La strategia della manipolazione mentale: dall’individuo alle grandi società di massa

lug 17, 2019 0 comments

Intervista di Enrico Sanna a Enrica Peruchetti
 Quali sono le principali agenzie o società occidentali che fabbricano fake news e manipolano l’informazione e quali sono i gruppi di potere che stanno dietro le quinte? 
Nella società democratica le opinioni, le abitudini e le scelte delle masse vengono indirizzate, come spiegava nel 1928 Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e nipote di Freud − da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese». Secondo Bernays la propaganda è fondamentale per “dare forma al caos”. Le tecniche usate dal potere per plasmare l’opinione pubblica sono state inventate e sviluppate negli anni, spiegava Bernays, «via, via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria». Con l’avvento della moderna società di massa il potere ha dovuto infatti esercitarsi su un numero sempre maggiore di persone. L’arte del controllo ha finito per divenire scienza delle Pubbliche Relazioni o, meglio, una “scienza della manipolazione” di sconcertante raffinatezza che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors).
Come anticipato, Bernays parlava di «tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica» portate avanti da un “governo invisibile”. Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere “nell’ombra”, palesandosi il meno possibile. Un potere nascosto, ha l’indubbio “pregio” di rimanere praticamente inattaccabile e nascosto. Può anche, se vuole, favorire ora l’uno ora l’altro dei “poteri visibili” e persino, se lo ritiene necessario, favorire contemporaneamente due schieramenti apparentemente opposti che potranno così, più o meno incoscientemente, perseguire in maniera diversa l’unico fine a cui mira tale Potere (il metodo del Divide et Impera).
Infine, un potere nascosto ha la possibilità di fare quello che nessun governo o potere visibile può compiere fino in fondo: manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo; controllare i popoli entrando nel loro immaginario, plasmando cioè le menti, le coscienze degli individui.
Per fare ciò esistono delle società private che si occupano di confezionare materiale giornalistico ad hoc e persino di creare dei falsi e di diffondere fake news. Ciò rientra nei casi di spin doctors privati che vengono ingaggiati anche dai governi per rendere efficace e persuasiva una campagna politica oppure per legittimare una guerra anche ricorrendo a menzogne e falsificazione. Le società di PR private hanno maggiore libertà di movimento e possono lavorare anche nel campo delle psy ops e della propaganda sporca in quanto sfuggono ai normali controlli istituzionali riguardo la propaganda. Tra queste ricordiamo la Rendon Group e la Ruder & Finn.

Che tipo di tecniche (psicologiche, linguistico-verbali ecc.) vengono utilizzate per montare il castello delle menzogne?
Vi sono diverse tecniche auree per la manipolazione sociale. Esiste una celebre lista delle dieci regole riguardanti il controllo sociale, ovvero, delle strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i media in modo da «fabbricare il consenso e assicurarsi che le scelte e gli orientamenti siano strutturati in modo tale che le persone facciano sempre quello che viene detto loro» che è stata universalmente attribuita impropriamente a Noam Chomsky ma che ancora oggi è nota come “il decalogo Chomsky”. Tali regole vanno dalla tecnica della distrazione al metodo dell’empatia. Molto importante è la teoria della gradualità (o Principio della rana bollita di Chomsky) che insegna come somministrare per gradi un’idea per abituare lentamente l’opinione pubblica ad accettarla. La strategia della gradualità mostra che, quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta e graduale, sfugge alla coscienza e non suscita per la maggior parte del tempo nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta. Va oltre la Finestra di Overton: secondo questa teoria, ogni idea evolve secondo sei diversi stadi e anche la più incredibile e impopolare, per potersi sviluppare nella società, ha una finestra di opportunità. In questa finestra l’idea può essere ampiamente discussa, e si può apertamente tentare di modificare la legge in suo favore, rendendola infine accettata. L’apparire di questa idea permette il passaggio dallo stadio di “impensabile” a quello di un pubblico dibattito, prima della sua adozione da parte della coscienza di massa e il suo inserimento nella legge. Non si tratta di lavaggio del cervello puro e semplice, ma di tecniche più sottili, efficaci e coerenti: si tratta di portare il dibattito fino al cuore della società, per fare sì che il cittadino comune si appropri di una certa idea e la faccia sua per gradi senza sentirsi manipolato.

Quali sono i fini di questa manipolazione: politici, economici o militari?
Sono politici, economici, militari e più in generale sociali, persino antropologici. Si tratta diplasmare l’opinione pubblica attraverso una propaganda che sia quotidiana e capillare, unendo a questa opera di manipolazione dolce il controllo sociale.
Si deve partire ovviamente dalla considerazione che per il potere il popolo sia un “soggetto minorenne” che va indottrinato e guidato attraverso tecniche di persuasione sempre più raffinate. Come osservava Aldous Huxley, un sistema totalitario, per sopravvivere, ha bisogno di suggestionare soprattutto le menti dei cittadini, offrendo «pane e circensi, miracoli e misteri», canalizzando cioè l’immaginazione delle masse verso distrazioni che allontanino le coscienze da possibili proteste. Questo avviene, come insegnava Bernays, anche in democrazia. Il sistema democratico non può fare a meno della propaganda per poter etero-dirigere il consenso. Per controllare le masse si deve intervenire sull’immaginario, sedandolo, manipolandolo in maniera costante. A ciò fa seguito l’imposizione di un pensiero unico e di una retorica falsamente buonista che offre l’illusione della libertà quando in realtà la nostra scelta è pilotata dall’alto.

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