TAIWAN. PROVE DI DISGELO CON LA CINA

Di Giuseppe Gagliano 

Contrariamente alla vulgata comune, gli Stati Uniti non stanno facendo passi rilevanti per allontanare Taiwan dall’influenza cinese. Il Partito Comunista Cinese ha attivato forti pressioni politiche per spingere Washington a convincere il Partito Democratico Progressista, al governo a Taiwan, a puntare sulla pace e non sul concetto di indipendenza.
Inoltre, in stretta collaborazione con i servizi segreti cinesi, il partito ha indicato nell’ex presidente di Taiwan, il notoriamente filocinese Ma Ying Jeou, il possibile mediatore tra la Cina e Taiwan in vista di un dialogo che dovrebbe concretizzarsi secondo alcune tappe precise.
Ma ha già avuto colloqui riservati con il ministero cinese per la Sicurezza dello Stato, e sono stati coinvolti sempre di più i media, il mondo accademico e gli ambienti economici di Taiwan nel sostenere lo status quo di Taiwan.
Questo mese una delegazione di giornalisti di Taiwan si è recata in Cina, mentre Taipei ha ospitato una delegazione di studenti cinesi. Questa iniziativa è stata supportata sia da Ma che dal ministero cinese per la Sicurezza dello Stato, ma vi è stato anche un fruttuoso scambio di carattere economico, con il sindaco della contea di Taiwan Nantou, Xu Shuhua, che si è recato in Cina per firmare un accordo per la fornitura di tè del valore di oltre 1,2 miliardi di euro.
Fonti di sicurezza francesi hanno inoltre riportato che entro l’anno giungerà un sostegno economico da parte della Fondazione Ma Ying-Jeou per organizzare incontri bilaterali tra giornalisti, uomini d’affari e funzionari pubblici cinesi e taiwanesi.

FONTE: https://www.notiziegeopolitiche.net/taiwan-prove-di-disgelo-con-la-cina/