screditò a tal punto questo strumento che oggi la maggior parte dei Maghi non prende neanche in considerazione un suo possibile utilizzo rituale.
Senza contare l’ulteriore danno che il cinema ha contribuito ad alimentare; non si contano infatti film horror di seconda categoria in cui i protagonisti si trovano a dover fronteggiare, spesso con esiti funesti, pericolose entità che non sono in grado di controllare, richiamate proprio dall’uso della tavoletta…
Addirittura il famosissimo film “L’esorcista” fu ricavato da un libro basato su un fatto realmente accaduto ad un ragazzo (e non una ragazza come nel film). Nella realtà la storia che diede spunto al film ebbe inizio nel 1949 ev quando questo giovane ragazzo ricevette in regalo una tavoletta Ouija da una amica con un forte interesse nell’occultismo e nello spiritismo. La ragazza purtroppo stava morendo di sclerosi multipla e regalandogli la tavoletta voleva fornirgli un mezzo per rimanere in comunicazione anche dopo il suo trapasso. Sfortunatamente, invece il ragazzo incappò in qualcosa di pericoloso, e ne derivò quella che a tutti gli effetti è definita, sia dagli ambienti occultistici che religiosi, una possessione. Sul caso furono scritti articoli persino sul The Washinghton Post Fu appunto dopo aver letto questi articoli che William Blatty, l’autore de “L’esorcista”, decise di scriverne un libro romanzato.
E’ chiaro che tutto questo contribuì ad alimentare la cortina maledetta e demonica dell’uso della tavoletta. E’ vero che talvolta possono accadere spiacevoli inconvenienti che vanno dai semplici incubi notturni, per arrivare a vere e proprie possessioni, ma questo ha due semplici motivi. Il primo è che le persone si avvicinano a queste pratiche senza nessuna conoscenza della materia e soprattutto senza una fondamentale preparazione magica. Avere sempre il controllo della situazione è fondamentale, al contrario di quanto insegnano i vari spiritisti che usano invece un metodo di totale passività, andando così incontro ai rischi sopraccitati.
Il secondo motivo, come ben spiegava Crowley, è che il mondo della Magia è uno Specchio e se uno dentro di Sé non riesce a vedere altro che Demoni e malvagità il risultato del suo richiamo sarà ben facilmente intuibile…
E’ per questi motivi che Therion si scagliò più volte contro il mondo dello Spiritismo, come in uno dei suoi testi più importanti, il Magick, di cui riporto un significativo stralcio: “E’ doveroso aggiungere qualche parola sullo spiritismo, che costituisce una sorta di negromanzia indiscriminata per dilettanti, e forse sarebbe preferibile parlare di necrofilia. Gli spiritisti si rendono perfettamente passivi e, anziché impiegare qualche metodo di protezione, invitano volutamente tutti gli spiriti, i demoni, gli involucri dei morti, tutti gli escrementi e il sudiciume della terra e dell’inferno a coprirli di fango. L’invito viene accettato prontamente, a meno che non sia presente un uomo puro, con un’aura di bontà capace di sventare questi immondi abitatori dell’abisso.
[…]
Nessuno spiritista, quando è completamente irretito dal sentimentalismo e dai fantasmi delle paure freudiane, è capace di pensiero concentrato, di volontà perseverante o di dirittura morale. Privo di ogni scintilla della luce divina che gli spettava per diritto di nascita, preda prima ancora della morte degli orridi abitatori della tomba, lo sventurato, simile al cadavere mesmerizzato e vivente del signor Valdemar di Poe, è “una massa semiliquida di orrenda disgustosa putredine”.
Lo studioso della Santa Magia è esortato a non frequentare tali sedute e di non consentire che si svolgano in sua presenza.
Sono infatti contagiose come la sifilide, più mortali e disgustose.
Se la vostra aura non è abbastanza forte da inibire ogni manifestazione delle orrende larve che hanno preso dimora in loro, sfuggiteli più che se fossero lebbrosi!”.
Dovrebbe essere più che chiaro a questo punto che il vero uso della tavola Ouija non deve avere niente a che fare con l’uso che ne fanno gli spiritisti e che quest’ultimo è solo una corruzione di un metodo di origini più complesse, un metodo che necessità di una preparazione in chi decide di cimentarsi in questo tipo di sperimentazioni.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.arcadia93.org/ouija.html

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