LA FINESTRA DI OVERTON

ago 30, 2018 0 comments
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Da Polisemantica

Una cosa fondamentale da tenere a mente è che la comunicazione è un flusso che per esistere ha bisogno di due attantil'emittente, cioè chi dà origine al flusso comunicativo, il responsabile del senso trasmesso, e il destinatario, che non è unicamente un sacco vuoto da riempire, ma bensì collabora nella creazione del messaggio che l'emittente intende inviargli ma la cui funzione lo porta a gestire le informazioni ricevute solo secondo le modalità di invio scelte dall'emittente.

In pratica, pur in un rapporto virtualmente paritetico, l'Emittente ha dalla sua parte la possibilità di gestire la comunicazione adottando strategie che possono influenzare l'opinione sino a fuorviare la capacità del Destinatario di interpretare la realtà facendo uso delle proprie capacità cognitive.

Come l'Emittente può alterare le opinioni del destinatario sino al punto da provocare un distorsione percettiva della realtà? Esistono innumerevoli tecniche comunicative (che spesso divengono addirittura tecniche di manipolazione culturale e sociale) adottate dal marketing, dalla pubblicità o dalla politica, spesso dal potere costituito (che è formato da regimi di governo e dai media principali, talvolta fiancheggiatori per il mantenimento dello "status quo")

Quali sono state le tecniche di persuasione adottate per far cambiare idea all’opinione pubblica?

Una di queste è la cosiddetta "finestra di Overton"

La finestra di Overton è un concetto introdotto dal sociologo Joseph P. Overton, secondo la quale ogni idea può essere categorizzata in una delle seguenti fasi o livelli, in base all'atteggiamento dell'opinione pubblica:

1) impensabile (unthinkable)
2) radicale (radical)
3) accettabile (acceptable)
4) razionale (sensible)
5) diffusa (popular)
6) legalizzata (policy)

Questi sei step devono essere "percorsi" metaforicamente, in un certo lasso di tempo, per far percepire all'ultima fase, la sei, come legale, un certo argomento che alla fase 1, qualche tempo prima, era considerato impensabile.

Qualsiasi idea, anche la più incredibile, può, attraverso questo sistema, in un certo arco di tempo, svilupparsi nella società ed essere accettata pacificamente.

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L’essenza di questo metodo sta nel fatto che l’auspicato mutamento di opinione deve perseguirsi attraverso varie fasi, ciascuna delle quali sposta la percezione ad uno stadio nuovo dello standard ammesso fino a spingerlo al limite estremo.

Il metodo utilizza specialmente la ridondanza temporale (ma anche spazialetestualecontestuale e la iperidondanza), ovvero la ripetizione del medesimo concetto nel tempo, nello spazio, nel linguaggio (visivo, plastico o verbale), nei vari contesti o contemporaneamente nello spazio e nel tempo.


Secondo la teoria di comunicazione di massa nota come la "griglia percettiva" ogni essere umano si difende dalle incursione quotidiane dei mass media e dal loro bombardamento, attraverso una sorta di rete di protezione, di setaccio psichico, composto dalle nostre esperienze, la nostra cultura, le relazioni che abbiamo intessuto e così via, che filtra le informazioni, ma non in modo critico, quanto in modo istintivo, basandosi sulla quantità più che sulla qualità.

Innanzitutto la griglia accetta solo una piccola percentuale di informazioni, quotidianamente, permettendo al cervello di considerarle, prima e assimilarle, poi.

Il cervello tende a ricordare e quindi a elaborare informazioni che coincidono con le informazioni che ha precedentemente accumulato.

Usando quindi la ridondanza, si inviano quotidianamente, per anni, sempre e solo i medesimi messaggi (questa bibita è fresca; il nostro pane è il migliore; Parigi è romantica, e così via) sino a bombardare la griglia percettiva e "obbligarla" al passaggio solo di una piccola percentuale per volta del messaggio che si intende veicolare e far introiettare.

Con il passare del tempo, senza rendersene conto, la nostra griglia psichica "immagazzinerà" per migliaia di volte il medesimo messaggio.

Alla mille e ulteriore volta, il messaggio sarà recepito come "buono", "accettabile" e quindi degno di essere considerato a livello logico, semplicemente perché l'informazione sarà trovata conforme alle idee che ci sono passate attraverso le maglie della griglia percettiva di nascosto e un po' alla volta, negli anni precedenti.

Non solo questo, ma anche l'uso del linguaggio verbale, plastico e cromatico adoperato gioca un ruolo fondamentale.

La finestra di Overton si avvale della percezione differente che si ha quanto si usano elementi denotativi connotativi.

E' cosa ben diversa dire che un minore è stato ucciso o che un bimbo è stato trucidato. Per questo la finestra di Overton adopera intensamente i sinonimi, chiamando le cose in modo tale da provocare sdegno o ammirazione o solidarietà o limitarsi a descrivere in modo neutrale, a seconda dei propri scopi.

Usa inoltre la creazione di false inferenze.

Le inferenze sono conoscenze generate da altre conoscenze: se dico "Antananarivo è una bella città. In Madacascar le città sono molto belle" faccio sapere a chi legge che Antananarivo è in Madacascar. Da due concetti messi accanto, ne genero un terzo.

Se però dico "Il mio è un gatto senza coda. L'ho adottato quando vivevo a Bali" si genera l'inferenza o almeno il dubbio che a Bali i gatti siano senza coda, e questo non è vero.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO: http://polisemantica.blogspot.com/2018/07/la-finestra-di-overton.html

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