Non molti giorni fa l'Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, lo Emcdda, ha diramato alcune graduatorie che confermano, una volta di più, il fallimento del proibizionismo. Pur essendo attualmente in vigore la legge più repressiva d'Europa, l'Italia è il paese con il maggior numero di consumatori di sostanze del continente. In particolare di droghe leggere - di cui i radicali chiedono la legalizzazione - per quanto si registri il boom della cocaina.
In Italia, dove la droga è libera ma
proibita, monopolio delle mafie foraggiate dal proibizionismo, i
consumatori – specialmente i giovani – fanno i conti anche con una
disinformazione che tende ad equiparare tutte le sostanze. Tale
stortura, prevista anche dalla legge Fini-Giovanardi, porta i giovani
non solo a trasgredire, ma anche a passare più agevolmente da una non
droga come la marijuana, a una droga vera e propria come la coca.
Basterebbe far passare il messaggio che "un tiro di canna" e un "tiro di
coca" sono cose molto diverse e che gli effetti sulla salute e in
termini di dipendenza sono assolutamente incomparabili. Ciò renderebbe
più consapevoli i consumatori, toglierebbe armi persuasive ai pusher e, principalmente, salverebbe molte vite.
Così come si salverebbero molte vite fornendo controlli di sicurezza
sulle sostanze togliendole dal mercato illegale o semplicemente
autorizzando la coltivazione di canapa. In una parola, legalizzando.
Nel dettaglio, i consumatori di cocaina
tra i 15 e 34 anni, dunque i giovani, sono aumentati dell'1,2% negli
ultimi dieci anni. Incremento a due cifre nel consumo delle droghe
leggere, i cui assuntori sono saliti dell'11,1% nell'ultimo decennio.
Quanto alle sintetiche, il 6,2% della popolazione ha provato almeno una
volta, ma il consumo si attesta attualmente intorno all'1%. Se in Spagna
si stanno facendo passi importanti verso la coltivazione e la
regolamentazione del consumo di sostanze, ragione per la quale i
prossimi dati iberici non potranno che sorridere, da noi il
proibizionismo sembra andare bene a tutti. Destra, centro, sinistra, ma
soprattutto mafie che, naturalmente, non possono che benedire ogni
giorno quell'articolo del maxiemendamento sulle Olimpiadi di Torino del
2006, ovvero la Fini-Giovanardi, miniera d'oro del narcotraffico. Una
legge approvata senza neppure passare attraverso una discussione
parlamentare, travestita da misura antidoping per l'evento olimpico e imposta da ormai 6 anni agli italiani.
Anche dalle provincie meridionali dell'Olanda giungono segnali dei mali da proibizionismo. A Maastricht il turismo sta crollando e stanno spuntando le piazze di spaccio,
realtà a noi note ma a quelle latitudini pressoché inedite. Risultato,
polizia iperattiva, celle improvvisamente piene e vivibilità dei
quartieri scesa a livelli di quasi decadenza. Effetti, non collaterali,
del proibizionismo che più vieta più genera trasgressione e aumenti nel
consumo.
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